Continua il dibattito sullo sfascio della sanità in Calabria. Sulla pantomima di nomi che si inseguono. Archiviato, almeno per ora, il caso Cotticelli, si apre l’altrettanto triste capitolo Giuseppe Zuccatelli. La trasmissione di Rai 3, Titolo V, tra i tanti documenti che mostra per confutare la bontà della nomina di Zuccatelli come commissario ad acta della sanità per la Regione Calabria, mostra un messaggio che l’attuale manager di Pugliese e Mater Domini invia come risposta alla richiesta di intervista del giornalista.
Ma è altrettanto chiaro che, il giorno dopo le bufere per il video datato 27 maggio, è ancora di più per il fatto che l’uso delle mascherine è imposto dal Governo che lo nomina , risulta quanto meno incauto e strano che l’aspirante commissario alla sanità, faccia comunque credere di ostinarsi nelle stesse convinzioni che lo hanno gettato nell’agone delle polemiche.
Così come incaute sono apparse le dichiarazioni sui colleghi medici virologi. Gramellini in Titolo V si chiede se Zuccatelli sia recidivo. Probabilmente il recidivo non è lui ma chi si ostina a pensare che la salute non sia più un diritto per tutti ma argomento di mercimonio, terra di mercanti. Zuccatelli è solo l’ultimo che si adegua a tutto ciò.