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6 settembre 2020 - 16:21

Gualtieri: Pil meglio del previsto, l’Italia sarà più forte di prima

di Giuliana Ferraino, inviata a Cernobbio

«Siamo determinati a utilizzare al meglio le risorse Ue, che significa non disperderle in mille rivoli di micro progetti, ma solo in progetti con un impatto significativo, su direttrici coordinate e coerenti», esordisce subito il ministro delle Finanze Roberto Gualtieri, che ha concluso i lavori del Forum The European House Ambrosetti Cernobbio. E’ una risposta alle preoccupazioni del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che sabato aveva messo in guardia dal rischio di creare debito inutile sulle prossime generazioni. Anzi, Gualtieri aggiunge che il governo non farà «debito cattivo»: la composizione dei progetti sarà virtuosa e, combinata alle riforme strutturali, avrà un impatto anche sulla crescita del debito, rassicura. Perché l’obiettivo non è di riparare le cose che finora hanno funzionato male, ma di guardare al futuro e di rendere l’Italia più forte, più digitale, anche grazie alla rete unica, più sostenibile e più solidale.

Recovery Fund è «opportunità unica» per l’Italia

Il Recovery Fund è «un’opportunità unica che il Paese deve cogliere per uscire da questa crisi ma anche per rimettere l’Italia su un cammino di crescita», sostiene il ministro. «Siamo stati feriti da una pandemia molto forte che ci ha colpito per primi, ma guardiamo al futuro con fiducia. L’Italia ha reagito bene alla crisi, i cittadini, gli operatori sanitari le imprese e anche il governo. Una percezione ampiamente condivisa». Ma anche perché «l’Europa questa volta è stata davvero all’altezza della sfida». L’interdipendenza evidente da questo choc richiedeva una solidarietà e una piena sovranità condivisa. E questo ha dato una «spinta a una nascente società europea». Grazia alla lungimiranza di molti Paesi, come Francia e Germania, ma anche grazie al ruolo politico di questo governo, che sabato «ha compiuto un anno», ricorda Gualtieri. «Sono scelte storiche, che sarebbe difficile sottovalutare, come ricordato anche Mattarella».

Caduta Pil «senza precedenti», ma meno peggio del previsto

Certo non significa eludere la durezza della crisi. Quest’anno la caduta del Pil sarà «senza precedenti», afferma Gualtieri. Invitabile se si chiude per due mesi il 50% dell’economia e se si tiene conto del l’interidpendenza internazionale. «Tutto ciò spiega perché ci sarà impatto significativo sul Pil, in particolare nel secondo trimestre, con un -12,8%. Ma da una serie di indicatori, valutiamo che il rimbalzo del 3° trimestre sarà maggiore del -9,5% della previsione del Def. E la contrazione annuale del Pil potrebbe non essere lontana da quanto previsto in aprile. Non posso dare un dato preciso. Ma al momento è ben inferiore di quanto stimato da molti previsori e non è a 2 cifre», sostiene. Precisando che la stima «incorpora un doveroso grado di cautela per il quarto trimestre». Insomma, la previsione è «positiva ma cauta», perché «siamo consci dei rischi per la ripresa contagi, dei fattori climatici, e di altre variabili anche legate alla domanda estera», e però già incorporate nella previsione del governo.

Il ministro si aspetta che «la normalità tornerà nel corso del 2021 e l’economia riaprirà». Una resilienza dell’economia soprattutto dovuta all’efficacia dell’azione di contenimento e alla capacità di ripartire, ma anche al «fortissimo stimolo fiscale» del governo che insieme alle istituzioni europee ha ritenuto di varare. «Parliamo del 6% del Pil, condizione necessaria per tenere in piedi l’apparto produttivo e farlo ripartire».

