NUOVO ALLARME
Alitalia, è ancora caccia ai partner: a rischio duemila posti di lavoro
di Andrea ArzilliMaria Egizia Fiaschetti
Scatta l’allarme sull’Alitalia: circa duemila lavoratori (pronti alla mobilitazione) che fanno capo all’hub di Fiumicino sarebbero a rischio a causa dell’incertezza sul futuro dell’azienda. Da Torino Luigi Di Maio prova a rassicurare il comparto, annuncia «novità a breve» e precisa che per Alitalia si tratterà di «rilancio e non di un salvataggio» dato che «sta andando tutto bene», che la compagnia è «competitiva» e che ci sono «buone opportunità di chiudere il piano industriale». L’ansia, però, sale lo stesso. Perché, in pratica, mancano poco più di due settimane allo scadere della proroga accordata a Ferrovie dello Stato e, data per consolidata la partecipazione di Delta Airlines, ancora non c’è il nome degli altri partner disposti a sottoscrivere il 40% mancante del capitale della NewCo che, in teoria, dovrebbe salvare la compagnia di bandiera. In pochi giorni, dunque, è necessario trovare nuovi soci disponibili a investire circa 400 milioni nella nuova Alitalia.
Una missione difficile a cui si aggiunge la tensione per l’altro grande appuntamento che non è più possibile rimandare: il 30 giugno è il termine ultimo per restituire i 900 milioni (più interessi) del prestito ponte concesso dal Mef due anni fa. «Di Maio ha più volte promesso il rilancio di Alitalia, ma ad oggi non esiste nulla di concreto — la nota della Federazione nazionale trasporto aereo che riunisce piloti e assistenti di volo — . Stallo inaccettabile per i lavoratori che non intendono rimanere inerti ad assistere a un’eutanasia di Stato», chiudono annunciando la mobilitazione. «Continua il teatrino delle dichiarazioni, ma la realtà è l’assenza di convocazioni e comunicazioni formali del governo», l’accusa della Cgil nelle parole del segretario nazionale Filt, Fabrizio Cuscito. All’attacco anche il Pd. «Siamo preoccupati per come il governo abbia abbandonato al proprio destino Alitalia e i suoi lavoratori», dice Nicola Zingaretti, segretario dem e governatore del Lazio. E anche pr Bruno Astorre, segretario Pd Lazio, «il progetto di rilancio di Alitalia promesso da Toninelli-Di Maio perde quota: dopo mesi di annunci siamo alla beffa».