16 marzo 2020 - 14:22

Coronavirus, cosa succede nel mondo: contagi, vittime, misure. Le stime in Germania: «Rischio dieci milioni di positivi»

L’allarme del direttore del Robert Koch Institut «se la popolazione non si atterrà alle misure di prevenzione» mentre nel Paese i casi arrivano a quota diecimila. E stasera parla Angela Merkel. Intanto anche le fabbriche del lusso come Givenchy e Dior si riconvertono per produrre disinfettanti. L’Europa intera, ormai epicentro della pandemia, chiude le frontiere. Anche la Gran Bretagna lentamente sembra convergere sulla strategia italiana del lockdown, delle zone rosse e di scuole e negozi chiusi

di Paola De Carolis, Massimo Gaggi, Stefano Montefiori, Elisabetta Rosaspina, Giuseppe Sarcina, Marta Serafini, Irene Soave, Paolo Valentino

Coronavirus, cosa succede nel mondo: contagi, vittime, misure. Le stime in Germania: «Rischio dieci milioni di positivi»
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Germania, in due giorni casi raddoppiati

(Paolo Valentino) “La situazione è seria e dovete prenderla sul serio. Dal tempo della Riunificazione, anzi dalla Seconda Guerra Mondiale non abbiamo affrontato una sfida più grande alla nostra comune solidarietà”. Lo dice Angela Merkel nel discorso alla nazione, il primo dall’inizio della crisi, che pronuncerà questa sera in televisione a reti unificate. La cancelliera fa un appello drammatico, invitando i tedeschi a rispettare rigorosamente le regole di precauzione indicate dalle autorità, ricordando però che queste verranno continuamente riviste e rese ancora più restrittive: “Le prossime settimane saranno ancora più pesanti”, avverte la cancelliera, assicurando tuttavia che il governo farà tutto il possibile “per ammortizzare le conseguenze economiche della crisi e in primo luogo per salvare i posti di lavoro”. Il discorso di Merkel conferma l’aggravarsi della situazione in Germania, dove il numero dei contagi da Coronavirus ha ampiamente superato quota 10 mila, cioè il doppio di quanti erano appena 2 giorni e mezzo fa, mentre i decessi sono ora arrivati a 30. Di più, come ha detto il direttore del Robert Koch Institut, Lothar Wieler, “se la popolazione tedesca non si atterrà alle misure di prevenzione decise dal governo, rischiamo di avere in pochi mesi 10 milioni di contagiati”. Wieler ha parlato di un’accelerazione “esponenziale dell’epidemia” nei sedici Laender federali e invita la popolazione a ridurre ulteriormente i contatti sociali per fermare il contagio da persona a persona. Nello scenario peggiore, evocato nei giorni scorsi anche dalla cancelliera Merkel, il 60% dell’intera popolazione tedesca rischierebbe di essere contagiato: in cifre significherebbe circa 50 milioni di persone. Per la Germania l’appello di un cancelliere al Paese è un fatto eccezionale e drammatico, che di regola accompagna momenti fatali della vicenda nazionale: in dodici anni Helmut Schmidt lo fece una volta sola nel 1977, durante l’autunno tedesco mentre il paese era sotto l’attacco del terrorismo della Rote Armee Fraktion, le Brigate Rosse tedesche; nei suoi sedici anni al potere Helmut Kohl usò la procedura appena due volte, il 1 luglio 1990 al momento in cui entrò in vigore il cambio 1 a 1 tra il marco dell’Ovest e quello dell’Est, e il 2 ottobre dello stesso anno alla vigilia della Riunificazione; anche Gerhard Schroeder in sette anni al Kanzleramt parlò due volte ai tedeschi: il 24 marzo 1999 per spiegare l’intervento tedesco nella guerra del Kosovo, il primo dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, e il 20 marzo 2003 per il motivo opposto, cioè il rifiuto di partecipare all’invasione dell’Iraq decisa unilateralmente dagli Stati Uniti. Intanto Il governo federale e la conferenza dei Laender hanno deciso un piano di emergenza per gli ospedali della Germania, che prevede di attrezzare una serie di strutture come centri di riabilitazioni, cliniche private, hotel di proprietà pubblica e alcune grosse arene, dotandole anche di posti di terapia intensiva, per accogliere e curare gli ammalati di Coronavirus. L’obiettivo è raddoppiare le stazioni di terapia intensiva, che attualmente sono 28 mila in tutta la Germania. Nella sola Berlino, l’area della Messe dovrebbe accogliere mille nuovi posti letto. Anche la Bundeswehr, l’esercito tedesco con i suoi ospedali e il suo personale medico, verrà associata al piano.

Trump annuncia l’invio di una nave ospedale a New York

(Marta Serafini) Il presidente statunitense Donald Trump ha annunciato l’invio a New York della nave ospedale della Marina americana Comfort, che può ospitare fino a 1.000 pazienti. Una seconda nave verrà mandata sulla costa orientale. «È la prima volta che avviene una cosa del genere nella storia di New York City», ha dichiarato il sindaco di New York Bill de Blasio. Parole cui ha fatto eco anche il governatore Andrew Cuomo che ha detto: «Questa è una guerra». Cuomo ha anche citato - traducendolo - il detto italiano «quando c’è la salute c’è tutto».

Francia, l’economia di guerra e i disinfettanti di Lvmh

(Stefano Montefiori) Sono arrivati i primi gel disinfettanti che LVMH (primo gruppo di lusso al mondo) ha deciso di produrre negli stabilimenti di solito riservati ai profumi Givenchy e Christian Dior (da settimane i gel in farmacia non si trovano) e distribuire gratis. Altre aziende (anche i concorrenti Kering) stanno facendo donazioni e filantropia, ma la scelta di LVMH è notevole da un punto di vista comunicativo.

Francia, il grande ritorno delle nazionalizzazioni

(Stefano Montefiori) Il premier Philippe ieri sera ha detto di non escludere nazionalizzazioni per salvare l’economia. Macron sospende bollette, fatture, affitti per le piccole e medie imprese e sospende la riforma delle pensioni. Il capovolgimento di politica è totale, e potrebbe non essere del tutto momentaneo vista la promessa di «ripensare» il sistema e «uscire dalle leggi del mercato» per certi beni e servizi.

