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3 aprile 2021 - 20:12

Alitalia, sugli slot di Linate il rischio della lite giudiziaria tra Italia e Ue

di Leonard Berberi

La battaglia Italia-Europa sugli slot (preziosi) dell’aeroporto di Milano Linate per sbloccare il dossier Alitalia rischia di diventare argomento per gli avvocati della newco pubblica Italia Trasporto Aereo e dell’Antitrust Ue. I tecnici della commissaria per la Concorrenza Margrethe Vestager chiedono tra le altre cose alla nuova società — destinata a rilevare alcuni degli asset di Alitalia — di cedere una parte importante dei diritti di decollo e atterraggio posseduti dall’aviolinea tricolore nel city airport lombardo come condizione per dare il via libera al progetto di rilancio ed evitare le sanzioni per aiuti di Stato. La delegazione italiana ribatte che questo non è possibile perché impatterebbe in modo negativo sui piani di sviluppo della newco.

Lo status dell’aeroporto

Le richieste di Bruxelles, però, rischiano di trasformarsi in un passo falso per l’Antitrust Ue e di dare materiale sufficiente a Italia Trasporto Aereo per fare ricorso nelle sedi giudiziarie europee, spiegano al Corriere della Sera due esperti stranieri che lavorano anche con gli uffici di Vestager. Spingere una nuova società a cedere un bene prezioso come gli slot — è il loro ragionamento — è una doppia forzatura soprattutto se l’oggetto del contendere è un aeroporto come quello lombardo che non soltanto è regolamentato, ma il cui «status» è stato approvato dalla stessa Europa. Linate è uno degli 88 scali europei di «livello 3» («aeroporto coordinato»), struttura cioè dove è necessario farsi assegnare lo slot per poter decollare e atterrare.

Le richieste alla newco

La prima forzatura, sottolineano gli esperti, sta nell’equazione fatta dai tecnici dell’Antitrust Ue alla delegazione italiana. Siccome la newco ITA intende decollare con 45-47 aerei (poco meno della metà della flotta attuale di Alitalia) allora la nuova compagnia deve «liberare» fino alla metà degli slot di Linate, così anche da mostrare una maggiore discontinuità con la vecchia azienda. Ma la richiesta è contestabile legalmente — proseguono gli esperti — perché Bruxelles interverrebbe a priori andando a danneggiare un meccanismo di «correzione» che esiste già nel settore, la regola dell’«80-20»: se l’aviolinea non usa almeno l’80% degli slot assegnati allora li perde nella stagione equivalente successiva.

Le regole del settore

Il ragionamento degli esperti insomma è molto semplice: la «penalizzazione» deve avvenire dopo il fatto, non prima. Certo — proseguono — è quasi impossibile per Italia Trasporto Aereo riuscire a utilizzare almeno l’80% degli slot a Linate con una flotta così ridotta (a meno che non decida di posizionare molti più aerei). Ma è altrettanto vero che intervenendo sul turn-around — cioè il tempo che intercorre tra un atterraggio dell’aereo e la sua ripartenza — la compagnia può puntare a un maggior numero di decolli per aereo e quindi a un maggior utilizzo degli slot.

La contraddizione

La seconda forzatura, invece, finisce per portare l’Ue a una sorta di auto-sconfessione. Alitalia possiede i due terzi degli slot all’aeroporto di Linate e l’Antitrust Ue ritiene che la cessione di un congruo pacchetto garantisca pure una minima competizione facendo entrare nuovi protagonisti. E però, proseguono gli esperti, l’analisi sulla quota di Alitalia non andrebbe fatta sugli slot che ha al city airport milanese, ma sull’insieme di Linate, Malpensa e Bergamo-Orio al Serio che vengono considerati equivalenti. Questo in virtù del decreto Delrio che mette i tre scali in un unico sistema di distribuzione del traffico e che è stato approvato dalla stessa Commissione europea nel 2016.

Il decreto Delrio

In questo modo Alitalia non si ritroverebbe ad avere il ruolo dominante dal momento che a Malpensa prevale easyJet (e Alitalia prima dello scoppio della pandemia volava pochissimo) e a Bergamo domina Ryanair (anche qui Alitalia non opera più). Ma non è soltanto questo. Nel decreto Delrio è contenuto il limite operativo di 18 movimenti orari a Linate (esclusi i voli privati e quelli della continuità territoriale con la Sardegna). Con il suo ok alle norme italiane la Commissione europea ha finito per approvare la riduzione di quella competizione a Linate che oggi alcuni dei suoi tecnici mettono in discussione.

Le discussioni

Da Bruxelles fonti europee spiegano al Corriere che le discussioni tra l’Antitrust Ue e il governo italiano sono a uno stadio ancora così preliminare che sugli slot di Linate non si è nemmeno arrivati in profondità. L’obiettivo è arrivare a un compromesso sui diversi nodi da sciogliere per dare l’ok al decollo di Italia Trasporto Aereo. Il rischio per gli uffici di Vestager sul dossier Alitalia, però, è di ritrovarsi citati alla Corte di Giustizia Ue a Lussemburgo sia dalle compagnie concorrenti (Ryanair, Wizz Air, Iag in primis) sia dal governo italiano.

lberberi@corriere.it