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Alitalia, l’accusa degli aeroporti: l’ultimo anno non ha pagato 100 milioni

di Leonard Berberi

Alitalia, l'accusa degli aeroporti: l'ultimo anno non ha pagato 100 milioni

Alitalia, la compagnia aerea che smetterà di volare a metà ottobre, non avrebbe saldato agli aeroporti italiani fatture per un valore di circa 100 milioni di euro soltanto nell’ultimo anno, quello della pandemia. A dirlo al Corriere della Sera durante una chiacchierata telefonica è Carlo Borgomeo, presidente di Assaeroporti, l’associazione che nel nostro Paese rappresenta le società di gestione degli scali. A questi andrebbero poi aggiunti decine di milioni di euro che il vettore tricolore non ha pagato prima del 2 maggio 2017, quando è finita in amministrazione straordinaria.

La denuncia

Borgomeo definisce «grave» la questione dei crediti vantati dai gestori nei confronti di Alitalia. «La comprensibile volontà di favorire la nascita della compagnia nazionale di riferimento (Italia Trasporto Aereo, ndr) e di gestire al meglio una grave crisi occupazionale non può tuttavia sottovalutare la situazione di difficoltà degli aeroporti, anch’essi impegnati in una complicata opera di ripartenza e di salvaguardia di migliaia di posti di lavoro», sostiene il presidente di Assaeroporti durante l’assemblea riunita a Roma. «Non si può continuare a ignorare che il vettore da tempo non paga i gestori aeroportuali e che i crediti hanno assunto dimensioni non più sostenibili». Durante la chiacchierata Borgomeo ricorda che la pandemia ha avuto effetti devastanti anche sui conti delle società di gestione e «cento milioni di euro in meno pesano».

Le revocatorie dei commissari

Il Corriere ha chiesto una replica ai commissari di Alitalia, ma senza ottenere una risposta al momento della pubblicazione dell’articolo. Dall’avvio della gestione commissariale — spiegano due fonti aeroportuali — il vettore ha iniziato a pagare diverse fatture per il periodo di competenza. Ma stando ai documenti ufficiali nella primavera-estate 2020 la stessa gestione commissariale ha depositato diversi atti al Tribunale civile di Civitavecchia per richiedere alle società aeroportuali la revoca dei pagamenti effettuati «nei sei mesi antecedenti» all’entrata in amministrazione straordinaria di Alitalia. Ad Adr (Roma Fiumicino e Ciampino), per esempio, sono stati chiesti indietro circa 35,4 milioni di euro, «oltre interessi legali e rivalutazione monetaria» (se ne riparlerà in tribunale a dicembre). Per Sea — società che gestisce Milano Linate e Malpensa — l’atto prevede la restituzione ad Alitalia di 27,2 milioni di euro.

Verso il «carbon neutral»

La riunione di Assaeroporti è servita anche a prendere alcune importanti decisioni strategiche per il prossimo triennio. «Come associazione abbiamo deciso di non giocare in difesa sul tema della sostenibilità ambientale», spiega al Corriere il presidente Borgomeo. L’obiettivo è che gli scali nazionali diventino tutti «carbon neutral» entro il 2030 (l’Unione europea lo fissa al 2050) «anche se alcuni aeroporti sono già avanti su questo tema», prosegue.

Le compensazioni non erogate

Carlo Borgomeo, presidente di Assaeroporti
Carlo Borgomeo, presidente di Assaeroporti

Ma la sostenibilità richiede anche investimenti. E in un momento in cui i livelli di traffico sono ancora lontani da quelli pre-Covid. Le società di gestione — calcola Borgomeo — hanno registrato una perdita complessiva di 1,5 miliardi di euro nei primi dodici mesi della pandemia (febbraio 2020-gennaio 2021). La Commissione europea ha approvato i principi del fondo di compensazione per 800 milioni nel periodo 1° marzo-14 luglio 2020: 735 milioni per le società di gestione e 65 milioni per gli handler. Ma finora nelle casse delle aziende non è entrato nemmeno un centesimo, per questo il presidente di Assaeroporti chiedere l’«erogazione urgente». Erogazione che potrà avvenire dopo il decreto attuativo per distribuire le risorse e la valutazione di congruità dell’Enac: solo a quel punto gli scali conosceranno l’ammontare degli indennizzi per ogni singola società.

Il caso dei bagagli

Alitalia è finita anche nel mirino dell’Ente nazionale per l’aviazione civile (Enac) a proposito dei disservizi nella gestione bagagli causati dallo stato di agitazione dei lavoratori. In una nota l’Enac ha chiesto ad Alitalia «di informare i passeggeri, prima del volo, nel caso in cui siano a conoscenza che potrebbero esserci disguidi nella gestione dei bagagli da stiva». «Un’informazione preventiva — prosegue l’ente — limiterebbe anche assembramenti nei pressi dei nastri per la riconsegna bagagli e nei Lost&Found degli aeroporti». In ogni caso l’Enac «invita anche i passeggeri a informarsi con l’Alitalia prima di recarsi in aeroporto e a limitare, se possibile, l’imbarco di bagagli da stiva».

Le trattative sindacati-Ita

Sul fronte Italia Trasporto Aereo riprendono i negoziati tra i sindacati e i vertici aziendali (il presidente Alfredo Altavilla e l’ad Fabio Lazzerini). Il prossimo appuntamento è per le 9 di martedì mattina, 14 settembre. In una lettera inviata alle sigle — e che il Corriere ha potuto leggere — Altavilla convoca i sindacati «per l’esame delle condizioni di lavoro del personale di Ita». Il nodo centrale è il nuovo contratto di lavoro. Ma, precisa il presidente, «rimane confermato che il confronto si svolgerà sulla base dei documenti consegnati nel corso dell’incontro del 6 settembre e ferma restando la nostra comunicazione dell’8 settembre relativa alla avvenuta chiusura della procedura di informazione e consultazione sindacale avviata il 23 agosto».

lberberi@corriere.it

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