30 agosto 2018 - 19:24

Genova, Toti: «In 30 giorni via a demolizione del Ponte Morandi»

Il governatore della Liguria: «Per il moncone ovest del ponte Morandi non ci sarà nessun crollo, ma due gru che lo smonteranno in 20 giorni»

di Giusi Fasano

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A immaginarlo viene in mente la scena di un film. Una specie di esercito alieno che arriva ai piedi del ponte Morandi e un metro dopo l’altro abbatte tutto: monconi, pilastri, case. I «soldati» della demolizione saranno robot radiocomandati, gru enormi e artificieri che si muoveranno su cestelli elevatori. Tutti assieme butteranno giù quel che resta del viadotto collassato il 14 agosto più 150 appartamenti della zona rossa, cioè 11 palazzine. Lo faranno in modo diverso. Le gru smonteranno pezzo per pezzo il troncone ovest del ponte salvando da eventuali crolli tutte le aziende sottostanti. Gli artificieri piazzeranno cariche di esplosivo (meno di 200 chili di dinamite) per abbattere il pilone numero 11, quello con gli stralli rinforzati negli anni Novanta. Gli escavatori radiocomandati, invece, si occuperanno del pilastro numero 10, quello che oggi regge il moncone di carreggiata dalla parte est del ponte: lo attaccheranno alla base martellandolo fino a farlo crollare, con il rischio (calcolato) di rimanere loro stessi sepolti dalle macerie. Questo prevede il piano di abbattimento presentato ieri da Società Autostrade. Una bozza, per il momento. Perché per mettere a punto i dettagli serviranno dei sopralluoghi e siccome l’area è sotto sequestro si dovrà attendere il via libera della Procura. Dopodiché sulle modalità degli interventi si esprimeranno i tecnici del ministero, della commissione di esperti appena istituita dalla Regione e, soprattutto, della stessa Procura che sarà molto attenta a salvaguardare le possibili fonti di prova sulla scena del disastro.

Lettera a Conte per legge ad hoc

«Fatti tutti i passaggi tecnici e burocratici, se non ci saranno intoppi diciamo che nel giro di 30 giorni si partirà con la demolizione», è ottimista Giovanni Toti, governatore nonché commissario per il superamento dell’emergenza. Ne serviranno altri 30 per concludere le operazioni e quindi, se davvero sarà rispettata questa tabella di marcia, entro fine ottobre nel panorama della Val Polcevera non ci sarà più nemmeno un pezzetto della sagoma del Morandi. E saranno rase al suolo anche le 11 palazzine da sacrificare, sovrastate dal moncone est del ponte. Ma «fino alla fine della demolizione e della ricostruzione, tutto ciò che è in zona rossa per noi è teoricamente abbattibile, se serve» precisa l’assessore regionale alla Protezione civile Giacomo Giampedrone. Fra oggi e il giorno in cui comincerà la demolizione «cercheremo di trovare il modo, se avremo sufficienti garanzie di incolumità, di far accedere gli sfollati nelle loro case per recuperare effetti personali» ha detto una volta di più il sindaco Marco Bucci. È stato lui, in un’intervista al Corriere, a proporre una legge speciale per Genova che ieri è diventata una proposta formale per il premier Giuseppe Conte. «Io e il sindaco abbiamo firmato e spedito una lettera a Conte e al sottosegretario Giorgetti», ha annunciato Toti. Dopo aver «fatto una serie di ragionamenti sugli atti necessari per il percorso di ricostruzione, abbiamo ritenuto di suggerire un provvedimento ad hoc — può essere una legge per Genova o l’inserimento di una normativa specifica nel Milleproroghe in approvazione nel mese di settembre — che consenta di velocizzare la ricostruzione con deroghe a una serie di vincoli su assegnazione cantieri, definizione di appalti e di gare». Fra i suggerimenti dati a Palazzo Chigi c’è anche l’ipotesi di un commissario per la ricostruzione che nella lettera a Conte non viene specificato con nome e cognome ma che però, per dirla con le parole del sindaco Bucci, «ovviamente dovrebbe essere Toti».

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