MAINSTREET
Verde o non sei top manager
di Dario Di Vico
«I capi azienda di oggi sono obbligati ad avere una condotta valoriale, le aziende che faranno bene con gli Esg faranno bene anche in Borsa». Marco Alverà , oltre ad essere l’amministratore di Snam, è uno dei top manager più giovani e brillanti del panorama italiano. E a chi gli chiede come sta cambiando la leadership al tempo della pandemia Alverà invita a riflettere su un evento che «ha rotto il ghiaccio per tutti»: l’annuncio da parte del fondo americano Blackrock di privilegiare gli investimenti in società sostenibili e di ignorare le altre. E quello che per qualche anno è stato solo un acronimo (Esg), ad uso e consumo di pochi addetti ai lavori, sta diventando il manuale di bordo per guidare le grandi società quotate. E sta per ambiente, S per società e G per governance e questi tre obiettivi «finiscono per contare più di quelli economici classici di un tempo». Il verbo degli Esg ha surclassato la precedente narrazione valoriale legata alla responsabilità sociale d’impresa (l’acronimo era Csr), ha sfondato persino le resistenze dei friedmaniani liberisti ed è diventato il codice «con il quale si assegnano i rating delle imprese».
Costretti a coltivare valori
Continua Alverà : «Volente o nolente il manager è costretto dunque a coltivare un comportamento valoriale e, anche se quella S dell’acronimo non sappiamo ancora bene cosa vorrà dire, sicuramente si determinerà un’attenzione maggiore al territorio. Come sostiene il mio mentore Massimo Milletti, il purpose (lo scopo; ndr) ha sopraffatto il profit ». Questi processi erano già in marcia ma la pandemia li ha accelerati bruscamente così come ha velocizzato «l’adozione delle tecnologie da remoto, chi dice di cinque chi addirittura di dieci anni».
Vero leader è chi sa delegare
In questa stagione però il mestiere del top manager è diventato molto più complesso. «Ci sono poche riunioni allargate e quindi il vero leader è chi sa delegare, sa decentrare le decisioni. E la squadra non è più solo quella limitrofa al numero uno, la cosiddetta prima fascia del management, ma è più larga. È come se la piramide del comando si fosse scomposta e dentro la stessa azienda fossero nate tante micro-aziende guidate da imprenditori autonomi». Il Ceo di un gruppo come Snam di conseguenza non può limitarsi a generare input dall’alto ma deve aiutare i colleghi a diventare imprenditori. Auguri sinceri.