Gran Bretagna, il 15% del Pil in prestiti all’impresa

(Paola De Carolis) Il cancelliere dello scacchiere Rishi Sunak ha annunciato un intervento che «sino a qualche settimana fa sarebbe stato inconcepibile» per sostenere l’economia britannica: 330 miliardi di sterline, circa il 15% del prodotto interno lordo del paese, in prestiti per grandi e piccole industrie. «Ho promesso che avremmo fatto il necessario e lo faremo», ha sottolineato il ministro del tesoro al fianco del premier Boris Johnson durante la conferenza giornaliera instaurata per l’emergenza del Covid-19. Se il meccanismo dei prestiti è stato deciso assieme alla Banca d’Inghilterra, il governo ha stanziato altri 20 miliardi di sterline per aiutare famiglie, teatri, bar, ristoranti, locali e associazioni culturali, sportive e turistiche che si trovano ad affrontare un periodo difficilissimo che Johnson, come già altri politici, ha paragonato alla guerra «contro un nemico insidioso che insieme possiamo battere». Allo stesso tempo sono stati disdetti tutti gli interventi medici non essenziali pianificati dal 15 aprile in poi con l’obiettivo di liberare 30.000 posti letto per l’emergenza. Il primo ministro ha fatto riferimento alla situazione italiana sottolineando di aver utilizzato il sistema sanitario italiano: «è eccellente». Se è sopraffatto, ha detto, è per via del numero di contagi. Stando al consigliere medico del primo ministro, Sir Patrick Vallance, l’obiettivo in Gran Bretagna è di contenere i decessi sotto la soglia di 20.000. «Un totale enorme e tragico», ma possibile, ha precisato, aggiungendo che ogni anno muoiono di influenza 8,000 persone ed è possibile che il virus duplichi le vittime. Le scuole per ora rimangono aperte ma Johnson non esclude di varare misure aggiuntive.

Licenziamenti e accuse a Boris in Gran Bretagna

(Paola de Carolis) Il peso delle nuove misure in Gran Bretagna: chiudono i ristoranti, i camerieri licenziati. Chiude anche la catena per telefonini Carphone Warehouse. E sono più di 2900 gli esoneri. Varie industrie puntano il dito contro Boris Johnson. Il fatto che non abbia imposto per legge la chiusura di pub, ristoranti, cinema e teatri, ma solo consigliato questi provvedimenti, significa che non scattano gli indennizzi delle assicurazioni: «ci vuoi uccidere», dicono diverse associazioni, che scrivono al pubblico alla ricerca di donazioni: aiutateci voi. Con l’assalto ai supermercati, gli anziani hanno difficoltà a fare provviste, così dovrebbe essere introdotto un nuovo servizio solo per gli over-70 per le consegne a casa e anche un’ora al giorno in cui solo loro possono entrare nei negozi.

Duecento miliardi, il bazooka di Sánchez per risollevare la Spagna

Coronavirus, cosa succede nel mondo: contagi, vittime, misure. Le stime in Germania: «Rischio dieci milioni di positivi»

(Elisabetta Rosaspina) Con la mobilitazione di 200 miliardi di euro, il 20% del suo Pil, la Spagna vara nuove misure economiche per appoggiare «tutti i lavoratori, garantire i pagamenti delle aziende e ai lavoratori autonomi e tutelare le categorie più deboli», secondo quanto ha annunciato questo pomeriggio il capo del governo Pedro Sánchez, al termine del primo, storico consiglio dei ministri virtuale. Una parte della gigantesca somma sul piatto contro il coronavirus, circa 83 miliardi, proverrà da «risorse private». Seicento milioni di euro serviranno per finanziare l’assistenza sociale di base, in particolare quella sanitaria, per la protezione degli anziani e dei più vulnerabili. Non saranno tagliate le forniture di acqua, telefono, gas e corrente a chi sta perdendo il lavoro o parte dei suoi introiti e non riesce più a far fronte alle bollette. Garanzie sul diritto alla casa, stop agli sfratti finché durerà la crisi del coronavirus. Dilazioni di un mese per il pagamento delle ipoteche.
I lavoratori dipendenti possono ridurre il loro orario di lavoro, fino al 100%, per fronteggiare gli impegni famigliari. Ai lavoratori autonomi sarà consentito di sospendere il pagamento dei contributi e alle imprese solventi sarà garantita liquidità dal tesoro pubblico, con prestiti per i quali sono stati stanziati cento miliardi di euro. Agevolate le condizioni della cassa integrazione che già riguarda centomila dpendenti. Trenta milioni di euro sono destinati alla ricerca di un vaccino. L’Ibex ha avuto un sussulto positivo del 5% dopo la conferenza stampa del premier. Giro di vite invece sulle passeggiate. Chiuse al pubblico le spiagge, si esce per strada da soli o in due soltanto per accompagnare persone non autonome. Restano aperti i centri veterinari, e i parrucchieri possono prestare servizio a domicilio. Ma il ministero della Sanità potrà ampliare o restringere le misure a proprio discernimento.

Intanto il governo invita i propri cittadini all’estero a rientrare: non si sa quanto ancora resteranno aperti gli aeroporti e i porti. La Catalogna aspetta soltanto il via libera del premier, Pedro Sánchez, per chiudere. Se il presidente della Generalitat, Quim Torra (positivo come la sua omologa della comunità di Madrid, Isabel Diaz Ayuso), dovesse prendere provvedimenti più restrittivi, diversi dalle disposizioni del decreto reale, potrebbe essere esautorato dal governo centrale.
Nemmeno le isole sono un buon rifugio. Sono stati ridotti a un solo volo al giorno i collegamenti tra le Baleari (dove si contabilizzano finora un centinaio di contagiati e un morto) e Barcellona, Madrid, Valencia. Alle Canarie due donne sono morte, 148 persone sono positive e 50 ricoverate. La progressione esponenziale del virus negli ultimi giorni ha fatto capire nell’arcipelago e sul continente che non c’è tempo da perdere. Le cifre totali segnalano ufficialmente 11.186 infettati (2.000 in più da ieri), 491 morti. La comunità di Madrid è l’epicentro dell’epidemia con 4.871 casi e 355 vittime. La comunità di Madrid è l’epicentro dell’epidemia con 4.871 casi e 355 vittime. La situazione è disperata in alcune case di riposo private, dove il contagio arriva al 70% degli anziani ospiti e quasi tutto il personale infermieristico, a sua volta positivo al test, è stato rimpiazzato da nuovi addetti molto meno pratici del luogo e della situazione. All’estremo opposto c’è il caso di un bebè di pochi mesi ricoverato a Malaga. Come in un film già visto, sono iniziate le proteste nei penitenziari sovraffollati e i test sono razionati e limitati ai soli casi davvero sospetti. Niente analisi per chi ha solo sintomi lievi. La polizia ha requisito tutte le mascherine e i gel disinfettanti reperibili per affidarne la gestione alle autorità sanitarie. Per far rispettare le misure di confinamento decise dal governo sono stati dispiegati quasi duemila soldati in 28 città. I malati meno gravi, ma che necessitano comunque di ricovero, saranno isolati in alberghi «medicalizzati» e non negli ospedali.

