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Wall Street, Twitter crolla del 10%, Facebook in forte calo. «Effetto Trump» sulla Borsa

di Redazione Economia

Wall Street, Twitter crolla del 10%, Facebook in forte calo. «Effetto Trump» sulla Borsa

Twitter affonda a Wall Street. I titoli della società che controlla il social che cinguetta hanno cominciato la giornata di contrattazione in calo del 10% (il calo a metà giornata restava superiore al 6%). La discesa è legata alla decisione di bandire l’account personale di Donald Trump per il rischio di ulteriori violenze negli Stati Uniti. Giù del 3,2% Facebook, l’altro social network che ha bandito l’account di Trump. Venerdì 8 gennaio la piattaforma dei cinguettii ha chiuso l’account @realDonaldTrump, motivando la decisione con la preoccupazione che Trump lo usasse per «ulteriore incitamento alla violenza». In tutta risposta Trump ha dichiarato che costruirà una sua piattaforma e che non sarà mai messo a tacere. Le Big Tech in calo a Wall Street pagano anche lo stop di Parler, il «Twitter della destra», che ha acceso il dibattito sul potere eccessivo nelle mani della Silicon Valley. Apple perde il 2,39%, Amazon l’1,81% e Google l’1,51%. Il social Parler, scelto da trump dopo la messa al bando da Twitter, è stato di fatto spento da Amazon, dopo che Google e Apple lo avevano escluso dalle app scaricabili sugli smartphone. Amazon ha sospeso il social network Parler dai suoi server alle 9 circa di lunedì 11 gennaio (ora italiana). Questo vuol dire che Parler non è più raggiungibile in alcun modo ed è, di fatto, offline.

Stop alle donazioni alla politica

Il rapporto tra le grandi corporation americane e la politica stanno peraltro diventando sempre più burrascosi e tesi: dopo Wall Street anche Facebook ferma donazioni politica. Si allunga così l’elenco delle aziende di «Corporate America» che sospendono le donazioni politiche. Dopo i colossi di Wall Street, Marriott e American Express, anche Facebook congela per il primo trimestre le sua spese per la politica.

In Borsa

Apertura in calo a Wall Street. Dopo i primi minuti di scambi, il Dow cede 141,67 punti, lo 0,46%; lo S&P 500 scende di 25,69 punti, lo 0,67%; il Nasdaq è in ribasso di 146,05 punti, l’1,11%. Il petrolio Wti al Nymex perde l’1,11% a 51,66 dollari al barile. A pesare, sull’inizio della settimana, sono le incertezze sul piano politico ed economico, che si aggiungono ai persistenti timori sulla diffusione del coronavirus. A Washington, i democratici hanno intenzione di mettere in stato d’accusa il presidente statunitense Donald Trump per l’assalto al Congresso del 5 gennaio, se il vicepresidente Mike Pence e i ministri non decideranno di rimuoverlo dal suo incarico invocando il 25esimo emendamento. Sul fronte economico, i dati hanno mostrato che il mercato del lavoro si è fermato a dicembre, dopo sette mesi di crescita, facendo aumentare i timori per l’outlook nel breve periodo. Il mese scorso, sono stati persi 140 mila posti di lavoro, per un totale di oltre 9,3 milioni nel 2020, a causa della pandemia di coronavirus. Il presidente eletto, Joe Biden, ha intanto promesso un nuovo piano di aiuti anticrisi e investimenti per stimolare la crescita.

Borse europee chiudono in calo, pesano nuovi rischi

Chiusura in rosso anche per le Borse europee. A pesare i nuovi rischi costituiti dall’aumento dei contagi, che nel mondo hanno toccato quota 90 milioni e il possibile impeachment di Donald Trump che introduce nuove incertezze politiche e potrebbe intralciare l’approvazione di nuovi stimoli negli Usa. Lunedì i democratici della Camera hanno presento l’articolo di impeachment nei confronti di Trump, accusandolo di «incitamento all’insurrezione» in relazione alle rivolte del 6 gennaio sfociate nell’irruzione a Capitol Hill.
A Londra l’Ftse 100 cede l’1,09% a 6.798,48 punti, a Parigi il Cac perde lo 0,78% a 5.662,43 punti, a Francoforte il Dax arretra dello 0,8% a 13.936,66 punti. Milano cede lo 0,32% seguendo l’andamento negativo di Wall Street.

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