TRASPORTI
Ita-Alitalia, il mercato rallenta il recupero: i numeri della newco rivisti al ribasso
di Leonard Berberi
Il piano industriale di Italia Trasporto Aereo potrebbe aver bisogno di una revisione al ribasso delle sue prospettive di sviluppo da qui al 2025. Le ultime analisi del settore sull’Italia mostrano un rallentamento della ripresa dei flussi passeggeri (e dei ricavi delle aviolinee) rispetto a quanto stimato la scorsa primavera. Per questo l’intenzione della newco pubblica — che il 15 ottobre dovrebbe subentrare ad Alitalia — di passare da 52 aerei al decollo a 78 entro il 2022 rischia di restare solo tale, dal momento che le prospettive attuali suggeriscono di non andare oltre i 60-62 velivoli entro la fine dell’anno prossimo. È quanto spiegano al Corriere della Sera fonti ministeriali a conoscenza del dossier. Che sottolineano come questo richieda anche una riduzione del personale da assumere dopo l’avvio delle operazioni.
Il tavolo con i sindacati
Il 6 settembre, proseguono le fonti, è previsto forse il confronto più delicato tra i sindacati e i vertici di Ita, il presidente Alfredo Altavilla e l’amministratore delegato Fabio Lazzerini. Sul tavolo ci sono il nodo delle assunzioni e quello del nuovo contratto di lavoro tagliato in media del 15% da recuperare successivamente con i premi di risultato quando la nuova compagnia vedrà i profitti. Ma sulle trattative potrebbero planare anche le ultime previsioni sul mercato Italia che sono meno rosee per i prossimi quattro anni e che — stando agli esperti internazionali — consiglierebbero a Ita una riduzione dei velivoli e del personale rispetto a quanto previsto dal piano industriale.
Gli scenari
Secondo Bain & Company se i ricavi complessivi delle aviolinee nel 2019 sono stati 666 miliardi di dollari, per quest’anno il valore base si aggira attorno a 255 miliardi, in peggioramento rispetto alle precedenti stime di 24 miliardi. Quanto all’andamento del mercato alla fine del 2023 i collegamenti all’interno dell’Europa dovrebbero attestarsi a -9% rispetto al 2019, ma i voli con l’Asia segnerebbero ancora -16% e quelli con il Nord America -17%, in lieve peggioramento rispetto allo scenario di maggio. Per quanto riguarda l’Italia il primo vero mese di ricavi — luglio — nel 2022 dovrebbe essere al -22% rispetto ai valori pre-Covid. Ma è anche uno dei due mesi — l’altro è agosto — in cui il mercato va storicamente meglio.
Il mercato Italia
Se nel nostro Paese a recuperare quasi tutto sarà prima il mercato dei voli nazionali (nel 2023) e poi quello dei voli con l’Europa (2024-25), il settore intercontinentale invece si mostra ancora molto debole, stando all’analisi dei dati, con un -75% nel 2022 e un -31% tra quattro anni rispetto ai numeri del 2019. Nella sua ultima versione il «Passenger forecast 2020-2039» della Iata e di Oxford Economics evidenziano anche il peggioramento delle stime di crescita dei quattro bacini intercontinentali da/per l’Italia — Stati Uniti, Brasile, Argentina, Giappone — che sono pure i mercati di riferimento di Alitalia e di Ita. Nei primi sette mesi di quest’anno in Europa l’indicatore chiave «Revenue passenger-kilometer» (cioè il numero di passeggeri trasportato per ogni chilometro volato) segnava -74,1% sui valori pre-Covid, secondo la Iata.
La flotta e i finanziamenti
Come rivelato dal Corriere la newco oltre al balzo del 50% degli aerei dal 2021 al 2022, prevede poi di salire a 100 jet nel 2023, 103 nel 2024 e 105 nel 2025. Con le nuove stime di mercato la flotta potrebbe risultare sovradimensionata già dal prossimo anno — proseguono le fonti ministeriali — intaccando la riserva di cassa. Se la pandemia continuerà a far sentire i suoi effetti anche nei primi sei mesi del 2022 è allora probabile che alla fine del piano industriale Ita potrebbe non aver bisogno di più di 100 aerei e al massimo 7.500-7.700 dipendenti (includendo handling e manutenzione). La newco parte quest’anno con una dotazione di 700 milioni di euro (che serviranno anche a vincere il marchio «Alitalia»), ai quali verranno aggiunti 400 milioni nel 2022 e 250 milioni nel 2023.
lberberi@corriere.it