26 aprile 2018 - 00:34

Esami alle porte, torna il boom delle ripetizioni: per le famiglie spese fino a 300 euro al mese

Un mercato in crescita in tutto il mondo, che in Italia trova centinaia di clienti. I ragazzi degli istituti tecnici e professionali spesso «rinviati» a settembre. I trucchi per risparmiare: gli studenti più grandi pagati per dare lezioni. E le youtubers secchione che fanno video online

di Valentina Santarpia

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Più di un milione di studenti coinvolti, un mercato stimato in 800 milioni di euro, un costo medio per le famiglie di 1620 euro all’anno, e un enorme voragine per il fisco se, come certifica una ricerca della Fondazione Einaudi, il 90% delle prestazioni viene effettuato «a nero»: eccolo il boom delle ripetizioni, un fenomeno ignorato dalle riforme scolastiche e dai programmi elettorali, ma che fagocita ogni anno - complice la competitività generata dalla mancanza di opportunità lavorative- energie, soldi, tempo, di famiglie, ragazzi e professori al di fuori delle mura scolastiche. Il rapporto Nesse (2011) indica come il mercato delle ripetizioni sia in crescita in tutto il mondo. Per l’Italia,stima l’Adoc, è in crescita tra il 3,4 e il 6%, in base alla materia. La piattaforma Skuola.net indica un raddoppio di utenti da quando ha iniziato a offrire la piattaforma per le ripetizioni online. Il contributo dato dal sistema «ufficiale», quello scolastico, è infatti minimo: «Ci sono dei fondi che vengono assegnati dal ministero dell’Istruzione per il recupero- spiega la dirigente Maria Rosa Silvestro- Ma poi sono le scuole a decidere, sulla base della disponibilità, del numero degli alunni, delle tipologie di carenze, quante risorse assegnare». Di fatto, sempre meno: i corsi ufficiali di recupero sono spesso striminzite lezioni da poche ore pomeridiane, insufficienti a colmare le lacune. I soldi per pagare i prof per ore extra non ci sono, e i famosi docenti assunti sul potenziamento, che avrebbero potuto essere preziosi su questo fronte, spesso non hanno le competenze. Su 55 mila professori assunti tre anni fa, ricordiamolo, abbondavano i docenti di musica, educazione artistica, ginnastica, mentre scarseggiavano quelli di matematica, italiano, inglese, le materie- non a caso più richieste per le ripetizioni. E così la scuola lascia in mani private (e talvolta pericolose) tutta la matassa dei «recuperi». È probabilmente da qui che parte quel ritardo drammatico dei ragazzi italiani sui loro coetanei di altri Paesi che viene misurato ogni tre anni dai rapporti Ocse-Pisa.


I «debiti»

Prima si parlava di «rimandare a settembre», ora di debiti formativi e ammissioni con riserva, ma la sostanza non cambia. Nella scuola secondaria di secondo grado (dati Miur 2015/2016) il 22,3% degli studenti è sospeso nel giudizio, quindi costretto a riparare entro l’inizio dell’anno scolastico una o più materie. Il numero più alto di insufficienze si trova tra gli studenti dei tecnici (26,1%) e dei professionali (24%), il più basso tra i liceali (19,1%), e il primo anno è quello che presenta sempre maggiori difficoltà, soprattutto in matematica, la materia meno amata in Molise, Marche e Umbria, mentre nelle regioni del Sud e delle Isole (soprattutto Calabria e Campania) è più alta la percentuale di studenti con giudizio sospeso che hanno avuto voti insufficienti in italiano. La lingua straniera è l’altra «brutta bestia»: al primo anno il 15,3% ha un voto inferiore al 6, al 2° anno l’11,9%, al terzo il 10,5%, al 4° il 7,9%. La soluzione? Ricorrere alle lezioni private: lo fa il 52% degli studenti delle superiori, il 34% alle medie, il 43% all’università.


