6 ottobre 2018 - 11:51

Cristiano Ronaldo e il presunto stupro, la polizia di Las Vegas avrebbe smarrito le prove dell’epoca. La mamma di Cr7: «Siamo con te»

Lo rivela a Der Spiegel il legale della Mayorga: perse le dichiarazioni della mia assistita oltre che vestito e biancheria intima depositate nel 2009

di Marco Letizia

Cristiano Ronaldo e Kathryn Mayorga (Ap) Cristiano Ronaldo e Kathryn Mayorga (Ap)
shadow

Ma l’inchiesta su Cristiano Ronaldo per il presunto stupro del 13 giugno 2009 a Las Vegas è fondata? Una lettura attenta delle carte in possesso della rivista tedesca «Der Spiegel» dimostra che sono molti i punti oscuri da chiarire e che una nuova indagine di polizia, peraltro già avviata, è necessaria. Dato che, come sottolinea anche la rivista tedesca che ha avuto modo di sentire uno degli avvocati della presunta vittima, Kathryn Mayorga, vale a dire Leslie Mark Stovall, che ha fatto in tal senso alle forze dell’ordine un’esplicita richiesta,le dichiarazioni della donna alla polizia di Las Vegas non sono presenti in archivio, come pure i vestiti e la biancheria intima che la Mayorga avrebbe consegnato agli agenti all’epoca dopo la visita medica in ospedale. Ma, del resto, polizia e team legale della Mayorga non sono neppure d’accordo sul fatto che la donna avesse fatto il nome di Cristiano Ronaldo nel 2009. Bisogna vedere ora se una nuova indagine permetterà di ritrovare le prove depositate all’epoca o bisognerà cercarne di nuove.

Le ragioni dello stop

Ma perché l’inchiesta del 2009 si è fermata? Dai documenti in possesso dello Spiegel si evidenzia come già all’epoca i legali di Ronaldo avessero preso la vicenda sul serio, mentre invece le indagini andassero un po’ lentamente. Nell’agosto del 2009 i legali di Ronaldo contattano quelli della Mayorga per trovare un accordo, ma non è chiaro ancora su quali basi.
Il team legale di Ronaldo però voleva prima sapere tutto sulla Mayorga, che all’epoca aveva 25 anni. Iniziarono a farla pedinare, con un investigatore privato che notava quando usciva di casa, chi incontrava, dove andava a mangiare e perfino quanti bicchieri di vino rosso aveva bevuto a cena. L’investigatore venne perfino a sapere che lei aveva votato per i democratici e che aveva ricevuto alcune multe per non aver pagato il parcheggio. L’investigatore privato, un ex poliziotto di Las Vegas, cercò anche di contattare i suoi vecchi colleghi per ottenere informazioni e incontrò un detective della polizia di Las Vegas per saperne di più sulle loro indagini. In un rapporto agli avvocati di Ronaldo, anch’esso in possesso dello Spiegel che ha ricevuto questi documenti a seguito dello scandalo Football Leaks, nel 2017, l’investigatore sostiene che la polizia all’epoca non si sarebbe opposta alla risoluzione extragiudiziale del caso. A suo avviso se un tale accordo fosse stato trovato (e in effetti nel 2010 la Mayorga firmò un’intesa che prevedeva il suo silenzio in cambio di 375.00o dollari) non ci sarebbero state ulteriori indagini. Cosa che è di fatto avvenuta fino a qualche giorno fa, quando è ripartita l’inchiesta, a seguito delle rivelazioni dei media.

