TRASPORTI

Alitalia, nella nuova compagnia 70 aerei e 4 mila persone in meno

di Leonard Berberi

Alitalia, nella nuova compagnia 70 aerei e 4 mila persone in meno Un Boeing 777 di Alitalia a Roma Fiumicino (foto di Leonard Berberi/Corriere)

Una nuova Alitalia con al massimo una settantina di aerei e quattromila persone meno di quelle di oggi. Sono questi i principali elementi contenuti nelle linee guida del piano industriale che lunedì pomeriggio la rappresentanza italiana — il ministero dell’Economia e delle finanze, i vertici designati della newco (l’ad Fabio Maria Lazzerini e il presidente Francesco Caio) e gli advisor (Grimaldi, Oliver Wyman, Deloitte) — ha presentato in una call per la prima volta ai tecnici dell’Antitrust europea. Un dossier che sarà tenuto sotto stretta osservazione da Bruxelles non soltanto per come verranno utilizzati i tre miliardi di euro stanziati dal governo, ma anche per assicurarsi che venga rispettata la piena discontinuità dall’azienda attuale.

Le linee guida

Nella chiacchierata il ministero ha presentato la sua bozza (di una sessantina di pagine) che prevede una newco con 65-70 velivoli, meno dei 112 aerei dell’attuale Alitalia. Ma è una flotta ridotta quasi obbligata: fonti della Commissione europea confermano di aver chiesto alle autorità italiane di tenere conto delle analisi di mercato. Analisi che stimano un 2021 che inizia con un -40% rispetto ai livelli pre-Covid. Per questo negli scorsi giorni da Bruxelles non hanno mancato di sottolineare che il piano proposto dal ministero dei Trasporti per un’Alitalia con 93 aerei sarebbe stata respinto. Meno aerei (presi tutti dalla flotta dell’attuale società), ma anche meno personale: la nuova Alitalia dovrebbe così avere a disposizione 6.500 dipendenti, 4 mila in meno di quelli attuali.

La bad company

Dall’Europa sottolineano che tecnicamente non si tratta di esuberi: sarà la newco, separata dall’attuale società, ad assorbire con un nuovo contratto di assunzione le 6.500 persone, lasciando alla «bad company» le altre. A livello internazionale i vertici designati vedrebbero un’Alitalia ancora dentro il sistema SkyTeam e agganciato a Delta Air Lines e Air France-Klm, chiudendo così la porta a qualsiasi tentativo di Lufthansa.

Patuanelli: 70 aerei ma nessun esubero

Che tecnicamente non si tratterà di «esuberi» lo conferma anche il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli a margine dell’assemblea dei presidenti di Coldiretti: «Non esistono i 4 mila esuberi. Esiste una dotazione iniziale con un range di 70 aerei che è il numero di quelli che servono oggi per volare. Questo non significa 4 mila esuberi. Non ci sono esuberi nel Piano che ha in testa il governo».

Le richieste europee

Quello di lunedì pomeriggio è stato un appuntamento che nella Ue si aspettavano la scorsa settimana. Si tratta anche di un primo passaggio ufficiale per convincere la controparte comunitaria della bontà del progetto di rilancio della compagnia aerea tricolore (in amministrazione straordinaria dal 2 maggio 2017) e per avere così il via libera della Commissione europea a una Alitalia a trazione pubblica: senza l’ok di Bruxelles, infatti, non potrebbe nascere alcuna newco. Da diverse settimane i tecnici dell’Antitrust europea chiedevano la discontinuità azionaria, di perimetro e dimensione, manageriale e un piano industriale che preveda un pareggio di bilancio in tre anni e un ritorno all’utile in cinque anni dall’avvio della newco.

I prossimi passi

Da Bruxelles avvertono che quello di lunedì non è stato il vertice definitivo. I tecnici dell’Antitrust comunitaria temono che le linee guida del piano industriale esposte durante la call — «diverse dal piano industriale vero e proprio» — possano finire per essere ritoccate durante i passaggi che in Europa chiamano «politici», cioè negli uffici del ministero dello Sviluppo economico e in quello delle Infrastrutture e dei trasporti, stravolgendo l’impostazione discussa. Il timore della Ue, insomma, è che gli italiani — come confida un funzionario — dopo aver ottenuto l’ok su un documento, poi lo modifichino sensibilmente «per renderlo socialmente più accettabile agli occhi dei connazionali». Motivo per cui Bruxelles intende seguire l’iter per diversi mesi anche dopo l’avvio della newco.

I tempi

Una volta ottenuto l’ok europeo si potrà procedere alla costituzione della newco. Secondo il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli «l’obiettivo è avere la newco che vola ovviamente per quest’anno, ma tra ottobre e novembre», ha detto in un’intervista all’Ansa. «Sicuramente già nelle prossime due-tre settimane avremo un quadro più chiaro della composizione societaria», ha aggiunto, ricordando che «bisognerà capire assieme al commissario straordinario e assieme all’Europa come procedere anche in presenza di un bando che è stato sospeso per il Covid». Il periodo autunnale — fanno notare gli esperti — sarebbe preferibile perché consentirebbe di mettere a punto il piano commerciale per la stagione estiva 2021 (cioè da fine marzo al termine di ottobre), periodo in cui le compagnie aeree di solito fanno profitti e che dopo il coronavirus diventa essenziale per la sopravvivenza.

lberberi@corriere.it

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