18 maggio 2020 - 07:24

Il curioso caso di Linate: l’aeroporto prima riapre, poi chiude di nuovo

Dopo la riapertura il 5 maggio ora il ministero dei Trasporti toglie lo scalo dall’elenco di quelli aperti al traffico passeggeri. Potrebbe ripartire addirittura il 1° luglio

di Leonard Berberi

Il curioso caso di Linate: l'aeroporto prima riapre, poi chiude di nuovo
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Nel giorno in cui l’Italia rilassa ancora di più le limitazioni agli spostamenti l’aeroporto di Milano Linate richiude a sorpresa ai voli passeggeri appena due settimane dopo l’ok alla ripresa delle attività. Lo si scopre nelle pieghe del decreto firmato domenica sera dalla ministra delle Infrastrutture e dei trasporti Paola De Micheli di concerto con il dicastero della Salute. Decisione che contraddice il provvedimento precedente del 5 maggio che consentiva allo scalo del capoluogo lombardo e a quello di Bergamo-Orio al Serio di poter autorizzare i movimento degli aerei con passeggeri.

Il documento del 5 maggio

Ma prima un passo indietro. Il decreto del 5 maggio — efficace fino alle 23.59 del 17 maggio — ha dato seguito all’avvio della cosiddetta «Fase 2» allungando l’elenco degli aeroporti da riaprire dopo la chiusura il 12 marzo di oltre la metà degli impianti in tutto il Paese per contenere la diffusione del coronavirus. Nell’elenco degli scali operativi sono così comparsi Bergamo-Orio al Serio e Linate. Decisione che ha stupito sia le società di gestione che diverse compagnie aeree che — come ha raccontato il Corriere— non solo non erano state avvisate della riapertura, ma si sono anche chieste che senso avesse dal momento che le persone non potevano (e non possono) spostarsi se non per comprovate esigenze.

La nuova chiusura

Proprio per questo quel decreto del 5 maggio non aveva cambiato nulla nei due scali. Sia Linate sia Bergamo-Orio al Serio non hanno registrato alcun volo con passeggeri. A Linate semmai è ripresa l’aviazione generale, cioè i jet privati che costituiscono da sempre una fetta rilevante dei ricavi aeroportuali. Dodici giorni dopo ecco il passo indietro, senza tanti clamori. All’articolo uno del nuovo decreto lo scalo milanese sparisce dall’elenco delle strutture autorizzate almeno fino al 2 giugno 2020: restano in tutto 21, ma al posto di Linate compare Olbia, altro impianto dove i voli privati hanno una fetta rilevante.

I numeri

Nel marzo 2020 — in piena emergenza coronavirus — Linate ha visto transitare 55.564 persone, secondo Assaeroporti, in calo del 92,6% rispetto allo stesso mese del 2019. In tutto l’anno passato i viaggiatori sono stati 6,57 milioni, giù del 28,8% per effetto della chiusura per tre mesi per lavori di restyling e ammodernamento. Ma che succede ora all’aeroporto a pochi chilometri dal centro di Milano? Le uniche certezze sono relative al valore e alle mosse delle compagnie. Gli slot di Linate — la fasce orarie di decollo e atterraggio — sono tra gli asset più preziosi, in particolare di Alitalia che ne detiene circa i due terzi, anche perché lo scalo ha una limitazione oraria dei movimenti. Non solo. La stessa collocazione geografica rende Linate — secondo gli analisti — un aeroporto pregiato, alla pari del City di Londra.

I piani delle compagnie

L’altra certezza è rappresentata dalle strategie delle compagnie aeree che operano. I voli di Alitalia riprendono da Linate addirittura dal 1° luglio, stando alle informazioni sul sito ufficiale del vettore consultate domenica notte dal Corriere. I velivoli di easyJet pure decollano dallo scalo milanese dal 1° luglio, così come quelli di Iberia, Air France, Lufthansa. British Airways per ora prevede un ritorno ai voli diretti Linate-Londra dall’8 giugno, ma con ogni probabilità questa data verrà spostata al 1° luglio, concludendo uno stop lungo tre mesi e mezzo.

lberberi@corriere.it

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