Il passaparola

È ancora lo strumento più utilizzato: il 70% degli studenti si affida alla voce di amici e conoscenti,pochi ricorrono ai centri studi specializzati, alla ricerca online o agli annunci e alle bacheche. Per legge, i professori di una scuola non possono impartire ripetizioni ai propri studenti, pena una sanzione disciplinare che può arrivare fino al licenziamento. Eppure spesso accade che anche sottobanco i professori prestino i propri servizi extra pomeridiani contando sulla discrezione delle famiglie: un guadagno extra facile e al netto dalle tasse. Per recuperare una insufficienza ci vogliono tra le 50 e le 70 ore di lezioni private, e considerando che in genere è preferibile avere tre incontri a settimana, per un costo medio a ora che va dai 20 ai 27 euro, parliamo di un introito mensile di oltre 300 euro.

Le alternative

Ma cosa si può fare per evitare questo balzello? Posto che l’offerta scolastica sui corsi di recupero è «forfettaria e ridicola», la soluzione per evitare il business delle lezioni private potrebbe essere nel progresso, secondo Daniela Di Donato, docente di lettere in una scuola media di Roma e «animatore digitale»: «Con una didattica capovolta viene prodotto materiale che è sempre a disposizione degli studenti: video, slide, multimedia, che possono essere visti e rivisti per ripetere e capire gli argomenti più ostici. E lo stesso professore dovrebbe suggerire siti affidabili a cui potersi rivolgere per approfondire e risolvere dubbi, o esercitarsi».
Un’altra strada è quella di sfruttare le risorse interne: «Nel nostro istituto scegliamo i ragazzi più bravi della IV e due volte a settimana chiediamo loro di fare aiuto compiti a quelli di prima- racconta Ludovico Arte, preside dell’istituto tecnico per il turismo Marco Polo di Firenze- Gli studenti più giovani pagano 40 euro all’anno, ai grandi diamo 400 euro in crediti da spendere per le gite all’estero. Funziona benissimo. Un’altra prassi che abbiamo è che, quando ci chiedono a chi rivolgersi per le lezioni private, indichiamo i diplomati meritevoli degli anni precedenti. È chiaro, c’è il rischio che avvenga a nero: ma le famiglie hanno un carico enorme, dovrebbero essere supportate». Così come gli studenti, che restano i grandi incompresi di questa macchina infernale: «Prendo ripetizioni di matematica, chimica e fisica- dice Edoardo Vanni, studente al III anno del liceo classico Galilei Pacinotti di Pisa- Non riesco a capire i procedimenti e i professori non si fermano mai a spiegare a chi rimane indietro. Non li incolpo, spesso il tempo è poco, e noi tanti. I risultati? Da quando vado a lezione private il mio 4 in matematica è diventato 5-5,5, so che devo ancora migliorare, ma i 240 euro al mese sono ben spesi». E poi, negli ultimi anni vanno sempre più di moda gli youtubers (anzi, molto più spesso le youtubers, perché la maggior parte sono ragazze) «secchioni»: non danno consigli di moda o di trucco, ma impartiscono ripetizioni scolastiche e aiutano nella revisione degli esami. Forti di grandi successi scolastici, documentano passo dopo passo i propri buoni voti nei video.

Il super prof

Fare ripetizioni è diventato anche un mestiere. Dalle 7 alle 23, sabato e domenica compresi: è un orario di lavoro intensivo quello di Giovanni Carlini, 59 anni, 4 lauree (Economia, Scienze politiche, Strategia e Sociologia) e un passato da professore: «Ho insegnato in istituti di diverso ordine e grado di Milano dal 2006 al 2016, senza una cattedra. Nell’opportunità tra insegnamento privato e pubblico, ho optato il primo per aspetti di stile e qualità». Fatti due conti, al super prof non conveniva più: 1200 euro per 18 ore a settimana, ora lavora 15 ore al giorno con le ripetizioni ma ne guadagna più di 3 mila al mese. Tutti «puliti»: lui lavora per una piattaforma, quella di Skuola.net, che mette a disposizione domanda e offerta e fa da intermediaria per le transazioni economiche. La platea? «Da me vengono studenti dai 13 anni fino alla signora di 66 anni che voleva iscriversi all’università». Ormai Carlini ha un suo metodo collaudato. «Ho un rapporto diretto con i genitori, concordo con loro tempi e strategie e condivido i progressi degli alunni. Non faccio missioni impossibili: ogni materia ha bisogno del suo tempo e delle sue ore, non posso preparare uno studente in 4 giorni al posto delle 500 ore di studio necessarie per superare un esame. E poi seguo sempre il libro di testo. I risultati si vedono: la percentuale di successo dei miei studenti è del 98%».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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