TRASPORTI

Aerei, decollano i voli «Covid tested» tra Usa e Italia (ma non ci si può spostare per turismo)

di Leonard Berberi e Giuseppe Sarcina

Aerei, decollano i voli «Covid tested» tra Usa e Italia (ma non ci si può spostare per turismo)

Il 19 dicembre decolla il primo volo transatlantico Usa-Italia con tutti i passeggeri sottoposti al tampone. Il collegamento, operato da Delta Air Lines, partirà dall’aeroporto di Atlanta con destinazione Roma Fiumicino. «Saremo il primo scalo in Europa ad attivare corridoi sanitari sicuri con voli “Covid Tested” con alcune destinazioni negli Stati Uniti — spiega in una nota AdR, la società di gestione — sostituendo per i viaggiatori l’imposizione della quarantena fiduciaria all’arrivo in Italia grazie alla collaborazione con Alitalia e Delta». Le cose — stando a quanto appurato dal Corriere della Sera dopo aver parlato con gli americani e dopo aver letto l’ordinanza italiana — sono un po’ «sfumate».

Cosa (non) cambia

Ripartono i voli Italia-Usa? Possiamo quindi andare a visitare i luoghi più famosi oltreoceano e gli americani possono fare lo stesso? Non proprio. Anzi: tecnicamente per gli italiani non cambia proprio nulla, contrariamente a quanto scritto in questi giorni da qualche giornale. Perché questi «corridoi sanitari» hanno una sola direzione (dagli Usa all’Italia, ad ora), si applicano soltanto a chi si deve muovere per motivi particolari (come il lavoro e la salute: la giustificazione del viaggio resta in vigore) e riguardano i cittadini americani o gli italiani/europei residenti legalmente negli Usa.

Come funziona

«Per imbarcarsi sui voli Covid-tested di Delta tra Atlanta e Roma i passeggeri dovranno risultare negativi al Covid-19», spiega in una nota il vettore statunitense. E questo avviene dopo aver effettuato «un test Pcr eseguito fino a 72 ore prima della partenza, un test rapido somministrato all’aeroporto di Atlanta prima dell’imbarco, un test rapido all’arrivo a Roma-Fiumicino, un test rapido a Roma-Fiumicino prima della partenza per gli Stati Uniti». Insomma quattro tamponi in tutto — tra rapidi e «classici» — che dovrebbero ridurre al minimo il rischio di far salire persone positive al coronavirus. Una misura che ricalca quella già avviata a Milano Malpensa da Neos sui voli per la Cina.

Gli aeroporti coinvolti

Ma, come detto, la novità riguarda soltanto i voli dagli Usa. Si parte con Atlanta, ma presto dovrebbe accadere anche negli scali di New York (JFK e Newark) sempre e solo con destinazione Roma Fiumicino. Del resto è quanto deciso dall’ordinanza del ministro italiano della Salute — «di concerto con il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti» e quello «degli Affari esteri e della cooperazione internazionale» — datata 23 novembre.

L’ordinanza italiana

Nelle quattro pagine dell’ordinanza — che il Corriere della Sera ha letto, e che è il risultato di un lungo lavorìo diplomatico condotto dalla Farnesina e dall’Ambasciata a Washington — c’è scritto che si tratta di una sperimentazione, che, salvo proroghe, non si dovrebbe andare oltre il 15 febbraio 2021 e che sono coinvolti i voli «operativi dagli aeroporti di Francoforte, Monaco, Atlanta, New York JFK e Newark con destinazione l’aeroporto internazionale “Leonardo da Vinci” di Fiumicino”. L’ordinanza per ora esclude Milano Malpensa che — spiega più di un esperto — sarebbe il bacino perfetto per questo tipo di test. I test introdotti sui voli «attenzionati» dall’ordinanza — spiega la nota di Delta — «esonereranno dalla quarantena all’arrivo tutti i cittadini statunitensi autorizzati a recarsi in Italia per motivi essenziali, come lavoro, salute e istruzione, nonché tutti i cittadini dell’Unione Europea e italiani». Insomma: niente turisti dall’America, almeno fino a quando l’emergenza sanitaria non sarà contenuta.

Il divieto americano

Ma non si potrà nemmeno visitare l’America, come spiega una portavoce di Delta. L’ordinanza italiana scrive sì che «il ministero della Salute potrà, laddove considerato opportuno, autorizzare voli “Covid-tested” di ritorno verso gli aeroporti» americani (e , in questo caso, verrà richiesto un periodo di isolamento di 7 giorni all’arrivo), ma gli italiani non potranno ancora andare dall’altra parte dell’Atlantico. Il motivo? Basta leggere il proclama della Casa Bianca 9993 e quello emesso il 14 marzo 2020 dove viene decisa la sospensione «dell’ingresso (negli Stati Uniti, ndr) ai cittadini stranieri che si sono recati in uno dei Paesi elencati di seguito nei 14 giorni precedenti al loro ingresso o tentativo d’ingresso». Tra i Paesi c’è l’area Schengen, Italia compresa. «Non esiste una versione americana del decreto italiano — spiega in un’email Delta dopo una richiesta di chiarimenti da parte del Corriere —, questa novità serve a evitare la quarantena al momento dell’ingresso in Italia». E così, i «clienti che vogliono entrare negli Usa devono soddisfare i requisiti previsti». Cioè quelli menzionati poco prima e che non prevedono il via libera per turismo.

Stop ai visti

Ci sono sì delle eccezioni per volare negli Usa dall’Italia, ma riguardano i residenti permanenti legali negli Stati Uniti e «determinati familiari di cittadini americani e residenti permanenti legali». A confermare il «corridoio sanitario» a senso unico sono anche i funzionari americani addetti all’Esta, il sistema di visto elettronico (utilizzati in particolare per visitare l’America per turismo): da marzo la piattaforma non rilascia più le autorizzazioni di ingresso. Non solo: «Ogni viaggiatore con un Esta ancora valido, ma soggetto alle restrizioni del proclama, si vedrà il visto cancellato nel caso tentasse comunque di viaggiare verso gli Usa».

lberberi@corriere.it
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