Nel piano di riprotezione dei passeggeri di Alitalia quando la compagnia tricolore lascerà il posto a Italia Trasporto Aereo potrebbe inserirsi anche Ryanair. Ma tutto dipenderà dai tempi e dalle modalità che, per ora, non sono state rese note. È quanto spiega al Corriere della Sera Eddie Wilson, amministratore delegato della più grande low cost d’Europa — e primo vettore in Italia per traffico — durante una recente intervista. Wilson non nasconde però il suo scetticismo su questa operazione che dovrà in ogni caso essere approvata dalla Commissione europea.
Alitalia-Ita, la low cost Ryanair interessata a riproteggere i passeggeri
di Leonard Berberi11 lug 2021
Il piano del governo
Il governo italiano a fine giugno ha stanziato 100 milioni di euro per indennizzare i passeggeri che hanno acquistato un biglietto per voli venduti da Alitalia e previsti quando la compagnia aerea non ci sarà più per far spazio alla newco pubblica Italia Trasporto Aereo. Il fondo si è reso necessario perché l’Antitrust Ue chiede il maggior grado possibile di discontinuità tra la vecchia compagnia e quella nuova. Questo comprende pure i biglietti venduti da Alitalia che non potranno essere ereditati da ITA. Al netto del rimborso, non è ancora noto come avverrà la riprotezione dei passeggeri su altre compagnie e con quali requisiti.
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L’ipotesi asta sui biglietti
Una delle ipotesi è quella dell’asta internazionale sui biglietti con la partecipazione delle compagnie aeree interessate. Asta che su indicazione della Commissione europea potrebbe essere però vietata a Italia Trasporto Aereo — stando a quanto apprende il Corriere da fonti politiche — come segno di ulteriore discontinuità. «Questa della riprotezione è certamente di una questione che prenderemo in considerazione, che studieremo», risponde l’ad di Ryanair. Ma molto dipenderà dalle tempistiche, avverte. «Se saranno ristrette per noi diventa complicato: non abbiamo aerei liberi, la nostra flotta sta volando tutta».
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La newco ITA
Ma il passaggio da Alitalia a ITA non convince Wilson. «È tutto un modo per dire che sono due compagnie diverse quando in realtà sappiamo che ci saranno le stesse persone, gli stessi aerei e lo stesso marchio, mi creda anche lo stesso marchio perché nonostante la gara pubblica quello passerà a Italia Trasporto Aereo», sottolinea l’ad di Ryanair. «Questo cambio dalla vecchia alla nuova compagnia è il gioco delle tre carte: la nuova Alitalia sarà più piccola, con meno connessioni dirette con gli Usa, con l’Asia. I soldi che saranno dati a loro non saranno restituiti a prescindere dal business plan».
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Il mercato in Europa
Italia Trasporto Aereo, prosegue Wilson, «deve competere con la realtà: questo è il nuovo standard in Europa, non c’è più la distinzione tra low cost o tradizionale. Alla gente interessa volare in orario, in piena sicurezza, con aerei nuovi e alle tariffe più basse. Non sono interessati al business model. Se i competitor hanno costi operativi più bassi di te allora sei spacciato in questo settore. E servono soldi per rinnovare la flotta mano a mano perché se non avviene il divario sui costi tra te e gli altri aumenta».
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Il focus sull’intercontinentale
La nuova compagnia tricolore, semmai, deve guardare fuori Europa secondo Wilson. «Mi stupisce la carenza di voli intercontinentali diretti per l’Italia — ragiona —. Se noi possiamo portare tutti gli europei qui da voi con voli diretti, perché non può farlo Alitalia-Ita a livello intercontinentale dove non hanno concorrenza?», si chiede. Invece «quello che fanno è accontentarsi di appoggiarsi a francesi e tedeschi per portare le persone attraverso quegli hub: non è sensato nemmeno da un punto di vista ambientale. Perché non ci sono voli diretti tutto l’anno tra la Sicilia e New York, per esempio?. In Irlanda, un Paese piccolo, pre-Covid c’erano ogni giorno fino a 14 partenze al giorno per gli Usa, figurarsi qui. Perché gli italiani accettano di volare attraverso Parigi, Monaco, Francoforte, Amsterdam?».
lberberi@corriere.it
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