26 marzo 2020 - 20:55

Venezia: senza turisti e traffico i canali sono puliti. E si vedono i pesci

Il progetto di citizen science lanciato dall’Università di Ca’ Foscari su come è migliorato l’ambiente in pochi giorni. I germani reali hanno deposto le uova in piazzale Roma

di Paolo Virtuani

Venezia: senza turisti e traffico i canali sono puliti. E si vedono i pesci Bacino di San Marco prima e dopo il blocco delle attività; senza moto ondoso (Afp)
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Esiste un’altra Venezia. Una città con l’acqua chiara nei canali, così limpida da poter vedere nuotare i pesci, con i germani reali che hanno nidificato e deposto le uova su un pontile di piazzale Roma, dove ogni giorni arrivavano centinaia di pullman e migliaia di vetture. Venezia in questi giorni appare deserta, come tutte le altre città italiane sottoposte alle limitazioni di spostamenti a causa dell’epidemia Covid-19. Come altre città l’ambiente è migliorato già dopo pochi giorni di rallentamento delle attività e dell’azzeramento dei turisti. Ma in nessun posto come a Venezia c’è la dimostrazione lampante che è possibile un altro modello. Un’altra Venezia.

Le ricercatrici in ecologia Silvia Rova e Alice Stocco dell’Università di Ca’ Foscari, sotto la supervisione del professor Fabio Pranovi, hanno lanciato un’iniziativa per raccogliere testimonianze su come l’ecosistema della laguna di Venezia sta reagendo a questa nuova situazione. Già i primi giorni di raccolta dati hanno dato interessanti spunti di riflessione. La forte e improvvisa diminuzione della pressione antropica ha avuto effetti immediati, come testimoniato dalle numerose immagini inviate dagli abitanti di Venezia, impegnati in un’opera di citizen science. L’iniziativa Condividere, per non ricadere negli stessi errori prevede la risposta a un questionario (scaricabile qui) su testimonianze e riflessioni che inviano i veneziani.

Prudenza

Le ricercatrici, però, sono molto prudenti e sottolineano come l’interpretazione richieda molta attenzione in quanto si tratta di fenomeni, ad esempio la torbidità dell’acqua, che sono influenzati da un complesso insieme di fattori, sia naturali che antropici. La velocità con cui l’ecosistema sta rispondendo alla riduzione della pressione, segnalano, potrebbe essere indicativa dell’intensità molto elevata dell’impatto antropico ma anche della resilienza dell’ecosistema lagunare, in grado di rispondere velocemente alle modificazioni esterne. Più del 60% di chi ha risposto finora al questionario auspica che si possa tornare alla normalità con una sensibilità maggiore, senza sprecare l’occasione di un cambiamento che, nostro malgrado, ci è stata data.

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