Torino

Top Ten, la boutique delle torinesi dice addio al centro: affitti troppo cari

Dopo 42 anni trasloca in precollina

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Bisognerà prenderne atto. Il centro di Torino non è più il luogo adatto ad ospitare negozi di ricerca, storie commerciali ma anche culturali parimenti equidistanti dalla globalizzazione delle griffe extra lusso e dalle grandi catene low cost, le uniche a reggere affitti esosi e gli effetti di un radicale cambiamento di riti nel mondo volubile dello shopping. Come succede ormai da anni nelle metropoli europee, chi cerca vetrine dal sapore diverso non le troverà più nel cuore della città, dove il turn over è rapidissimo ma dove spesso, con rare eccezioni nel mondo fashion, il prezzo da pagare è la perdita di una identità originale.
Quale conferma più emblematica se non l'addio di Top Ten al salotto torinese?
Non sarà una chiusura, per rassicurare subito gli appassionati di una vita e anche i curiosi che in questi ultimi giorni si sono affacciati in via Soleri per captare i movimenti in corso. Non succederà. Top Ten non si ferma, "Top Ten in movimento" è il logo pensato da Sebastiana e Sara Cordero per raccontare la nuova vita del negozio.
Per ora si parte con una festa per i fan degli sconti. A un mese dal Natale, a partire da questo giovedì e fino ai primi giorni di gennaio, Top Ten apparecchia un introgante Black Month, dopo non aver ceduto alla frenesia incontenibile del Black Friday. Striking e Final Home, Zucca e Tsumori Chisato, lo stilista italiano Antonio Marras e Limi-Feu, il marchio creato della figlia delll'impareggiabile stilista giapponese Yoshji Yamamoto, Vibskov di Copenaghen e alcuni modelli di Kenzo tanto per citare alcuni marchi esposti. Tutto sarà scontato dal 20 al 90 per cento.
Con i ribassi più alti per le collezioni del passato e più bassi per gli ultimi arrivi.
Svendite progressive. Con il passare dei giorni la convenienza potrebbe ancora crescere. Un'unica eccezione: le tedesche Trippen, le scarpe con stuoli di fedeli fan non saranno in saldo, un segno di rispetto a chi le ha pagate a prezzo intero fino a pochi giorni fa.
A febbraio Top Ten riapparirà, ma in via Vanvitelli 3, la precollina a pochi passi dalla via Monferrato fresca di pedonalizzazione, vicina al bistrot di Cannavacciuolo neostellato , un nuovo, vivace identikit. Da anni in via Vanvitelli c'è l'outlet Drago, luogo di culto marchiato Top Ten per chi ama rovistare fra le vecchie collezioni alla caccia di un pezzo insolito, di un regalo stravagante, un cachemere dal sapore un po' vintage o una borsa che improvvisamente potrebbe tornare alla ribalta come irresistibile must da esibire. "La nuova vita parte di lì e il nostro personale (due commesse vanno in pensione, tre seguiranno il progetto) verrà con noi. Ci consideriamo una famiglia", dicono le titlari le sorelle Cordero.
Dopo 42 anni in via Soleri un pizzico di dispiacere non può non esserci, ma anche in questo caso la voglia di rinnovarsi e le richieste troppo alte per l'affitto (ora i locali di Top Ten costano 15mila euro al mese ma la società proprietaria dei muri Castello Top vorrebbe vendere) hanno convinto che era il momento di cambiare.
Top Ten in realtà ha una storia che va indietro di altri dieci anni. Era il 1966 quando il marchio è apparso a San Salvario, in via San Pio V da un'idea dell'architetto Toni Cordero e di sua moglie Cesi. "A Parigi avevano speso 6 milioni per i primi acquisti e in ua settimana era già stato venduto tutto", raccontano le figlie.
Fra i primi store a richiedere la licenza YeYe, quella che consentiva di tenere aperto fino a mezzanotte. Nulla da invidiare alle aperture prolungate che sembrano un segno contemporaneo e che a metà degli anni 60 già si sperimentavano. In via Soleri 2, Top Ten ha poi aperto nel 1976 come Galleria d'arte e di design. Quello che ora si chiamerebbe concept store, con l'approdo definitivo nell'arte della moda.
Adesso sarà curioso vedere cosa arriverà davanti all'Hotel Principi di Piemonte in ristrutturazione. E c'è già chi è pronto a scommettere che il prossimo ospite sarà l'ennesima catena.