IL CORSIVO DEL GIORNO
La crisi Alitalia, i licenziamenti e le elezioni per il sindaco di Roma
di Federico Fubini
C’è un convitato di pietra alle elezioni che dovranno indicare (o confermare) il nuovo sindaco di Roma. Il protagonista occulto è un’azienda da oltre diecimila dipendenti, la stragrande maggioranza dei quali residenti e romani. La società naturalmente è Alitalia, avviata all’inevitabile uscita di scena con il passaggio a Italia Trasporto Aereo (Ita).
Poiché l’avvicendamento dovrà avvenire in discontinuità giuridica, e comunque non ci sarebbero risorse per decidere altrimenti, Ita non potrà recuperare tutti i dipendenti di Alitalia. Potrà assumerne circa tremila, con nuovi contratti meno generosi. Gli altri 7.500 dipendenti attuali di Alitalia saranno invece dichiarati in esubero, politicamente nel più delicato dei momenti per Roma. Ita inizia le sue operazioni il 15 ottobre, quindi la selezione sul personale andrà comunicata al più tardi nelle prossime settimane.
Nel frattempo gli elettori romani saranno chiamati a scegliere il nuovo sindaco il 3 e 4 ottobre al primo turno, il 17 e 18 ottobre al probabile ballottaggio. In piena campagna elettorale circa settemila elettori – potenzialmente abbastanza per fare la differenza nelle urne, con il voto dei loro familiari – scopriranno di aver perso il lavoro. E altri tremila dovranno accettare un trattamento drasticamente meno favorevole.Alcuni degli ex dipendenti troveranno senz’altro nuovi posti nei servizi aeroportuali che prima svolgeva Alitalia e che ora saranno messi a gara. Altri avranno sostegni o scivoli verso la pensione. Del resto non c’erano alternative a un drammatico ridimensionamento.
Resta da vedere se qualcuno dei candidati sindaco di Roma si metterà a caccia di voti con promesse facili quanto false a questo particolare gruppo di elettori. E se i sindacati del volo sceglieranno di appoggiare, magari larvatamente, un candidato del genere.
Dopo tanta miopia, in Alitalia e nella capitale, è l’ultima cosa di cui si sente il bisogno.