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Hyperloop sbarca in Italia, le ipotesi di Milano-Malpensa e Verona-Trieste

di Fabrizio Massaro

Hyperloop sbarca in Italia, le ipotesi di Milano-Malpensa e Verona-Trieste

Potrebbe essere l’Italia il Paese di Hyperloop, il treno superveloce a levitazione magnetica ideato dal papà di Tesla e SpaceX, Elon Musk? Gabriele «Bibop» Gresta, fondatore e presidente della multinazionale che dal 2013 punta a realizzare in giro per il mondo il nuovo treno — prima tratta al pubblico attesa a Dubai per Expo 2020 — ci crede. E ha presentato mercoledì a Roma Hyperloop Italia, una nuova società che vuole realizzare nel Paese il treno che viaggia a 1.200 km orari.

Lo stesso Gresta sarà l’azionista della società italiana, conferendovi anche i progetti di Hyperloop già realizzati all’estero. Poi il capitale sarà aperto ad altri partner industriali che prenderanno parte alla realizzazione. Nel giro di qualche giorno saranno avviati sei studi di fattibilità per altrettante zone d’Italia. Per concentrarsi sul cantiere italiano Gresta, nato a Terni 48 anni fa, ha lasciato la guida operativa della società americana, di cui resta comunque azionista di riferimento. Hyperloop Italia — spiega Gresta — è la prima società al mondo a prendere la licenza completa della commercializzazione delle tecnologie di Hyperloop TT.

In italia Gresta punta a realizzare le sei tratte Hyperloop lungo i binari ferroviari e lungo le autostrade. È in contatto con Anas, Fs, Ferrovie Nord, e sono già stati interessati i presidenti delle Regioni Puglia, Basilicata, Sicilia, Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia. Tra i progetti allo studio di cui si sussurra ci sarebbero le linee Milano Stazione Cadorna-Malpensa Aeroporto in meno di 10 minuti, e Verona-Trieste in mezz’ora. Il nuovo treno verrebbe realizzato direttamente lungo i binari e le strade esistenti, nei corridoi di 20 metri che i gestori ferroviari hanno già in concessione a fianco delle attuali linee, oppure scavando sotto il terreno. I primi studi di fattibilità saranno annunciati il 20 febbraio.

Gresta per il momento non scopre le carte e, in attesa di firmare i contratti, non svela le tratte «ma non è un segreto che abbia incontrato più volte i governatori Luca Zaia, Attilio Fontana, Massimiliano Fedriga e i vertici di Trenord. La mia presenza al workshop Ambrosetti a Cernobbio a settembre ha gettato le basi per un lavoro che sta continuando».

«Io credo molto nel progetto italiano, e vogliono essere in prima persona a sviluppare questo mercato. Torno in Italia per questo, non solo perché voglio rivedere mia madre…», scherza Gresta. Essendo costruito lungo la rete ferroviaria e autostradale, nelle intenzioni di Gresta, Hyperloop non farà concorrenza all’Alta Velocità ma ne sarà un’integrazione. «Quello che già nell’ambiente chiamano corridoio Hyperloop può essere la svolta per l’Italia. Ed è realizzabile in tempi umani. Dall’inizio dello studio al primo passeggero penso che si possa fare in meno di dieci anni». La produzione «avverrà anche in Italia. Essendo un modello basato sulle licenze, noi portiamo la tecnologia e poi facciamo consorzi con dei partner locali».

Come funziona Hyperloop? Il convoglio è formato da un unico vagone che si sposta dentro un tunnel nel quale verrà creato un vuoto d’aria. Il treno, quasi senza attrito, si muove per levitazione magnetica «in modo rapido ed economico», assicura Gresta. Per ridurre l’impatto aziendale di un tubo alto 7 metri si potranno costruire giardini verticali, pannelli intelligenti che trasmettono il panorama che c’è dall’altra parte del tubo e pannelli solari per ridurre le emissioni e dare energia a costo zero ai terreni circostanti. Fondata in California nel 2013 da Bibop Gresta e altri partner, HyperloopTT conta più di 800 ingegneri, creativi ed esperti in tecnologia suddivisi in 52 team multidisciplinari e 50 partner tra aziende e università. Gresta a sua volta, è una storia a sé. Nato a Terni, programmatore diventato per caso ballerino e cantante con la band Mato Grosso, produttore di programmi di Mtv Italia, attore nel film del Piotta «Il segreto del giaguaro», startupper ante litteram, è diventato ricco nel 1999 vendendo per 11 miliardi di lire a Telecom la Bibop, sua società di contenuti che aveva curato il lancio di «Clubnet» la prima offerta internet. Poi ha messo in piedialtre startup, e partecipato alla fondazione di Digital Magics. Quindi nel 2003 l’approdo in Usa. Ora il ritorno in patria, o meglio una vita da pendolare tra l’America e l’Europa.

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