La versione di Cr7

Come spiega ancora «Der Spiegel» settembre del 2009, il team legale di Ronaldo inoltre aveva elaborato un questionario completo da sottoporre al giocatore. Volevano sentire la versione di Ronaldo su quanto era accaduto quella notte a Las Vegas. Ogni dettaglio era importante. Il risultato fu un documento che avrebbe potuto avere un ruolo centrale nel caso se fosse stato reso pubblico. Una delle domande fatte a Ronaldo era questa: «Descrivi in dettaglio cosa è successo a partire dal primo contatto fisico che hai avuto con la signorina C (ovvero Kathryn Mayorga) nell’altra stanza e descrivi la sequenza degli eventi». Uno degli avvocati del team di Ronaldo annotò la sua risposta: «L’ho presa di lato. Si è resa disponibile. Era sdraiata su un fianco, a letto, e sono entrato da dietro. E’ stato un gesto rude. Non abbiamo cambiato posizione per 5-7 minuti. Ha detto che non voleva farlo, ma si è resa disponibile. Per tutto il tempo il rapporto è stato rude, l’ho girata dalla sua parte, ed è stato veloce. Forse le ho provocato alcuni lividi quando l’ho afferrata .... Poi mi ha masturbato .... Ma continuava a dire “No”. “Non farlo”. “Non sono come gli altri”. In seguito mi sono scusato». Alla domanda: «La signora C ha mai alzato la voce o urlato?» Ronaldo ha risposto: «Ha detto di no e si è fermata più volte».

La versione della Mayorga

Fattori questi ultimi non di poco conto, perché nella versione della donna della presunta violenza apprendiamo che all’interno della penthouse del Palms Hotel i due non erano soli, anche se erano soli in camera da letto. Inoltre l’atto sessuale, secondo la Mayorga, sarebbe avvenuto al termine di una vera e propria aggressione: «Ero in bagno quando lui si è presentato con il pene fuori dai pantaloni. Mi ha chiesto di toccare il suo pene per 30 secondi. Quando gli ho detto di no, mi ha implorato di leccarglielo. Stavo ridendo, pensavo: “È uno scherzo? Questo ragazzo così famoso è un fottuto perdente!” Lui mi ha detto che se gli avessi dato un bacio, mi avrebbe lasciata andare. Io ho risposto: “Ok, ti bacerò, ma non ho intenzione di toccare il tuo pene”. Poi però lui comincia a venire verso di me con forza, a toccarmi, a scendere verso il basso con le mani. Io lo spingo via e continuo a dirgli no». In quel momento, secondo Kathryn, uno dei suoi amici era entrato nella stanza e aveva ha chiesto cosa stesse succedendo. «Io mi sono tirata giù il vestito e ho detto: “Stiamo andando via proprio ora”. Ho guardato Ronaldo e anche lui ha detto “Sì, stiamo andando via”. «Pensavo che tutto fosse finito. Invece non lo era: mi ha trascinato nella sua stanza, mi ha girato di spalle, ha cercato di togliermi la biancheria intima, io ho cercato di coprire la mia vagina. A quel punto mi è saltato addosso, io gli dicevo no, no, no».

Strategia difensiva

Inizialmente i legali di Ronaldo ipotizzarono una strategia difensiva volta a dimostrare che le lesioni riscontrate al retto della presunta vittima potessero essere autoinflitte, ma successivamente prevalse quella dell’accordo extragiudiziale. «Der Spiegel» spiega anche che un anno e mezzo fa ci fu un tentativo di impedire la prima pubblicazione dei documenti, in cui all’epoca per rispetto della privacy, fu omesso nella versione resa pubblica, il nome della Mayorga. Nome venuto fuori alcuni giorni fa a seguito della causa civile intentata dalla donna contro Cristiano Ronaldo. Cr7 ora è chiamato a difendersi sia in sede penale che civile. E mentre gli sponsor stanno pensando se abbandonare il campione portoghese , la Juventus tenta una difesa pubblica di Cr7 e il titolo bianconero cede oltre il 10% in Borsa. A prescindere da come andrà a finire, per ora ciò che è certo è che la battaglia legale è solo agli inizi.
Intanto Cr7 si può consolare sapendo di poter contare come sempre sull’appoggio di tutta la sua famiglia, cominciando da mamma Maria Dolores che su Instagram, allegandolo ad una foto di lei abbracciata all’attaccante della Juventus, scrive: «Buona fortuna figlio, anche alla tua squadra perché uniti siamo più forti».

© RIPRODUZIONE RISERVATA
ALTRE NOTIZIE SU CORRIERE.IT