Macron dichiara guerra al virus

Macron in tv (Afp) Macron in tv (Afp)

(Stefano Montefiori) «Siamo in guerra», ripete molte volte il presidente Emmanuel Macron nel suo secondo discorso ai francesi in cinque giorni. È lo stesso capo di Stato che venerdì 6 marzo andava a teatro con la moglie Brigitte e diceva «nonostante il coronavirus la vita deve continuare», ma sembra passato un secolo. Dopo avere chiuso scuole e università, cinema e teatri, bar e ristoranti, Macron di nuovo in diretta tv annuncia che «non saranno più consentite le riunioni tra parenti o amici. Passeggiare, incontrare gli amici al parco o per strada non sarà più possibile». A partire da oggi a mezzogiorno, e per quindici giorni almeno, gli spostamenti saranno limitati ai bisogni essenziali: andare a lavorare se lo «smart working» non è possibile, fare la spesa, correre un po’ «ma uno alla volta e senza incontrare nessuno». Chi trasgredisce verrà sanzionato. È un ulteriore passaggio di livello nell’emergenza - ieri il bilancio è arrivato a 148 morti -e l’evocazione continua della guerra serve a scuotere i francesi, a fare capire che non si può più scherzare, non ci possono più essere assembramenti come quelli di domenica nei mercati e nei parchi. Ma manca la parola che tutti ormai si attendevano, confinement . Il «confinamento all’italiana» era la raccomandazione del Consiglio scientifico che da mercoledì scorso aiuta il presidente nelle sue scelte, ma Macron ha preferito evitare questa formula attirandosi le critiche immediate di alcuni medici, delusi. «L’unica risposta possibile era un confinamento totale - dice il professor Philippe Juvin, capo del pronto soccorso dell’ospedale Pompidou di Parigi -. Le misure descritte sono ancora ambigue», e anche Marine Le Pen giudica che «i provvedimenti annunciati non sono chiari a sufficienza». Molto dipenderà dal decreto di applicazione, atteso per oggi, affidato al governo di Edouard Philippe. Pochi minuti dopo il discorso del presidente, il ministro della Sanità Olivier Véran ha spiegato: «Ogni francese dovrebbe limitare i contatti a non più di cinque al giorno. Vuol dire che se qualcuno va a fare la spesa, per quel giorno non può fare altro e deve restare a casa». Macron ha anche annunciato il rinvio (forse al 21 giugno) del secondo turno delle elezioni municipali previsto domenica, e la sospensione di tutte le riforme in corso, a cominciare da quella molto contestata delle pensioni. Il presidente ha chiesto ai francesi di comprendere la gravità del momento, ha fatto appello di nuovo al loro senso di responsabilità, ma ha chiesto anche di mantenere la calma ed evitare il panico. Quando si è diffusa la voce che si andava verso un blocco come in Italia, ieri molti francesi hanno lasciato di corsa Parigi per spostarsi nelle seconde case, ospitati da parenti o in alloggi presi in affitto all’ultimo istante in provincia. Una fuga dalle città meno caotica di quella vista in Italia, ma con gli stessi rischi: «Così si aiuta la propagazione del coronavirus», dice Rémi Salomon degli ospedali di Parigi. La situazione è grave soprattutto nella regione di Parigi e in Alsazia, dove l’esercito allestirà un ospedale da campo. I soldati verranno mobilitati anche per aiutare nel trasporto dei malati.

Come sta andando nell’Est Europa

(Marta Serafini) L’aeroporto internazionale Liszt Ferenc di Budapest non chiuderà. Lo riferisce all’agenzia di stampa «Mti» Zoltan Kovacs, sottosegretario del governo ungherese alle comunicazioni internazionali. La mancata chiusura avviene nonostante la decisione del governo ungherese di sigillare le frontiere del paese per contenere la diffusione del coronavirus. Kovacs precisa comunque che solo i cittadini ungheresi possono entrare in Ungheria.
In Slovacchia sono 72 i casi di contagio da coronavirus registrati fino a questa mattina. Da mezzanotte scorsa è chiusa la frontiera con l’Ungheria, dalla scorsa settimana sono chiuse le frontiere con gli altri paesi confinanti, compresa la Repubblica ceca. Gli ospedali hanno dichiarato lo stato di emergenza. Intanto in piena epidemia, sta per nascere il nuovo governo: Igor Matovic, il leader del partito vincitore delle elezioni parlamentari Gente ordinaria e personalità indipendenti (Olano), ha messo insieme la nuova coalizione con altri tre partiti della destra.
In Polonia invece a tutti i membri del governo che hanno partecipato alla riunione del 10 marzo scorso è stato fatto il test, dopo che il ministro dell’ambiente è risultato positivo, ha spiegato il capo della cancelleria del premier Michal Dworczyk. «I risultati si sapranno martedì, fino ad allora i membri del governo rimarranno in isolamento e lavoreranno da remoto», ha aggiunto. Il ministro dell’ambiente Michal Wos ha annunciato ieri di essersi messo in quarantena, dopo essere risultato positivo al test, assicurando di essere comunque in buona salute.
E anche in Repubblica ceca il Covid-19 lascia il segno sulla politica. Cinque partiti dell’opposizione ceca hanno chiamato il governo a mostrare più apertura nella condivisione di informazioni sulla pandemia di coronavirus, la disponibilità di indumenti protettivi e i possibili scenari di crisi futuri. Lo rende noto l’emittente radiofonica «Cesky rozhlas», che fa riferimento a un comunicato congiunto del Partito democratico civico (Ods), del Partito pirata, di Sindaci e indipendenti (Stan), di Tradizione Responsabilità Prosperità (Top 09) e del Movimento cristiano-democratico (Kdh) in cui si chiede di mettere al corrente i cittadini dei possibili sviluppi della situazione sanitaria in Repubblica Ceca e delle misure che il governo intende adottare, si legge nel comunicato. Nel frattempo il capo della Camera dei medici ceca, Milan Kubek, ha espresso l’opinione che il paese non sia stato adeguatamente preparato a fare i conti con una pandemia, data la carenza di mascherine e disinfettanti anche per le strutture sanitarie e data la lunga lista di pazienti in attesa di un test per il coronavirus.

