LA PANDEMIA
Stretta sulla variante Omicron. Sempre più Paesi seguono la linea di Draghi: test in entrata
di Francesca Basso
Bruxelles - «Se non si fa differenza tra persone vaccinate e non vaccinate perché hanno bisogno di un test Pcr, penso che sia un’idea sbagliata». Il premier del Lussemburgo, Xavier Bettel, parla al suo arrivo al Consiglio europeo a Bruxelles. E aggiunge: «Se abbiamo nuove normative nazionali individuali, come possiamo convincere le persone a vaccinarsi?». Ma una volta dentro, riferiscono più fonti, nessuno dei leader Ue ha puntato il dito contro l’Italia che ha introdotto nuove misure restrittive anche ai vaccinati per l’ingresso nel Paese. La discussione tra i capi di Stato e di governo aveva in cima a un ordine del giorno molto denso — prezzi dell’energia, Bielorussia, crisi ucraina e relazioni con la Russia, migrazione — come affrontare in modo coordinato il contenimento della nuova variante Omicron che sta preoccupando tutti i governi.
Del resto l’Italia non è la sola ad avere introdotto regole più restrittive, lo hanno fatto Irlanda e Portogallo (prima di noi), Francia e Grecia, tutti con soluzioni e tempistiche diverse. Nelle conclusioni i leader Ue sottolineano che servono «sforzi coordinati» e chiedono che le misure restrittive nazionali siano «basate su criteri oggettivi» e che «non danneggino il mercato interno o ostacolino in modo sproporzionato la libertà di circolazione dei cittadini tra gli Stati membri o i viaggi nell’Ue». Inoltre il Consiglio europeo «sottolinea l’importanza di un approccio coordinato sulla validità del certificato digitale Covid Ue» (questa parte non era prevista dalle bozze girate nei giorni scorsi) e «prende nota del fatto che la Commissione adotterà un atto delegato su questa materia». Di fatto i leader Ue hanno dato mandato alla Commissione di presentare nei prossimi giorni un atto delegato che definisca una data di scadenza del green pass valida per tutti. La durata dovrebbe essere di nove mesi: sei mesi dalla seconda dose più tre mesi per il booster.
I leader hanno insistito sul ruolo «chiave» dei vaccini, inclusa la terza dose che è «urgente e cruciale», per contrastare la pandemia. Il primo punto, quindi, è combattere la disinformazione per aumentare la popolazione vaccinata. I numeri li ha ricordati la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, mostrando un grafico che ha riportato anche in un tweet: «Finora è vaccinato il 67% della popolazione dell’Ue. Ma 9 Stati membri hanno un tasso di vaccinazione inferiore al 60%». La presidente ha spiegato che «è probabile che la variante Omicron diventi la variante dominante già nel gennaio 2022». E questo preoccupa i governi.
Portogallo e Irlanda chiedono il tampone. Parigi ha chiuso agli ingressi dalla Gran Bretagna: da domani potranno entrare solo «residenti in Francia e loro familiari». Per gli altri sono possibili eccezioni per motivi urgenti, ma non per turismo e lavoro. Tutti i viaggiatori, vaccinati o no, dovranno presentare, alla partenza, il risultato negativo di un test. La Svizzera, che non è nell’Ue ma fa parte dello spazio Schengen, già chiede un tampone dal 4 dicembre. E la Grecia da domenica esige da chi proviene da Regno Unito e Danimarca un tampone molecolare negativo insieme al certificato di vaccinazione.
Nella discussione sulla corsa dei prezzi dell’energia ancora una volta non c’è stato accordo. Quanto a Mosca, i leader Ue sottolineano «l’urgente necessità per la Russia di allentare le tensioni» lungo il confine con l’Ucraina e avvertono che «qualsiasi ulteriore aggressione militare contro l’Ucraina avrà enormi conseguenze e gravi costi in risposta, comprese misure restrittive coordinate con i partner».