Le riforme e i soldi del Recovery Plan

Gualtieri ha ricordato «la crescente selettività» degli interventi, per accompagnare la ripresa dell’economia fino a quando entreranno in campo le risorse della partita del Recovery Plan. «Stimo lavorando presto e bene: presto significa non aspettare la scadenza di aprile, ma essere in grado già dal primo giorno, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale per la presentazione ufficiale dei progetti. Ma avere delle linee essenziali dei piani già a partire dal mese di ottobre per mettere a punto la composizione del piano».

Gualtieri: Italia sara paese migliore

Il nostro impegno — ha sottolineato Gualtieri — non è per riportare l’italia a com’era prima della crisi, perché non era abbastanza forte equa e sicura , ma per ritrovarci in un Paese migliore, in cui gli italiani possano riconoscersi con più fiducia e coraggio. E questo richiede uno sforzo corale e collettivo. Il nostro piano avrà una coerenza, ma anche una forte azione di ascolto in queste settimane in cui si arriverà alla definizione di progetti, di intenso confronto con il mondo economico, produttivo, sociale e culturale. Dobbiamo lavorare tutti insieme».

Il piano di riforma del governo

L’obiettivo del Piano per la ripresa del governo è di «individuare con precisione le debolezze strutturali» che per molti anni hanno fatto arretrare l’Italia in Europa, spiega il ministro, determinando un basso incremento della produttività, un basso tasso di crescita potenziale dell’Italia, un basso rapporto tra investimenti fissi e Pil, investimenti pubblici inferiori rispetto ai partner europei, investimenti in R&S più bassi, basso tasso di fecondità, sottocapitalizzazione delle imprese, facendo crescere il debito pubblico. Ecco perché l’intenzione è di modulare il Piano per «modificare in modo strutturale queste variabili, per incidere su di esse con lo sguardo non solo ai problemi e alle questioni accumulate, ma anche al futuro». E sottolinea: «Non vogliamo solo riparare le cose che hanno funzionato poco bene, ma anche pensare al futuro: transizione digitale ed ecologica, qualità dello sviluppo, inclusione sociale». Sono anche le 3 grandi linee guida del piano francese.

Innovazione, digitalizzazione, infrastrutture, ambiente

L’elenco è lungo, ma il focus, indica Gualtieri, sarà su «innovazione, digitalizzazione, infrastrutture, graduale de-carbonizzazione dell’economia, istruzione, salute, ricerca, formazione fisco, lavoro». La visione di fondo è «alzare significativamente il tasso di investimento dell’economia e renderla più sostenibile, con tassi di crescita più elevati rispetto al passato, ma anche più resiliente a nuovi choc».

Il Nadef e le riforme

Il Nadef (la nota di aggiornamento del documento di economia e finanza) a fine mese — anticipa il ministro — indicherà la composizione aggregata e l’articolazione temporale delle riforme nel quadro di una strategia di bilancio di medio termine, che indicherà anche «un sentiero significativo di discesa del rapporto debito e Pil». Tra i piatti forti del piano il ministro indica il potenziamento e il prolungamento della transizione all’industria 4.0, un forte sviluppo delle infrastrutture digitali, ora anche grazie alla prospettiva positiva di avere una rete unica, neutrale e aperta a tutti».

Dall’economia circolare agli asili nido e al fisco

Nella lista ci sono anche l’economia circolare e il potenziamento delle infrastrutture sociali, che include asili nidi, assistenza territoriale, non solo in termini di coesione sociale ma anche per influire sulla domanda e l’offerta di lavoro femminile. Senza dimenticare il fisco.

La riforma fiscale: più soldi al ceto medio

«Il Recovery Plan ci dà le condizioni, uno spazio anche fiscale, per far entrare a regime una riforma che speriamo anch’essa sia ambiziosa e dia semplicità al sistema tributario e una riduzione del carico anche fiscale, soprattutto per i redditi medi e medio bassi. La riforma strutturalmente si finanzierà con il contrasto all’evasione fiscale e con la riforma del sistema delle detrazioni della tassazione ambientale», valuta Gualtieri.

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