IL DOSSIER
Alitalia e i 112 euro di ricavo per ogni passeggero
L’inchiesta del «Corriere» sui conti della compagnia nel primo semestre 2019: meno di 80 euro nei voli domestici-europei, oltre 400 per quelli intercontinentali
di Leonard Berberi
I dati del primo semestre
Per ogni biglietto emesso su un proprio volo Alitalia ha ricavato, in media, poco più di 112 euro a tratta. Ma con un divario tra le tratte di breve-medio raggio e quelle nel lungo: nel primo caso i voli domestici ed europei si attestano sotto gli 80 euro, quelli intercontinentali sopra i 400 euro. Sono questi alcuni dei dati sul primo semestre di quest’anno del vettore in amministrazione straordinaria che emergono da un’analisi del Corriere della Sera incrociando i numeri forniti dai commissari nelle audizioni e una dozzina di documenti della compagnia negli ultimi due anni e mezzo. Dati, è bene precisarlo, frutto di un’elaborazione sulla base delle prestazioni e dell’andamento di questo periodo depurati dalle varie tassazioni che vengono pagate dal cliente, ma non finiscono nelle casse di Alitalia. Il vettore tricolore preferisce non confermare o smentire.
L’audizione
Nell’audizione alla Camera del 6 novembre Stefano Paleari, uno dei tre commissari di Alitalia, ha rivelato che nei primi sei mesi dell’anno la compagnia ha avuto ricavi pari a 1,443 miliardi di euro, in crescita del 3% sullo stesso periodo del 2018 e del 7,7% sul semestre 2017. Di questi – ha proseguito Paleari — 543 milioni di euro sono ricavi del lungo raggio. La terna commissariale non ha esposto altre cifre su questa voce. Un’elaborazione del Corriere sull’andamento storico dell’azienda stima che il corto e medio raggio (cioè i voli domestici e quelli verso l’Europa, il Medio Oriente e il Nord Africa) abbia generato ricavi nel primo semestre 2019 pari a circa 692 milioni di euro. Ulteriori 208 milioni sono introiti «altri».
La media
Sul totale di 1,443 miliardi di euro di entrate, quindi, 1,235 miliardi derivano dalla vendita dei biglietti. Si tratta di una voce che non tiene conto dei costi, ma serve a fornire un’indicazione delle politiche di prezzo della compagnia. Come la tariffa media, appunto. Che, presi i 10,1 milioni di passeggeri stimati nel primo semestre 2019 (anche in questo caso il vettore non fornisce uno scorporo), porta a 112,3 euro la spesa media per viaggiatore imbarcato in un aereo Alitalia. Questa cifra — calcola il Corriere — è destinata a sfondare i 124 euro alla fine di dicembre grazie ai due mesi di picco (luglio e agosto fanno balzare i valori considerato il picco di vacanzieri), un paio di euro più del 2018 e quasi dieci euro più del 2017.
I diversi voli
Ma quei 112,3 euro nascondono le variazioni per segmento di mercato. E anche in questo caso le valutazioni del Corriere tengono conto dell’andamento storico. L’87% dei passeggeri di Alitalia vola sulle tratte brevi e medie (circa 8,8 milioni di persone), il restante 13% (1,3 milioni) s’imbarca sui Boeing 777 e sugli Airbus A330 diretti nel Nord e Sud America, Asia, Africa. Incrociando queste cifre con i ricavi dei due segmenti è possibile stimare il costo del biglietto: 78,7 euro per i voli nazionali-europei, 413,6 euro per quelli intercontinentali. Valori che, è doveroso precisarlo, tengono conto di tutte le classi di volo (Economy, Premium, Business).
Il confronto
A livello europeo bisogna tornare al 2018 per avere un elemento di confronto. L’anno scorso la tariffa media di Alitalia è stata di poco più di 122 euro nel complesso. Se si restringe il campo al solo segmento domestico-continentale del vettore tricolore allora il ricavo medio del biglietto è stato di 78 euro. Più delle low cost — al netto degli extra — Ryanair (37 euro), Wizz Air (47), easyJet (61) che ovviamente hanno un altro modello di business e volano anche soltanto sul corto e medio raggio. Quei 122 euro sono inferiori alle dirette concorrenti Lufthansa (176), Iag, l’holding di British Airways-Iberia-Vueling-Aer Lingus-Level (191) e Air France-Klm (210).
lberberi@corriere.it