Rallentare i contagi nel Regno Unito non è possibile

(P.de Car.) La strategia del governo basata su uno studio di Imperial College che mostra tutti i vari scenari. Ecco perché chiudere le scuole non funziona. L’unica possibilità per il Regno Unito è la soppressione del virus, in quanto rallentare i contagi (come pensava di fare inizialmente il Regno Unito) funzionerebbe solo con un sistema sanitario di otto volte superiore a quello che ha il Regno Unito. La nuova strategia ridurrebbe i decessi futuri di 250.000 ed è stata ideata sulla base dei dati provenienti dagli ospedali italiani, dove circa il 30% dei malati ha avuto bisogno della terapia intensiva. Il Regno Unito ha molti meno posti dell’Italia.

Il caos sulle primarie di oggi 17 marzo in Ohio

Il governatore dell’Ohio Mike DeWine vuole che le primarie del partito democratico vengano rimandate a giugno, a causa del coronavirus. Si è aperto un grande scontro con il partito democratico, che vorrebbe andare avanti, il tribunale che ha dato l’ok al voto, e DeWine, repubblicano, che ha deciso di tenere chiusi i seggi per ragioni sanitarie. Invece, Florida, Illinois e Arizona intendono andare alle urne come previsto domani. DeWine ha spiegato di non avere il potere di annullare il voto, ma i cittadini dello Stato possono presentare ricorso ad un giudice e chiedergli di intervenire. Già due Stati, la Georgia e la Louisiana, hanno rimandato le primarie, previste rispettivamente la prossima settimana e il 4 aprile.

Europa «chiusa» all’esterno e aperta all’interno, propone Ursula

Ursula von der Leyen (Epa) Ursula von der Leyen (Epa)

(Ivo Caizzi) L’emergenza coronavirus porta l’Europa verso il blocco degli arrivi non necessari dai Paesi extraeuropei, ma anche a chiedere di tenere aperte le frontiere interne per consentire il mantenimento del mercato comune e, soprattutto, i trasferimenti delle forniture mediche e alimentari.
La presidente della Commissione europea, la tedesca Ursula von der Leyen, ha annunciato di aver proposto ai 27 capi di Stato e di governo Ue «restrizioni ai viaggi non necessari verso l’Unione europea per 30 giorni, che possono essere prorogati se necessario» in base al principio che «meno si viaggia, più possiamo contenere i contagi».
La cancelliera tedesca Angela Merkel ha confermato l’aumento degli infettati da Covid-19 anche in Germania e ha annunciato misure precauzionali «straordinarie» perché «più tutti rispettano le restrizioni, prima usciremo da questa fase». Le esenzioni citate dalla presidente della Commissione Ue riguardano — oltre ai cittadini comunitari e altri europei con i loro familiari — le persone di altri Stati da tempo residenti in Europa, diplomatici, medici e ricercatori impegnati nella battaglia contro il coronavirus.
Le restrizioni proposte possono essere approvate già nel summit straordinario dei capi di Stato e di governo, in programma oggi in teleconferenza, e poi ratificate nel Consiglio dei ministri dei trasporti, convocato per domani sempre via video.
L’istituzione di von der Leyen ha però richiamato Germania, Austria, Ungheria, Repubblica Ceca, Danimarca, Polonia, Lituania e la extracomunitaria Svizzera, che hanno notificato a Bruxelles di voler chiudere le loro frontiere interne con altri Paesi Ue. Nella prima riunione straordinaria con i 54 ministri della Sanità e degli Interni in teleconferenza, i commissari Ue Stella Kyriakides, Ylva Johansson e Janez Lenarcic hanno espresso la posizione che il coronavirus «è attualmente presente in tutti gli Stati membri dell’Ue, pertanto, la nostra valutazione è che chiudere i confini non è necessariamente il modo migliore per contenere la diffusione del virus». Hanno poi presentato «linee guida» in 25 punti per proteggere la salute dei cittadini e il corretto funzionamento del mercato interno comunitario. A Bruxelles ritengono che controlli sanitari possono essere attuati su chi entra nei Paesi membri senza dover chiudere le frontiere. Germania e Francia non potranno bloccare le esportazioni di mascherine e di altre apparecchiature sanitarie verso altri Stati Ue, come hanno fatto per aumentare le loro scorte. Nell’incontro con i ministri è stata concordata l’utilità di organizzare acquisti congiunti di macchine per la ventilazione polmonare e altri prodotti sanitari in modo da poterli destinare agli Stati membri più in difficoltà con il Covid-19 (come è l’Italia) e frenare eccessivi rialzi dei prezzi o altri effetti negativi. Il governo belga avrebbe già subito una truffa su un acquisto di mascherine per 5 milioni di euro, ammettendo come «minime» le possibilità che possano ormai arrivare dal sedicente venditore.

