LA CRISI

Alitalia, arriva la condanna Ue: i 900 milioni di prestito sono aiuti di Stato illegali. Via libera alla newco Ita

di Leonard Berberi

Alitalia, arriva la condanna Ue: i 900 milioni di prestito sono aiuti di Stato illegali. Via libera alla newco Ita

La Commissione europea ha concluso che i 900 milioni di euro di prestito statale concessi dall’Italia ad Alitalia nel 2017 sono illegali. Pertanto Roma deve attivarsi per recuperare quella cifra assieme agli interessi di circa 150 milioni di euro. Con un giorno di ritardo sulla tabella di marcia iniziale — e non senza qualche tensione con il governo — Bruxelles boccia ufficialmente la decisione di tenere a galla la compagnia aerea dopo il fallimento dell’investimento di Etihad. La Commissione aggiunge poi che «resta aperta l’indagine Ue per valutare la conformità alle norme comunitarie dell’ulteriore prestito ponte di 400 milioni concesso alla compagnia nel 2019».

La nota

«A seguito della nostra indagine approfondita siamo giunti alla conclusione che due prestiti pubblici del valore complessivo di 900 milioni di euro concessi dall’Italia ad Alitalia hanno conferito ad Alitalia un vantaggio sleale rispetto ai suoi concorrenti, in violazione delle norme UE in materia di aiuti di Stato», spiega nella nota Margrethe Vestager, vicepresidente esecutiva responsabile della politica di concorrenza. «Essi dovranno quindi essere recuperati dall’Italia presso Alitalia, per contribuire a ripristinare condizioni di parità nel settore europeo dell’aviazione».

L’ok a Ita

Nell’annunciare la condanna di Alitalia la Commissione europea conferma anche l’altra decisione: che Italia Trasporto Aereo «non è il successore economico di Alitalia e quindi non è responsabile del rimborso degli aiuti di Stato illegali ricevuti da Alitalia». Non solo. Bruxelles autorizza anche l’investimento di 1,35 miliardi da qui al 2023 nei confronti della newco concludendo che «i conferimenti di capitale sono conformi alle condizioni di mercato e non si configurano quindi come aiuti di Stato ai sensi delle norme Ue». È questo un passaggio chiave perché può accelerare il percorso di passaggio di testimone tra la vecchia e la nuova compagnia. Sulla somma a disposizione, stando a quanto apprende il Corriere, viene anche chiarito che l’Ue ha dato l’ok a 1,35 miliardi e non ai 3 miliardi previsti dal decreto di costituzione del 2020. Questo significa che fino al 2025 lo Stato è autorizzato a investire fino a 1,35 miliardi, non un centesimo di più.

I paletti

Per garantire la discontinuità la Commissione europea ha ottenuto dall’Italia diverse cose. Il ramo «Aviation» — che Ita potrà comprare direttamente da Alitalia — «avrà un perimetro di attività notevolmente ridotto e gestirà meno della metà della flotta di aeromobili di Alitalia, concentrandosi sulle rotte redditizie e abbandonando quelle in perdita». Confermato poi il taglio degli slot (-15% a Milano Linate, -57% a Roma Fiumicino). Handling e manutenzione saranno vendute mediante gare d’appalto aperte, trasparenti, non discriminatorie e incondizionate». Ita potrà partecipare come azionista di maggioranza per l’handling e di minoranza per la manutenzione. Il brand Alitalia «sarà ceduto al miglior offerente mediante gara» cui Ita potrà partecipare in concorrenza con altri offerenti. Il programma di fidelizzazione di Alitalia (MilleMiglia) non potrà andare a Ita, così come i biglietti prepagati di Alitalia. Ita, poi, «assumerà un numero notevolmente ridotto di personale proveniente dal mercato, Alitalia compresa, ma con un nuovo contratto di lavoro conforme alle condizioni del mercato».

Le due indagini

Nei confronti di Alitalia sono state avviate due indagini per aiuti di Stato presunti illegali. La prima, la cui decisione (condanna) è stata ufficializzata il 10 settembre, riguarda i 900 milioni di euro erogati nel 2017. La seconda, ufficialmente ancora in corso, si concentra sugli altri 400 milioni di euro (più interessi) che il governo italiano ha stanziato nel 2019 sempre al vettore tricolore. Il fascicolo sulla prima somma — 900 milioni — è stato aperto ad aprile 2018 dopo che l’aviolinea tricolore è finita in amministrazione straordinaria in seguito alla bocciatura dei dipendenti del piano di rilancio proposto da Etihad (socio al 49%). Bruxelles ha dovuto avviare l’indagine dopo le denunce di Ryanair, Iag (holding di British Airways, Iberia, Vueling, Aer Lingus) e la slovena Adria Airways (che nel frattempo è fallita). Alla fine di febbraio 2020 è arrivata la seconda indagine per il prestito ponte di 400 milioni erogato a fine 2019.

La protesta

A Roma slogan, striscioni, bandiere sindacali e cori sono andati in scena durante la manifestazione partita a piazza San Silvestro, a pochi passi da Palazzo Chigi, dei lavoratori Alitalia. In centinaia hanno protestato contro il piano della newco Italia Trasporto Aereo che prevede l’assunzione di sole 2.800 persone (contro i 10.200 attuali nella vecchia compagnia). Nei giorni scorsi sono fallite le trattativa tra i sindacati e i vertici di Ita (il presidente Alfredo Altavilla e l’ad Fabio Lazzerini) sul nuovo contratto di lavoro. La newco procederà con l’assunzione dei lavoratori adottando un regolamento proprio.

lberberi@corriere.it

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