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11 ottobre 2019 - 21:38

Alitalia, verso la settima proroga (aspettando Lufthansa)

di Leonard Berberi

Un consiglio di amministrazione per fissare martedì un altro consiglio di amministrazione per chiedere al ministero dello Sviluppo economico, d’accordo con Ferrovie dello Stato, qualche settimana in più per il dossier Alitalia. È questa la sintesi del vertice di Atlantia venerdì pomeriggio, quattro giorni prima della scadenza per la presentazione dell’offerta vincolante. «Il cda di Atlantia, riunitosi in data odierna, ha esaminato l’avanzamento del dossier Alitalia e si è riconvocato per il prossimo martedì 15 ottobre per le delibere inerenti», scrive in uno scarno comunicato l’holding che attraverso AdR controlla gli aeroporti di Roma Fiumicino e Ciampino.

«Clima più disteso»

Una frase che a molti appare criptica e che lascia aperte tutte le opzioni. Ma che, spiegano le fonti al Corriere, serve soltanto ad anticipare che martedì prossimo Atlantia ed FS invieranno una comunicazione al ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli — il titolare del dossier Alitalia — per chiedergli più tempo perché la cordata, che comprende pure l’americana Delta Air Lines, continua a lavorare per la definizione di quella che sarà l’offerta vincolante per rilevare il vettore tricolore. Il confronto, però, procede in un clima più positivo e costruttivo, secondo le fonti. I nodi restano sempre quelli. Da Delta FS e Atlantia vorrebbero un maggiore impegno azionario (più degli attuali 100 milioni di euro per il 10%) e un ruolo di primo piano per Alitalia nella prossima joint venture transatlantica con gli americani, Air France-Klm e Virgin Atlantic. Dal fronte governativo, invece, bisogna risolvere la questione degli esuberi (2-2.500) e della liquidità del vettore tricolore.

Il fattore tedesco

Tutto questo nonostante la proposta di partnership commerciale di Lufthansa (che viene rivendicata come una sua idea dalla senatrice del Movimento 5 stelle Giulia Lupo). Appare agli addetti ai lavori più come una manovra di disturbo. E per questo ai tedeschi le Ferrovie (con Atlantia) hanno chiesto se intendono o no entrare nell’azionariato. La stessa domanda alla quale avrebbero dovuto rispondere l’8 febbraio scorso, cosa che non è mai avvenuta. Un punto fondamentale, questo, perché le trattative possano prendere un’altra — e più imprevedibile — strada. Per ora Lufthansa — a quanto risulta — non avrebbe chiarito questo aspetto. Secondo alcuni analisti consultati sarebbe difficile una discesa in campo di questa entità per i tedeschi che devono risolvere ancora i nodi relativi a Eurowings, divisione a basso costo in forte perdita.

La cassa di Alitalia

Intanto la liquidità di Alitalia si riduce. A fine settembre è scesa a 310 milioni di euro (al netto del deposito presso la Iata che si aggira attorno ai 103 milioni). Il 31 agosto la cassa era di 361 milioni. «La riduzione di 51 milioni è dovuta principalmente alla diminuzione del volume di biglietti prepagati, in linea con la normale stagionalità del settore», chiarisce la compagnia aerea in una nota. I ricavi delle compagnie balzano in primavera perché entrano i soldi dei biglietti estivi e crollano da settembre perché d’inverno si vola meno. In parallelo in autunno bisogna pagare le fatture dell’estate. A settembre i ricavi di Alitalia ammontano a 259,7 milioni di euro, in calo del 2,7% rispetto allo stesso mese del 2018, causa della «sensibile riduzione della capacità sui voli domestici (-11,2%) legata principalmente alla chiusura dell’aeroporto di Linate per lavori». Aumentano però dell’1,8% le entrate dai passeggeri di lungo raggio. I passeggeri trasportati sono stati 1,95 milioni.

lberberi@corriere.it

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