IL COMMENTO
L’augurio M5S a Berlusconi, segno inatteso nell’era dell’insulto
di Pierluigi Battista
Il messaggio che non ci saremmo aspettato: «Faccio i miei migliori auguri di pronta guarigione a Silvio Berlusconi. Spero si riprenda presto e che combatta con la forza che lo ha sempre contraddistinto anche questa battaglia». O meglio, ce lo saremmo aspettato da qualunque avversario politico, come è infatti è avvenuto, ma non dall’autore del messaggio, e cioè Luigi Di Maio, ministro degli Esteri e leader del Movimento Cinque Stelle, lo stesso Di Maio che quando erano in corso le trattative per il primo governo di Giuseppe Conte diceva che con Matteo Salvini sarebbe stato pure possibile, ma con l’orco, l’uomo nero, il nemico, il gangster B. ogni discorso doveva considerarsi chiuso, che ogni canale di comunicazione doveva ritenersi impossibile, e che con B. c’era inimicizia assoluta.
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Ora invece, con Berlusconi colpito dal coronavirus, Di Maio non si limita a un formale augurio di pronta guarigione, che non si nega a nessuno, ma apprezza la «forza» con cui Berlusconi è capace di condurre le sue battaglie. E questo non è un augurio, ma un riconoscimento politico. Normale in una democrazia normale, bizzarro in un movimento politico che ha fatto della delegittimazione assoluta del nemico la sua stessa ragion d’essere, il suo marchio di origine controllata. Un piccolo, piccolissimo segnale di disgelo (anche un sottosegretario del Movimento Cinque Stelle, Angelo Tofalo, si è aggregato a chi gli augura di «ritornare presto in campo») in un universo politico che stenta a capire il valore della legittimazione reciproca tra avversari che si combattono aspramente ma si rispettano e che bolla come deplorevole «inciucio» qualunque forma persino di discussione e di dialogo tra forze che dovrebbero sempre farsi la guerra anche verbale, dove l’insulto, la scomunica, il disprezzo diventano la cifra della lotta politica. Non era così scontato che avvenisse. Un passo, forse più importante di ciò che appare.