Boris Johnson cambia linea: “evitate pub e contatti”

(P.de Car.) Anche la Gran Bretagna è in semi-quarantena. Nella prima conferenza stampa della nuova era – l’emergenza del Covid-19 ha portato Downing Street a instaurare un incontro quotidiano con la stampa – il premier Boris Johnson ha sottolineato che è arrivato il momento di adottare «misure draconiane». Si tratta di una nuova realtà, ha detto il premier, «che cambierà in modo sostanziale la vita quotidiana di tutti noi». «Non credo — ha aggiunto —‘che ci sia mai stato nulla di simile in tempo di pace». Chi ha sintomi o ha in famiglia qualcuno con sintomi, così, ha adesso l’obbligo di autoisolarsi per 14 giorni. Johnson ha chiesto a tutti, inoltre, di limitare i contatti sociali, di lavorare da casa laddove possibile, di non frequentare pub, ristoranti, teatri o musei. «Questo è di particolare importanza per chi ha più di 70 anni, chi ha problemi cronici di salute e chi è incinta». Particolari misure per Londra, dove è concentrata la maggioranza dei casi. La capitale britannica è avanti di due settimane rispetto al resto del paese nella marcia inesorabile verso il picco delle infezioni, ha detto il primo ministro. Di conseguenza le indicazioni sono di ridurre al minimo le uscite e i contatti con gli altri. Chris Whitty, coordinatore della sanità pubblica, ha sottolineato che le prossime 12 settimane saranno «particolarmente difficili per i colleghi della sanità, siamo estremamente orgogliosi di ciò che stanno facendo». Per quanto riguarda i tamponi – la Gran Bretagna è stata criticata per la mancanza di test – Whitty ha sottolineato che a livello nazionale sono stati effettuati 45.000 esami. Mentre teatri, musei e sale da concerto saranno costretti a chiudere, le scuole per ora rimangono aperte e non sono per ora previste sanzioni criminali a chi viola le indicazioni sull’autoisolamento e i contatti sociali.

Conferenza stampa di Angela Merkel a Berlino (Afp) Conferenza stampa di Angela Merkel a Berlino (Afp)

La Spagna chiude le frontiere

(Elisabetta Rosaspina) La Spagna ha deciso la chiusura delle frontiere per far fronte all’epidemia di coronavirus: a partire dalla mezzanotte potranno quindi entrare nel Paese per via terrestre soltanto i cittadini spagnoli, gli stranieri per cause di forza maggiore e le merci al fine di garantire la catena si sostentamento. Lo ha annunciato il ministro spagnolo dell’Interno.

A Madrid più di metà dei 9mila contagiati

(E. Ros.) Intanto viene superata l’Italia in curva con mille infettati in più al giorno, e la comunità di Madrid guida la tragica corsa del coronavirus che concentra nella capitale ormai ben più della metà dei contagiati. I dati, non ancora ufficializzati dal Ministero della Sanità, segnalano 4.665 casi a Madrid dei 9.100 contati in tutta la spagna, e 213 delle 309 vittime. Nei giorni precedenti la dichiarazione dello stato d’emergenza il virus è liberamente circolato sotto traccia tra raduni, concerti, convegni, assemblee di partito, mercatini e, in particolare, le manifestazioni per la Festa della donna, al cui corteo, l’8 marzo, hanno partecipato tra migliaia di persone la moglie del premier, Begoña Gómez, la ministra delle Pari opportunità, Irene Montero, entrambe positive come la ministra delle Politiche territoriali e della Funzione Pubblica, Carolina Darias (negativo invece Sanchez). Positiva e in isolamento anche la presidente della regione, Isabel Diaz Ayuso, dopo essere risultata negativa a un primo test. E positivo, ha appena rivelato, anche il presidente della Catalogna Quim Torra.Tutte sono a casa (per la first lady, la Moncloa), come la maggioranza dei contagiati, ma secondo il quotidiano La Vanguardia il 40% dei casi richiede ricovero. Il mercato più famoso, quello domenicale del Rastro, ieri era chiuso, ma domenica scorsa è stato frequentatissimo come al solito. Ancora stamattina la stazione di Atocha era affollata di pendolari in arrivo dai comuni limitrofi e dalle cittadine satellite della capitale, nonostante un crollo del 70% dei passeggeri e nonostante il governo abbia rafforzato il numero dei treni per permettere di mantenere le distanze nei vagoni. Cala fortunatamente la ressa in metropolitana, poiché molte aziende hanno aderito alla raccomandazione di promuovere il lavoro da remoto, ma cresce il pessimismo. Non soltanto il picco è ancora lontano, ma crollano le residue illusioni che le misure, quasi identiche a quelle italiane, adottate dal governo possano risolvere la situazione nei 15 giorni per i quali sono state dichiarate. Per rinnovarle occorrerà il via libera del parlamento, che nella situazione drammatica in cui si trova il paese non mancherà quasi certamente di accordarlo. L’obiettivo per il giro di boa è fissato ora al 15 aprile. L’esercito, incaricato di pattugliare le strade di 20 città per sorvegliare il rispetto delle decisioni del governo (i cittadini possono uscire di casa per andare al lavoro, in farmacia, a fare la spesa, dal medico, in banca, per assistere persone anziane o non autosufficienti, e per portare a passeggio i propri cani), è stato mobilitato anche per attrezzare ospedali da campo supplementari. Gli uomini della Brigata paracadutista hanno trasportato decine di letti supplementari dagli alberghi all’ospedale Príncipe de Asturias di Alcalá de Henares, famosa come città natale di Miguel de Cervantes, a una trentina di chilometri dalla capitale, e ora il ground zero della comunità per progressione dei contagi (30 al giorno su 200 mila abitanti): con 300 posti in tutto nell’ospedale, 200 sono già occupati da pazienti colpiti dal Covid-19. Manca materiale sanitario e il 25% del personale è a casa perché positivo al test. Soltanto il centralissimo ospedale de La Paz, a Madrid, è impegnato con più malati. Nei prossimi giorni potrebbero emergere con le conseguenze della fuga dei madrileni verso le seconde case, sulla costa mediterranea e nelle campagne ai villaggi d’origine. La percezione del rischio era ancora bassa nel week end quando nella Sierra madrilena si potevano vedere centinaia di gitanti.

