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23 marzo 2021 - 20:34

Alitalia, le indagini Ue sono diventate quattro (e riguardano pure la newco)

di Leonard Berberi

Il progetto di una nuova compagnia aerea italiana ha portato al raddoppio dei dossier dell’Antitrust Ue su Alitalia. Due, già noti, sui prestiti statali da 1,3 miliardi di euro. Gli altri due — che per ora sono sotto un unico numero di fascicolo — riguardano Italia Trasporto Aereo, la newco pubblica creata per rilanciare il vettore tricolore: uno punta a capire il grado di discontinuità tra le due società, l’altro se l’investimento del governo (fino a 3 miliardi) risponde alle logiche di mercato. Con il rischio — nell’ipotesi estrema — che allo Stato italiano venga chiesto di recuperare fino a 4,3 miliardi di euro. È quanto apprende il Corriere della Sera da due fonti comunitarie che chiedono l’anonimato perché non autorizzate a discuterne pubblicamente.

Il confronto

I quattro filoni — proseguono le fonti — sono il cuore delle discussioni tra la commissaria Margrethe Vestager e i ministri italiani competenti sul dossier Giancarlo Giorgetti (Sviluppo economico), Daniele Franco (Economia) ed Enrico Giovannini (Infrastrutture e mobilità sostenibili). La delegazione italiana — che venerdì si confronterà per la terza volta con Vestager — sta lavorando assieme ai propri tecnici e a quelli della newco da un lato per convincere l’Antitrust comunitario che i quattro filoni non vanno considerati come parte dello stesso dossier, dall’altro per certificare la bontà del progetto di rilancio dell’aviolinea tricolore puntando a sostenere che l’investimento è «fino a» 3 miliardi di euro.

Le due inchieste

I primi due filoni d’indagine — fascicoli «SA.48171» e «SA.55678» — riguardano i soldi pubblici che i governi italiani hanno stanziato per tenere in vita Alitalia nel 2017 (900 milioni di euro) e a fine 2019 (400 milioni) mentre la compagnia scivolava in amministrazione straordinaria dopo l’esperienza fallimentare con Etihad Airways. Il sospetto europeo — dopo le denunce delle compagnie aeree comunitarie tradizionali e low cost tra le quali British Airways/Iag e Ryanair — è che si tratti di aiuti di Stato erogato in modo illegale. Al totale di 1,3 miliardi di euro andrebbero aggiunti anche circa 300 milioni di interessi sui prestiti.

L’esito

La doppia inchiesta europea su Alitalia dovrebbe concludersi nel giro di un paio di settimane — stimano le fonti comunitarie — e la condanna è considerata l’«unico risultato plausibile». Ma a Bruxelles si cerca di capire se dare l’annuncio prima del via libera a Italia Trasporto Aereo, durante o dopo. Su questo si gioca una dei nodi delle trattative tra Roma e l’Unione europea e il risultato dovrebbe puntare a un sorta di compromesso anche comunicativo. Le autorità italiane pure danno sostanzialmente per scontata la condanna per aiuti di Stato — spiega una fonte istituzionale —, ma sperano in un’assoluzione sulla tranche da 400 milioni che non presenterebbe le stesse criticità di quella da 900 milioni (in realtà in Europa non vedono queste differenze tra le due tranche).

Il terzo filone

Proprio i timori della condanna spingono il governo a lavorare al meglio sugli altri due filoni di approfondimento che riguardano la newco e che servono a costruire un cordone di protezione attorno al progetto di rilancio dell’aviolinea tricolore. In uno dei faldoni i tecnici della Direzione generale della Concorrenza della Commissione europea vogliono capire Alitalia e Italia Trasporto Aereo sono la stessa cosa oppure no. Il sospetto principale — spiegano le fonti — è che l’Italia abbia deciso di creare ITA solo per far transitare quanto più personale possibile ora in Alitalia. La certificazione della discontinuità — che secondo Bruxelles dovrebbe passare anche attraverso l’abbandono del marchio — eviterebbe alla newco di dover restituire gli 1,3 miliardi di euro (più interessi) dell’amministrazione straordinaria in caso di condanna.

La lente sulla newco

C’è però anche il filone circoscritto soltanto al progetto della newco. Nel decreto di costituzione il governo ha deciso di stanziare fino a 3 miliardi per avviare e far sviluppare la compagnia aerea. Una delle ultime bozze del piano industriale di Italia Trasporto Aereo ipotizza di richiedere fino a 2 miliardi nei primi tre anni, salvo poi ricorrere al miliardo rimanente per ulteriori investimenti di sviluppo. Ma questo investimento — ha chiarito più volte l’Antitrust Ue al governo italiano — deve avvenire a condizioni di mercato su ogni capitolo: dall’assunzione del personale alla flotta (acquisto o leasing degli aerei), dai contratti commerciali ai piani di sviluppo.

L’accordo politico

È, anche questo, un passaggio delicato perché se l’Antitrust Ue non dovesse ritenere il progetto di Italia Trasporto Aereo basato sui normali parametri di mercato allora la newco dovrebbe restituire i soldi pubblici. E quindi chiudere. Su questo aspetto i ministeri coinvolti si sentono però tranquilli: fonti istituzionali fanno intuire che tra Bruxelles e Roma l’accordo di massima c’è già e che si sta lavorando ai dettagli tecnici. Ci sarebbe insomma l’ok all’avvio della nuova compagnia aerea tricolore. Ma la rapidità o meno dell’esito dipende — spiegano le fonti comunitarie — dal numero di concessioni del governo italiano.

lberberi@corriere.it