TRASPORTI
Alitalia, sull’affitto alla newco lo spettro della condanna Ue per aiuti di Stato
di Leonard Berberi
L’ipotesi di far affittare gli asset di Alitalia a Italia Trasporto Aereo è sul tavolo del governo da alcuni giorni come soluzione per far decollare la nuova società in tempo per l’estate. Ma si tratta di un’opzione che non è stata mai discussa con la Commissione europea e che richiederebbe ulteriore tempo per una valutazione. Non solo: è anche una strada rischiosa perché sull’azienda in amministrazione straordinaria pende la condanna per aiuti di Stato illegali e quindi lo spettro dalla liquidazione 4-6 mesi dopo la decisione dell’Antitrust Ue. È quanto spiegano al Corriere fonti ministeriale ed europee che lavorano al dossier.
I negoziati in stallo
Più passano i giorni e meno diventano le opzioni del governo per chiudere positivamente la questione Alitalia. I confronti tecnici Roma-Bruxelles proseguono, ma senza fare passi avanti sostanziali. Anzi: da qualche giorno i lavori di fatto si sono fermati — spiegano le fonti — in attesa di un’ulteriore controproposta di Italia Trasporto Aereo che convinca l’Antitrust Ue della bontà del proprio piano industriale e soprattutto della sua discontinuità effettiva con Alitalia. Su diversi capitoli — dagli slot all’aeroporto di Milano Linate alla proprietà del marchio, dall’handling alla manutenzione — non si è trovato ancora un accordo.
L’opzione alternativa
Proprio per questo una delle ipotesi dei commissari è quella dell’affitto alla nuova società dei rami aziendali di Alitalia in amministrazione straordinaria — aviation, servizi di terra e manutenzione — in attesa di risolvere i nodi con la Commissione europea. Ma, come spiegano le fonti, si tratta di una strada che non è stata mai esplorata da Bruxelles e che avrebbe una vita non solo breve, ma anche pericolosa. L’Antitrust Ue a breve dovrebbe pronunciarsi sui due prestiti da 900 e 400 milioni di euro. Almeno sui 900 milioni — proseguono le fonti — sono mesi che i tecnici europei hanno deciso di condannare l’Italia per aiuti illeciti. È molto probabile che lo stesso esito tocchi anche agli altri 400 milioni.
La cassa vuota
Si tratta di denaro che Alitalia dovrà restituire all’ente erogatore — il ministero dell’Economia e delle finanze — in breve di tempo (di solito 4-6 mesi). Ma siccome in cassa quei soldi non ci sono a quel punto l’aviolinea deve interrompere le attività e finire in liquidazione, chiariscono le fonti. L’opzione affitto a ITA diventa così «pericolosa» perché la newco potrebbe ritrovarsi sei mesi dopo senza la società che con i suoi aerei e personale eroga i diversi servizi (i voli, la gestione dei passeggeri e dei bagagli a terra, la manutenzione e la riparazione).
La vendita diretta
Roma e Bruxelles hanno discusso di un’altra opzione: la vendita con trattativa diretta del ramo aviation e l’affitto degli altri rami. Ma si tratta di una soluzione che richiederebbe diversi sacrifici a Italia Trasporto Aereo: la rinuncia del marchio, la liberazione di una fetta rilevante degli slot all’aeroporto di Linate, la creazione dell’handling e della manutenzione ex novo, senza poterli prendere direttamente da Alitalia, cosa che comporterebbe anche ulteriori costi di avvio delle operazioni.
Il piano industriale
Intanto sul fronte ITA da quel che si apprende la nuova bozza del piano industriale prevede nel suo secondo anno di attività — dopo un decollo con 47 aerei passeggeri e 2-3 per il cargo — di incrementare la flotta di quasi due terzi, aggiungendo altri 31 velivoli e portando gli aeromobili complessivi a 78. Le previsioni della Iata, la principale associazioni dei vettori, non offrono molte prospettive per il 2021: secondo loro i volumi di traffico in Europa si aggirano attorno al 40% di quelli registrati nel 2019, prima del Covid.
lberberi@corriere.it