Un passeggero a Berlino (Ap) Un passeggero a Berlino (Ap)

Germania, la Baviera dichiara «emergenza catastrofi». Chiusi i bordelli

(Paolo Valentino) Mentre i casi di contagio da covid-19 in Germania schizzano a quota 6500, il doppio in meno di tre giorni, e i decessi salgono a 16, il triplo rispetto a sabato scorso, la Baviera, primo Land federale a farlo, proclama l’emergenza catastrofi. Non era mai successo nella Storia del libero Stato. La prima conseguenza della drammatica decisione annunciata dal ministro-presidente Markus Soeder, è che da questo momento la lotta al Coronavirus diventa centralizzata, con un unico coordinamento direttamente nelle mani del ministero dell’Interno bavarese. Nuove misure restrittive sono già state annunciate: già sbarrate scuole e asili nido, teatri, cinema e discoteche, ora verranno chiusi fino al 19 aprile anche piscine, parchi, musei, bar e non ultimi i bordelli. Da mercoledì chiuderanno tutti i negozi, tranne quelli alimentari, lavanderie e ovviamente farmacie, banche e stazioni di rifornimento. I ristoranti potranno rimanere aperti tra le 6 e le 15, ma dovranno assicurare una distanza di almeno 1,5 metri tra i clienti e accettare un massimo di 30 persone. Oltre a rivolgere un nuovo pressante appello alla popolazione a non uscire di casa, Soeder ha messo in chiaro che «non si tratta delle ultime misure» e che altre potranno essere adottate nei prossimi giorni: «Occorre ridurre al minimo indispensabile la vita pubblica», ha detto il premier. Il governo bavarese ha anche annunciato di voler stanziare fino a 10 miliardi di euro per l’economia e il sistema sanitario del Land. Intanto è proprio la Baviera a chiedere con più insistenza al governo federale il coinvolgimento nel sistema sanitario della Bundeswehr, l’esercito tedesco, con tutti i suoi ospedali militari e il suo personale medico nel grande sforzo nazionale per arginare la pandemia.

La Germania chiude i confini via terra ma ancora aperta a pendolari

(Redazione Esteri) «Non abbiamo chiuso le frontiere ma abbiamo introdotto controlli ai confini» terrestri con Austria, Svizzera, Francia, Lussemburgo e Danimarca con l’obiettivo di rallentare l’espandersi del covid-19: lo ha detto il portavoce del ministro degli Interni tedesco, Steve Alter, in conferenza stampa a Berlino. Al momento la misura non riguarda gli aeroporti e il traffico aereo. Il provvedimento prevede di limitare l’ingresso in Germania a chi non ha «stringenti necessità», quindi a chi viaggia per turismo, ha aggiunto il portavoce. Luce verde invece ai pendolari e al traffico di merci. La cancelliera tedesca, Angela Merkel, ha annunciato alcune misure di isolamento sociale per tentare di contenere la diffusione del coronavirus nel Paese. Parlando oggi in conferenza stampa, il capo del governo tedesco ha spiegato: «Abbiamo bisogno di misure per rallentare il contagio. Sono misure senza precedenti, ma necessarie per non sovraccaricare il nostro sistema sanitario».

Bruxelles, von der Leyen: «Ci assicureremo che CureVac resti qui»

La presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen «terrà oggi alle 17.30 una videoconferenza con il management della CureVac di Tubinga», in Germania. CureVac è l’azienda biofarmaceutica che secondo i media internazionali Donald Trump aveva cercato di convincere, dietro il compenso promesso di un miliardo di dollari, a destinare un vaccino eventualmente sviluppato in esclusiva agli Stati Uniti. Il colloquio «è collegato» alla necessità «di assicurarci che questa società possa continuare ad operare e a fare ricerca in Europa». Lo dice il portavoce capo della Commissione Europea Eric Mamer, durante il briefing con la stampa a Bruxelles. Secondo indiscrezioni di stampa non smentite, il precedente Ceo di CureVac, il cittadino Usa Daniel Menichella, sarebbe stato sostituito dopo una riunione alla Casa Bianca, all’inizio di marzo, in cui l’Amministrazione americana di Donald Trump avrebbe offerto alla compagnia tedesca ingenti somme di denaro per avere accesso esclusivo ai risultati ottenuti dalla stessa nella ricerca, in particolare su un vaccino per la Covid-19.

Il quartiere a luci rosse di Amsterdam (Ap) Il quartiere a luci rosse di Amsterdam (Ap)

Paesi Bassi, code ai coffeeshop

(Irene Soave) Nei Paesi Bassi, dove l’autorità di sicurezza nazionale fino a pochi giorni fa rispondeva con molta calma e un pizzico di ironia, sul proprio sito, alle domande dei cittadini — «Perché non ci sono controlli della temperatura a chi arriva negli aeroporti olandesi?» «Perché troveremmo solo tanti bei raffreddori e qualche influenza» — le nuove regole sulla chiusura dei negozi e degli esercizi pubblici infiammano il clima. Lunghe code di fronte ai coffee-shop delle città, chiusi da domani al 6 aprile, per comprare le ultime scorte di «erba»: le immagini fanno il giro del mondo. E il verbo «hamstern», «fare incetta» (nei supermercati), viene tradotto nella lingua dei segni con un gesto improvvisato e subito ritwittato centinaia di volte dalla interprete governativa Irma Sluis, che ha riportato in lingua dei segni la conferenza stampa del governo. Il gesto è talmente chiaro (e accompagnato da mimica facciale) che entra nel vocabolario della Lis.

La stima che fa tremare la Francia

(Stefano Montefiori) Mezzo milione di morti è la stima di Neil Ferguson, scienziato dell’Imperial College di Londra, autorità mondiale riconosciuta nell’epidemiologia, e autore del rapporto arrivato sulla scrivania di Macron. Se non vengono prese misure drastiche di confinamento, le vittime in Francia potrebbero essere tra 300 e 500 mila. Intanto il collasso degli ospedali è cominciato nell’Est del Paese, in Alsazia: mancano i letti e i ventilatori. Le due regioni più colpite sono l’Est e l’Ile de France (Parigi), il blocco totale modello italiano potrebbe essere dichiarato prima qui e poi esteso al resto del Paese.
Lasciare Parigi? È la tentazione di tutti: rifugiarsi in campagna, in una casa con giardino, finché si è ancora in tempo. Nel frattempo si diffonde la rabbia popolare contro le scelte scellerate degli ultimi giorni. Le autorità che sembravano gestire bene la situazione fino a qualche giorno fa hanno perso credibilità. In particolare la scelta di tenere le elezioni, inviando un messaggio contraddittorio, è considerata imperdonabile. Così come l’avere creduto fino all’ultimo che fosse possibile evitare il destino dell’Italia.
Il comitato scientifico Finalmente noti i nomi del comitato scientifico nominato mercoledì da Macron per consigliarlo sulla crisi: c’è un po’ di tutto, antropologi, sociologi, ma i virologi si sono fatti conoscere all’inizio della crisi per avere sostenuto la famosa teoria «è come un’influenza». Il che spiegherebbe il ritardo nella presa di coscienza.

