TRASPORTI
Ita-Alitalia, c’è l’ok dell’Enac ma la vendita dei biglietti è ancora impossibile
di Leonard Berberi
Due giorni dopo l’ok dell’Enac Italia Trasporto Aereo — la newco pubblica creata per subentrare ad Alitalia — non ha ancora iniziato la vendita dei biglietti per i suoi voli dal 15 ottobre. Il sito ufficiale, che sarebbe già pronto, non è ancora visibile, mentre le sue rotte non sono state «caricate» nei sistemi di distribuzione globale, come emerge da un controllo effettuato dal Corriere venerdì 20 agosto. Sono ancora online, invece, i collegamenti di Alitalia dopo metà ottobre anche se dovrebbe smettere di operare il 14 ottobre. Se tutto va bene, stando a chi segue il dossier, ITA potrebbe avviare la commercializzazione all’inizio della prossima settimana, salvo ulteriori intoppi.
I tempi tecnici
Che succede? La versione ufficiale di entrambe le parti è che il passaggio di testimone da Alitalia a ITA non è immediato e richiede un po’ di tempo. Ma dietro le quinte diverse incomprensioni tra le due società stanno ritardando l’avvio delle operazioni della nuova compagnia tricolore, spiegano al Corriere tre fonti ministeriali. Lo scoglio principale — proseguono — ruoterebbe attorno agli aspetti burocratici e all’interfaccia di vendita dei biglietti. Per crearne una da zero ITA avrebbe dovuto spendere qualche milione di euro e lavorare almeno sei mesi. E così la newco ha deciso di appoggiarsi al sistema esistente di Alitalia dalla quale comprerà con trattativa privata il ramo «aviation» (aerei, personale navigante, ecc).
La stessa piattaforma
Questa decisione però crea non poche difficoltà operative. I voli di ITA, stando a quanto filtra dalle fonti, dovrebbero avere gli stessi codici di Alitalia («AZ»). Ma non si possono caricare nei sistemi di vendita se non sono stati prima rimossi dalla stessa piattaforma quelli di Alitalia che recano la stessa indicazione «AZ». Ma chi decide la rimozione? Su questo punto c’è confusione. I commissari attendono un via libera ufficiale dal ministero dello Sviluppo economico — che è titolare del dossier Alitalia —, ma fonti Mise fanno trapelare al Corriere che in realtà non ci sarebbe bisogno di un atto formale del dicastero dal momento che i commissari non sono a responsabilità limitata, ma hanno potere quasi assoluto su Alitalia.
I nodi legali
Non solo. Da un punto di vista strettamente legale la «comfort letter» che la Commissione europea ha inviato a Roma a metà luglio rappresenta una sorta di anticipazione del via libera all’operazione Italia Trasporto Aereo. Ma non sarebbe l’ok ufficiale. Per questo la rappresentanza italiana — a partire dai ministeri dell’Economia e dello Sviluppo economico — si aspetta la settimana prossima da Bruxelles il «perfezionamento» di quella lettera. E però, stando a quanto apprende il Corriere, per l’Ue la «comfort letter» sarebbe più che sufficiente per procedere con l’avvio di ITA dal momento che lì sono contenute le linee guida per l’investimento dello Stato senza incappare nell’accusa di aiuti illegali.
La cessione dei rami aziendali
Il clima teso tra le due società rischia di avere ricadute anche sugli altri dossier delicati. A partire dalle trattative private tra Alitalia e ITA per la vendita diretta del ramo «aviation» della compagnia in amministrazione straordinaria. Trattative che non sono state ancora finalizzate. In tutto questo i commissari dovranno anche pubblicare quattro bandi — che possono anche essere accorpati tra loro —: uno per la cessione del marchio (valutato circa 150 milioni di euro), uno per la vendita del programma fedeltà MilleMiglia (ma ITA non può partecipare), uno per l’handling e un altro per la manutenzione. A proposito del marchio: fonti ministeriali ed europee smentiscono al Corriere che si sia mai parlato di affitto per 2-3 anni da parte della newco, contrariamente a quanto riportato da un giornale.
lberberi@corriere.it