TRASPORTI
Nuova Alitalia, due settimane per il piano industriale: giovedì la prima bozza
di Leonard Berberi
Il piano industriale della nuova Alitalia inizia a prendere forma negli uffici affittati all’Eur da Italia Trasporto Aereo Spa, la newco pubblica creata per rilanciare la compagnia di bandiera. Un team di una trentina di persone è al lavoro sui tre punti principali che definiranno le caratteristiche della nuova azienda — il network, la flotta e il personale — a due settimane dalla scadenza dei tempi previsti per l’invio al parlamento del business plan, stando a quanto ricostruito dal Corriere della Sera negli ultimi giorni da tre fonti ministeriali.
Il nuovo approccio
Sui lavori di ITA Spa vige il massimo riserbo da diverso tempo, così come imposto dal presidente Francesco Caio e dall’amministratore delegato e direttore generale Fabio Maria Lazzerini non soltanto al primo nucleo di dirigenti «reclutati», ma anche ai sette membri del consiglio di amministrazione. Bocche cucite, per ora, pure con i sindacati convocati a inizio settimana da Lazzerini per un primo contatto con le parti sociali. Giovedì 3 dicembre dovrebbe essere presentata al Cda — in quello che viene definito un incontro «informale» — una prima bozza del piano industriale. Qualche giorno dopo i sindacati si vedranno ancora con l’ad.
Il business plan
Caio e Lazzerini non hanno mai fatto mistero di voler coinvolgere tutte le parti interessate al rilancio di Alitalia, sindacati compresi, gli stessi che di fatto bocciarono il referendum di inizio 2017 sulla riorganizzazione del vettore facendo scappare Etihad (azionista con il 49%) e aprendo il periodo di amministrazione straordinaria che prosegue ancora oggi. Dalla Commissione europea filtra un via libera iniziale alla newco escludendo — salvo sorprese — il macigno degli 1,3 miliardi di euro di prestito erogati alla vecchia azienda negli ultimi tre anni. Gli occhi sono puntati sull’impostazione di base del piano industriale di ITA Spa: avrà una strategia aggressiva sin dall’inizio o «conservativa» nei primi 12-24 mesi visto il contesto mondiale del trasporto aereo?
L’approccio «aggressivo»
Come segnala più di un analista — che segue da anni le sorti della compagnia — entrambe le opzioni hanno pregi e difetti. Una nuova Alitalia aggressiva può aspirare a guadagnare fette di mercato — in Italia e in Europa — con una flotta di 68-70 aerei (il 30% in meno di quelli di oggi), ma anche rischiare di prosciugare in fretta il tesoretto di tre miliardi di euro stanziati dal governo per l’avvio delle attività : in assenza di un ritorno robusto della domanda i velivoli decollerebbero con pochi passeggeri, portando alle stelle i costi operativi per sedile. Sullo sfondo ci sono le low cost — a partire da Ryanair e Wizz Air — date per vincitrici dopo il coronavirus dagli esperti di Bank of America.
L’approccio «prudente»
Un’aviolinea tricolore prudente, invece, potrebbe muoversi con più tranquillità nel periodo di start up — perché avrebbe flussi di cassa più «rassicuranti» dovendo spendere di meno — dotandosi inizialmente di 38-40 velivoli, cioè meno della metà delle macchine dell’amministrazione straordinaria. Ma questo la farebbe arretrare non soltanto nel segmento dei voli europei, ma pure in quello nazionale, lasciando praterie a Ryanair, Wizz Air, easyJet — che hanno modelli di business più agili dei vettori «tradizionali» — senza più riconquistare terreno. Tutto questo al netto del mercato intercontinentale che per ora offre poca «visibilità ».
I tempi
Il decreto di costituzione della newco concede trenta giorni di tempo per la stesura e la presentazione del piano industriale. Non specifica a partire da quando, ma dovrebbe essere dal primo consiglio di amministrazione di ITA Spa avvenuto il 12 novembre. Tra il 14 e il 16 dicembre — salvo intoppi — il documento sarà inviato alle commissioni parlamentari di Camera e Senato che daranno un loro parere dopo un altro mese. Mentre l’altro fronte politico è con la Commissione europea che dovrà pronunciarsi, ma senza più un ruolo vincolante.
Le prossime tappe
Nel suo secondo consiglio di amministrazione, il 20 novembre, Italia Trasporto Aereo Spa ha deciso di dare l’ok alla costituzione di «due società , interamente partecipate, aventi ad oggetto il ground handling e la manutenzione». Due realtà che si aggiungono al ramo aviation (cioè l’attività di volo) e a quello cargo (trasporto merci). Una settimana dopo — il 27 novembre — l’amministratore delegato e direttore generale Lazzerini ha dato un primo aggiornamento al cda «sull’attività di start up e di redazione del piano industriale», come spiega una nota. Nei prossimi giorni — confermano fonti parlamentari — verrà calendarizzata anche l’audizione di Caio e Lazzerini in Commissione.
lberberi@corriere.it