il ritratto

Enrico Laghi, da commissario Ilva a presidente della società dei Benetton: chi è

di Antonella Baccaro

Enrico Laghi, da commissario Ilva a presidente della società dei Benetton: chi è

Romano, 52 anni, medico mancato in una famiglia di radiologi e dottore commercialista per scelta, Enrico Laghi finito agli arresti domiciliari ha una lista degli incarichi talmente lunga che occupa quasi 80 pagine di visura camerale e giustifica la quantità di conoscenze che ha stretto in Italia e all’estero. Del resto, sono vent’anni che l’allievo alla Sapienza di Pellegrino Capaldo e Gianfranco Zanda, laurea in Economia con 110 e lode nel 1992, colleziona incarichi prestigiosi. Il primo importante a 30 anni, quando si occupa come perito dello spacchettamento dell’Enel, in attuazione del decreto Bersani sulla liberalizzazione del mercato elettrico (poi verranno anche Sorgenia e Tirreno Power). Laghi c’è, e c’è anche quando nel 1999 si tratta di dare vita a un’Agenzia pubblica per gli investimenti dal nome Sviluppo Italia, da cui l’attuale Invitalia.

La carriera accademica

Intanto decolla anche la carriera accademica, proprio alla Sapienza, dove assume la cattedra di Economia aziendale. E questa è forse l’unica sospensione che Laghi si è concesso nel tempo. La sua è una cavalcata senza soste (spesso a bordo di uno scooterone, secondo la narrazione più agiografica) da un’azienda all’altra, pubblica e privata, le maggiori del Paese, acquisendo anche un’esperienza nel campo del diritto internazionale che gli servirà nei ruoli commissariali che verranno. Unica distrazione riconosciuta: la passione per la Roma, di cui è tifoso «praticante». Niente salotti, niente convegni, rare interviste. Tra i primi ad avvalersi delle sue competenze sono i Benetton e Marco Tronchetti Provera. I primi lo consulteranno nell’operazione di acquisto di una quota di Telecom da Bell, tramite la holding Olimpia, nel 2001. Qui, ma anche in occasione della partecipazione dei Benetton alle cordate che rileveranno Alitalia, nasce il rapporto con Carlo Bertazzo che oggi da ceo di Atlantia gli ha confermato fiducia. Tronchetti Provera lo sceglie per la presidenza del consiglio di amministrazione dell’immobiliare Beni Stabili e del collegio sindacale della Prelios, con cui Unicredit tratta la cessione dei crediti a rischio. Laghi è sindaco di Unicredit e resta tale fino al 2017.

In Alitalia

L’avvicinamento al dossier del suo terzo salvataggio di Alitalia è proprio opera dell’allora ceo di Unicredit, Federico Ghizzoni, che lo vuole presidente del consiglio di amministrazione di Midco spa, la scatola voluta da Poste per partecipare in maniera indiretta al salvataggio Alitalia fatto da Etihad nel 2014. Ma prima di allora Laghi era già stato consigliere dell’Alitalia pubblica che crollò nel 2008 e poi sindaco di Alitalia Cai, quella dei «capitani coraggiosi», per conto delle banche creditrici e azioniste con cui ormai ha sviluppato un rapporto solido (che sale fino alle relative fondazioni). Il suo approdo all’incarico di commissario straordinario di Alitalia arriva nel 2017, accanto a Luigi Gubitosi e Stefano Paleari. Fra i tre, come sempre, è quello che si fa notare di meno, ma è quello che va a Fiumicino a parlare con i sindacati e quello che porta a casa i dossier europei, vincendo le resistenze sugli aiuti di Stato all’ex compagnia di bandiera. La sua tortuosa presenza in Alitalia finisce sotto la lente della magistratura per conflitto d’interessi.

Presidente di Edizione

L’archiviazione precede di pochi giorni la sua nomina alla presidenza in Edizione.Proprio per occuparsi di Alitalia Laghi dovrà lasciare l’incarico di commissario straordinario dell’Ilva, conferitogli nel 2015 dall’allora ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi, governo Renzi. Intanto Laghi ha moltiplicato gli incarichi anche nella sua Roma, dove a dargli fiducia nel 2010 è Francesco Gaetano Caltagirone che, da socio di minoranza di Acea, lo indica come presidente del collegio sindacale dell’azienda municipale. Qui, secondo calcoli pubblicati dal blog di Gianni Dragoni, incassa, fino a tutto il 2016, un milione 61 mila 208 euro lordi, pari a una busta paga media di 20 mila 128 euro al mese. Dallo stesso ceppo di Acea gemma anche il ruolo di consigliere della Banca Finnat della famiglia Nattino, storicamente legata a Caltagirone. Inevitabile il sodalizio tutto romano con Giovanni Malagò, che lo chiama tra i revisori dei conti del Coni. Il filone fallimenti e concordati lo vede protagonista in Italease, Seat Pagine Gialle, Air Italy e Parmalat, come consulente di Bank of America.

Editoria e costruzioni

Non mancano gli incarichi nell’editoria: è consigliere di amministrazione del Messaggero di Caltagirone, ma anche nei collegi sindacali di Gedi (gruppo Espresso), Huffington Post, News Holding (gruppo Abete), Rai Cinema, RaiCom e Rai Pubblicità. Nelle costruzioni è advisor su Salini-Astaldi e partecipa al progetto Milano-Sesto. Tra gli arbitrati, quello tra i due rami della famiglia Caprotti sul valore di Esselunga. Gli affari vanno benissimo. L’Agenzia delle Entrate pubblica i dati di consulenze nel 2008-2011 e nel 2012-2014 che superano il milione di euro. Come la pensi politicamente Laghi, è difficile saperlo; che rapporti abbia con la politica è immaginabile. A parte gli attacchi di Barbara Lezzi, tra i «duri e puri» del M5S che lo critica per i molteplici incarichi (tra gli ultimi, quello che Cassa depositi e prestiti gli aveva conferito per valutare la congruità dell’offerta per Autostrade), Laghi ha ricevuto la fiducia di tutti i governi in carica da vent’anni a questa parte.

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