L’ANALISI

Aerei, Air Italy e la «dote» degli slot di Linate che Alitalia non può ereditare

di Leonard Berberi

Aerei, Air Italy e la «dote» degli slot di Linate che Alitalia non può ereditare Un Boeing 737 di Air Italy all’aeroporto di Linate (foto Leonard Berberi / Corriere)

Venti slot all’aeroporto, super-intasato, di Milano Linate. L’unico asset davvero pregiato rimasto ad Air Italy — l’ex Meridiana rilanciata nel 2018 con il 49% di Qatar Airways e finita in liquidazione in bonis l’11 febbraio 2020 — sono queste fasce orarie di decollo e atterraggio. La compagnia non ha alcun aereo di proprietà: i Boeing 737 vecchi che aveva erano stati tutti noleggiati. I 737 Max — fermi da marzo 2019 dopo gli incidenti dell’esemplare in Indonesia ed Etiopia — non solo sono stati usati pochissimo, ma sono stati restituiti a Qatar Airways che li aveva concessi in leasing. Così come sono tornati a Doha gli Airbus A330 — sempre di Qatar Airways — utilizzati per i voli intercontinentali.

Le fasce orarie

La ministra delle Infrastrutture e dei trasporti Paola De Micheli ha riacceso le speranze degli oltre 1.400 dipendenti dell’ex Meridiana parlando di «eventuale integrazione alla nuova Alitalia di alcuni asset di Air Italy». Non ha spiegato di più. Gli addetti ai lavori fanno notare che oltre ad essere una compagnia aerea sostanzialmente priva di asset, sottolineano — in una conversazione con il Corriere — che l’unica «dote» del vettore basato tra Olbia e Malpensa sono appunto i 20 slot a Linate. Diciotto sono propri, gli altre due sono previsti in automatico perché fino a non molto tempo fa garantiva la continuità territoriale con Olbia.

Il nodo Antitrust

Ma sono slot — precisa chi ha modo di leggere le carte — che difficilmente finirebbero dentro Alitalia. Il motivo? La compagnia tricolore possiede già il 65% delle bande orarie nel city airport milanese. Un ulteriore aumento della sua quota farebbe scattare lo stop dell’Antitrust a meno che non sia la stessa Alitalia a cedere qualcosa. Prendiamo, infatti, una settimana «campione»: nel periodo 2-8 dicembre 2019 — stando all’analisi del Corriere — su 866 voli decollati da Linate 586 sono stati di Alitalia, 17 di Air Italy: messi insieme fanno quasi il 70% della movimentazione in partenza.

Il mercato Usa

Si è parlato, poi, degli slot di Air Italy nel mercato statunitense. Ma questi, proseguono gli esperti, valgono poco perché in aeroporti che non hanno problemi di spazio (come Linate). Non solo. Alcune settimane fa l’ex Meridiana ha rischiato di finire fuori dagli accordi dei «cieli aperti» tra Usa ed Europa. Ma l’11 maggio uno studio legale di Washington ha depositato presso il Dipartimento americano dei trasporti la richiesta di autorizzazione a volare tra Italia e Stati Uniti per trasportare merci e persone.

La richiesta

«Anche se Air Italy ha sospeso le operazioni verso gli Usa — scrivono i legali nella missiva — il vettore continua a mantenere la licenza italiana che consente di fornire questo servizio». Il rinnovo dell’autorizzazione a volare tra i due Paesi «sarebbe nel pubblico interesse perché manterrebbe lo status quo mentre l’aviolinea rivede le sue opzioni». Opzioni che ora s’incrociano — secondo la ministra De Micheli — a quelle di Alitalia.

lberberi@corriere.it

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