Marina Cavazzana, una scienziata italiana a Parigi: «Fermeremo l’Aids»

La ricercatrice che all’ospedale pediatrico Necker di Parigi lavora allo sviluppo di terapie d’avanguardia: aggiungeremo nei malati una copia sana del gene difettoso | Sette - CorriereTV

A dirigere il dipartimento di bioterapia al Necker e il laboratorio di linfo-ematopoiesi (con Isabelle André) all’Institut Imagine c’è la scienziata italiana Marina Cavazzana, pediatra, pioniera mondiale della terapia genetica, scienziata dell’anno in Francia nel 2012 e il 21 ottobre scorso entrata nella National Academy of Medicine degli Stati Uniti, onore raro per una donna, per di più non americana. Il corrisponmdente da Parigi del Corriere, Stefano Montefiori, l’ha incontrata per farsi spiegare come «possiamo fermare l’Aids». Cavazzana, da trent’anni nella capitale francese, spiega: «L’idea mi è venuta per caso nel 2007. Stiamo cercando di rendere impossibile al virus Hiv-1 di continuare a infettare le cellule del sistema immunitario». Dodici anni fa il caso di un paziente sieropositivo affetto da leucemia: «Venne sottoposto a trapianto di midollo. Il donatore che fornì il midollo aveva per caso una mutazione genetica rara che lo rendeva resistente al virus Hiv», l’uomo è ancora vivo e sta bene. «Non ha più la leucemia ed è guarito anche dall’Aids». E oggi «vorrei riprodurre questo caso unico usando le cellule non di un donatore ma dello stesso paziente, rendendole impenetrabili al virus Hiv»

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