Parigi (Ap) Parigi (Ap)

Pressione su Johnson sugli otto milioni di malati potenziali

(Paola De Carolis) Il governo britannico guidato da Boris Johnson viene criticato perché agli organi d’informazione arrivano informazioni a sgoccioli, ad alcuni sì ad altri no. Ieri ad esempio la decisione sull’isolamento degli anziani e lo studio secondo il quale l’80% della popolazione contrarrà il virus sono stati dati in esclusiva a un giornale o tv piuttosto che un altro (rispettivamente a ITV e Guardian). Viene introdotta così una conferenza stampa quotidiana da trasmettere in diretta a tutto il Paese. Lo studio indica che circa 8 milioni di persone in Gran Bretagna avranno bisogno di essere ricoverati, mentre il virus durerà sino alla primavera 2021. In Gran Bretagna 8 milioni di ricoveri non sono in alcun modo sostenibili. Gli ospedali privati uniscono le forze con quelli statali, mentre è possibile che vengano requisiti gli alberghi – per la maggior parte vuoti – per trasformarli in centri d’accoglienza per malati.

Le mille luci (spente) di New York

(Massimo Gaggi) In ritardo rispetto a Italia ed Europa, ma prima di altre parti d’America, New York chiude le scuole e anche bar e ristoranti (eccetto il servizio take-out). Non siamo al coprifuoco proclamato da Hoboken, la città del New Jersey dirimpettaia di Manhattan, dall’altra parte del fiume Hudson, dove è nato e cresciuto Frank Sinatra, ma ci siamo vicini. Aule sprangate per più di un mese, fino al 20 aprile, ma un affranto sindaco Bill de Blasio ha ammesso che gli alunni potrebbero non tornare più in classe per tutto il resto dell’anno scolastico: si sta cercando, dove possibile, di sostituire l’insegnamento in classe con lezioni online. Pressato dalla cittadinanza e dallo stesso governatore Andrew Cuomo e con i numeri del contagio che indicano una rapida espansione dell’epidemia a New York, il sindaco ha preso con enorme sofferenza una decisione ormai inevitabile ma che lui ha cercato di evitare fino all’ultimo momento. I tormenti di de Blasio illustrano bene la prossima prova tremenda, insieme a quella del cattivo funzionamento del suo sistema sanitario, che dovrà essere affrontata da un’America attonita nello scoprire, davanti alla sfida del coronavirus, l’enorme fragilità del suo modello economico.Degli enormi ritardi nel testare i possibili contagiati scriviamo ormai da dieci giorni. Di tamponi, nonostante tutte le promesse, se ne fanno ancora molto pochi e ad operare sono soprattutto laboratori privati che non sempre comunicano i risultati dei test alle autorità pubbliche, oltre che al paziente. Circondandosi di rappresentanti delle assicurazioni sanitarie, delle case farmaceutiche, degli ospedali, ai quali delega spesso le risposte alla crisi coronavirus, rende evidente la realtà di un Paese che non ha un servizio di tutela della salute pubblica semplicemente perché negli Usa essere curati non è un diritto ma una responsabilità individuale. Affidata ai privati. Oltre alle carenze della sanità ora vengono fuori anche quelle, drammatiche, di un sistema di protezione per i meno abbienti sociale pressoché inesistente: de Blasio ha esitato a lungo perché per una parte molto consistente del milione di alunni di New York la scuola, prima ancora del luogo in cui apprendere, è quello in cui ricevono gli unici pasti della loro giornata: colazione e pranzo. E in una struttura sociale polverizzata con molti genitori single, niente nonni ad aiutare né altre possibilità di tenere i piccoli in strutture protette, padri e madri rischiano di dover restare a casa anche quando sono addetti a servizi pubblici essenziali che non possono essere interrotti come i conducenti di metrò e bus, i poliziotti, gli infermieri, i netturbini.

Wall Street (Epa) Wall Street (Epa)

Chiude Las Vegas, in tutti gli Usa vietati gli assembramenti

(Giuseppe Sarcina) Mentre a Las Vegas chiudono tutti i casinò, la Cdc, l’autorità sanitaria federale ha fissato altre restrizioni nella tarda serata di domenica 15 marzo. Da oggi e per otto settimane saranno vietati in tutto il territorio americano «assembramenti con più di 50 persone». La raccomandazione è piuttosto generica: si spiega solo che il limite «non si applica alle scuole e alle società». Se ne deduce che dovrebbe azzerare la programmazione di cinema, teatri, discoteche. Vale anche per bar e ristoranti (oltre a quelli di New York)? I chiarimenti dovrebbero arrivare nel pomeriggio americano di oggi, lunedì 16 marzo, nel briefing quasi quotidiano tenuto dalla «task force anti virus» della Casa Bianca. Donald Trump, invece, ha incontrato i manager della Grande distribuzione e ha promesso ai cittadini americani che «negozi e supermercati rimarranno sempre aperti per tutta la durata della crisi». Non c’è bisogno, quindi, dice il presidente, di accaparrarsi generi alimentari o altri prodotti. L’onda di preoccupazione, però, cresce. Ieri a New York supermarket strapieni. Ancora abbastanza normale la situazione a Washington DC. Nella capitale sono vuoti solo gli scaffali della carta igienica, dei detergenti, della pasta e dei legumi in scatola.

Stati Uniti pronti ai primi test del vaccino su esseri umani

(Marta Serafini) Gli Usa sono pronti ai primi test su esseri umani del vaccino per il coronavirus. Il primo partecipante a una sperimentazione clinica riceverà una dose sperimentale lunedì, secondo quanto rivelato da un funzionario governativo all’Associated Press. Il National Institutes of Health sta finanziando i test, in atto presso il Kaiser Permanente Washington Health Research Institute di Seattle. Il funzionario che ha rivelato la notizia ha parlato a condizione di anonimato. Al primo volontario e a quelli che dovranno eventualmente seguire verranno somministrate diverse dosi del vaccino sperimentale. Ciascuno riceverà due dosi in totale, a distanza di 28 giorni, nel muscolo della parte superiore del braccio. Funzionari della sanità pubblica statunitense sostengono che ci vorranno da un anno a 18 mesi per convalidare completamente qualsiasi potenziale vaccino.

