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21/30: Kristaps Porzingis, il complemento ideale per Luka Doncic e per Dallas

focus nba
©Getty

Il lungo lettone, tornato in campo dopo un anno e mezzo d’assenza causa infortunio, ci ha messo un po’ a ritrovare efficacia e ritmo in un contesto che sembra fare sempre più al caso suo: la coppia Doncic-Porzingis infatti ha tutte le carte in regola per puntare al vertice della lega

Un battito d’ali di farfalla a New York spesso genera un uragano a migliaia di chilometri di distanza. Una notizia di qualsiasi genere proveniente dalla Grande Mela, ci mette pochi istanti a fare letteralmente il giro del mondo. E non poteva che essere così anche nel caso di Kristaps Porzingis e della sua fuga dai Knicks dello scorso inverno. Si è scritto e detto di tutto riguardo il suo passaggio a Dallas (che ha lasciato ben poco alla squadra di New York), ma uno dei retroscena maggiormente condivisi è stato quello riportato da Zach Lowe - noto giornalista di ESPN e da sempre fonte molto attendibile: nel momento in cui Porzingis ha capito che a New York si puntava a Kevin Durant e più in generale su All-Star di primissimo livello, ha preferito forzare la mano (nonostante l’infortunio) e andare via. “Lui vuole essere il volto della franchigia per la quale gioca”, questo il commento rimbalzato sui principali siti di news legati alla NBA nel febbraio 2019. Scegliere Dallas, quindi, potrebbe aver scatenato in Porzingis non poche contraddizioni, visto che in Texas lo show da un anno e mezzo a questa parte è saldamente nelle mani di Luka Doncic. I Mavericks sono quindi la destinazione giusta? Una domanda lecita, nonostante sulla carta le prerogative di successo ci fossero tutte: una stella giovane con cui creare intesa, perfettamente combaciante a livello tecnico, una buona serie di tiratori da sfruttare sul perimetro e soprattutto tanto spazio salariale da poter sfruttare per rendere negli anni sempre più competitiva una squadra in teoria già da playoff. Una valutazione lecita, certo, senza però aver fatto i conti con il punto interrogativo più importante: la ripresa fisica e tecnica di Porzingis, lontano dal parquet per un anno e mezzo.

La crescita di Porzingis senza Doncic sul parquet

Anche per questo nelle prime settimane di regular season, l’unica colonna monitorata con grande attenzione dai Mavericks era la prima del boxscore. Il numero presente alla voce “minuti”: 34, 33, 37, 31 e così via, nonostante gli impegni fossero ravvicinati. La risposta migliore dal punto di vista fisico che a Dallas potessero sperare di ottenere. Inevitabile quindi che il rendimento andasse in altalena: all’11/22 dal campo per 28 punti complessivi nella prima sfida da avversario contro i Knicks, non potevano che far seguito i 4 messi a referto con un misero 1/11 al tiro contro i Celtics. Complicato pretendere da subito anche continuità di produzione dopo un’assenza così lunga. A far riflettere però è un altro dato, quello raccolto dai Mavericks dopo quasi tre mesi di regular season - quando a seguito dell’assenza causa infortunio di un Luka Doncic formato MVP, Porzingis è stato “costretto” a fare un ulteriore passo in avanti, mettendo in evidenza come il suo rendimento fosse condizionato almeno in parte dalla presenza dello sloveno sul parquet. Un tarlo, un dubbio che diventa tendenza a inizio febbraio, quando una grafica di ESPN Stats and Info non lascia ulteriori dubbi: 16 punti di media e 39% dal campo nelle 32 partite al fianco di Doncic, oltre 27 punti e 48% di conversione nelle 6 da solo senza lo sloveno. E se le cose andassero meglio tenendoli “separati” sul parquet? Lasciando a ognuno dei due lo spazio necessario, alternandoli in campo? Una domanda lecita, a cui sono stati i diretti interessati a dare una risposta nelle ultime settimane prima dello stop forzato causa coronavirus.

L'intesa trovata prima dello stop della regular season

Più che incompatibilità infatti era soltanto questione di forma e soprattutto di intesa da trovare, come magnificamente dimostrato nella sfida di inizio marzo contro New Orleans. Il punto più alto di questi primi mesi di convivenza sul parquet tra Porzingis e Doncic. Una gara speciale per lo sloveno, autore di 30 punti, 17 rimbalzi e 10 assist - 22^ tripla doppia in carriera con i Mavericks in 122 partite in carriera, superato Jason Kidd primatista nella storia di Dallas con le sue 21 triple doppie raccolte in 500 partite. Una partita sontuosa, perfettamente accompagnata dai 34 punti, 12 rimbalzi e 5 stoppate messe a referto proprio da Porzingis - alla quinta gara con 30+ punti e 10+ rimbalzi in 40 giorni, dopo che in carriera prima di arrivare a Dallas ne aveva giocate soltanto tre in totale con cifre del genere. Una definitiva maturazione possibile grazie all’utilizzo degli spazi aperte dal giocare di fianco a Doncic: la presenza del lettone è un pericolo costante di lob per qualsiasi difesa, mentre in caso di blocco sulla palla diventa complicato pensare di contenere il pick&pop dell’ex Knicks. Uno dei tanti ingranaggi ben oleati dalle scorribande dal palleggio del n°77 sloveno, che rendono Dallas uno dei migliori attacchi NBA e una delle squadre da tenere d'occhio nel medio-lungo periodo. Secondo alcuni commentatori, le ultime prestazioni di Doncic e Porzingis rappresentano l'epitome del basket moderno: il mix perfetto, bastava soltanto aspettare che trovassero entrambi la forma migliore.