Il Covid nella sfida Biden-Sanders

(G. Sar.) Il Covid-19 nella sfida Biden-Sanders In serata il Covid-19 ha dominato anche il dibattito tra i candidati democratici Joe Biden e Bernie Sanders. Biden, dopo aver annunciato che sceglierà una donna come sua vice, è apparso più convincente sulla strategia di contrasto al coronavirus. Ha chiesto di concentrarsi più sull’emergenza che sulla “rivoluzione” predicata da Sanders. Nello scontro, però, la cosa che ha avuto la peggio è l’immagine dell’Italia. A un certo punto, Jake Tapper, moderatore della Cnn, ha chiesto ai due contendenti: «Se lei fosse il presidente in questo momento, che cosa farebbe per essere certo che ogni americano malato possa ottenere le cure necessarie, in modo che gli Stati Uniti non debbano subire lo stesso destino dell’Italia, dove i medici devono decidere in questo momento chi può avere le cure per restare in vita e chi non le può avere?» Una semplificazione estrema di una questione molto più complessa e drammatica. Ma nessuno dei candidati ha contestato, anzi Biden ha usato il nostro Paese per rintuzzare gli argomenti di Sanders a favore di una sanità universale: «In Italia c’è il sistema della sanità universale. Ma non ha funzionato. Questa cosa (il contagio, ndr) non ha nulla a che fare con Medicare per tutti. E la sanità universale non risolve per nulla questo problema.

Gas e petrolio, preoccupa anche la sponda sud del Mediterraneo

(Marta Serafini) L’emergenza coronavirus sta spingendo i paesi della sponda sud del Mediterraneo a prendere delle misure senza precedenti che rischiano di avere un impatto significativo per l’Italia. Nell’immediato, infatti, occorre risolvere la questione delle migliaia di cittadini italiani che rischiano di rimanere bloccati in Marocco, Algeria, Tunisia, Libia ed Egitto. Ciascuno di questi Paesi, infatti, ha optato per un blocco del traffico aereo (chi totale, chi parziale) che sta spingendo il governo italiano a predisporre dei voli straordinari in collaborazione con Alitalia. Guardando più a medio-lungo termine, invece, l’attenzione si sposta sugli scambi commerciali e sulle centinaia di aziende italiane che hanno scelto di investire in Nord Africa e che rischiano di rimanere isolate. Non va dimenticato, inoltre, che Algeria e Libia forniscono all’Italia ingenti quantità di gas: per il momento i flussi di metano non sono stati intaccati dall’emergenza e la situazione non sembra poter mutare. Secondo quanto riferisce la piattaforma Covid19-Africa, il paese nordafricano con il numero più alto di contagi è l’Egitto con 126 casi, seguito da Algeria (54), Marocco (28) e Tunisia (16). Nessun caso invece è stato segnalato in Libia, almeno per ora.

Controlli a Caracas (Epa) Controlli a Caracas (Epa)

La quarantena sociale di Maduro

(M.Ser.) Di fronte all’aumentare dei casi di coronavirus, arrivati a 33, il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha proclamato «una quarantena sociale» in tutto il Paese per impedire la diffusione del virus. «A partire dalla mattina del 17 marzo alle 5 il Venezuela entrerà in una quarantena sociale, misura drastica necessaria», ha detto Maduro durante una riunione del governo trasmessa dalla televisione di stato. Inoltre, Maduro ha detto che la Cina ha già assicurato sostegno ed aiuto al Paese con l’invio di personale e materiale sanitario ed ha anche ringraziato il governo cubano per l’assistenza ricevuta. «Per ogni caso di Covid-19, vi sono altri 27 da scoprire», ha aggiunto spiegando la necessità di rompere «la catena della trasmissione ed isolare gli infettati: quello che stiamo facendo è giusto», ha concluso. Il sistema sanitario venezuelano è gravemente compromesso dalla tracollo economico che ha spinto milioni di persone a lasciare il Paese.

L’idea australiana per proteggere gli anziani

(M.Ser.) Diversi supermercati in Australia hanno riservato un’ora di apertura solo per gli anziani, in modo da permettere loro di fare la spese con più serenità ed evitare il contagio da Covid-19. Di fronte ad alcuni negozi di Melbourne, nel Sud, o persino di Sydney, si sono formate lunghe code molto presto e alcuni clienti hanno rinunciato. «Questo è il primo giorno in cui abbiamo adottato questa ora dedicata e sappiamo che non tutto è stato perfetto in tutti i nostri negozi», ha riconosciuto in un comunicato stampa il direttore generale dei supermercati Woolworths, Claire Peters, il cui gruppo ha riservato l’orario dalle 7 alle 8 ad anziani e disabili.

Gli ultimi visitatori prima della chiusura (Afp) Gli ultimi visitatori prima della chiusura (Afp)

E chiude anche una delle 7 meraviglie

L’India ha chiuso ai visitatori il Taj Mahal, una delle sette meraviglie del mondo I casi di coronavirus in India, aggiornati alla tarda mattinata di oggi, sono saliti a 126 e i decessi a tre. All’avviso ai viaggiatori è stato aggiunto il divieto di ingresso nel paese, con effetto immediato e fino al 31 marzo, per i passeggeri provenienti da Afghanistan, Filippine e Malesia. Gli Stati e i Territori dell’Unione interessati dal contagio sono quindici: Andhra Pradesh (uno), Nuova Delhi (sette), Haryana (15), Karnataka (otto), Kerala (24), Maharashtra (39), Orissa (uno), Punjab (uno), Rajasthan (quattro), Tamil Nadu (uno), Telangana (quattro), Jammu e Kashmir (tre), Ladakh (quattro), Uttar Pradesh (tredici) e Uttarakhand (uno). La terza vittima e’ un uomo di 64 morto all’ospedale Kasturba di Mumbai, nel Maharashtra. Tra i pazienti ci sono 22 stranieri, di cui 16 italiani.

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