6 settembre 2019 - 07:17

Wanda Nara, Icardi e l’Inter: «Non sono la cattiva della storia, sono quella che l’ha risolta»

La moglie di Icardi racconta la sua verità sull’Inter, la Juve e il prestito al Psg: «Non è un divorzio. Mauro e l’Inter sono come fidanzati che si prendono una pausa di riflessione»

di Guido De Carolis

Wanda Nara, Icardi e l'Inter: «Non sono la cattiva della storia, sono quella che l'ha risolta»
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Le verità raccontate sono state tante, le bugie di più. Questa è la versione di Wanda Nara. L’hanno dipinta come la cattiva della storia, la responsabile del divorzio tra Mauro Icardi e l’Inter. «Hanno detto che facevo del male a mio marito, il padre dei miei figli. Le persone ragionano quando parlano? Come posso non volere il bene di Mauro? Il suo bene è il mio». Wanda mette in fila gli ultimi durissimi mesi, chiusi con il prestito di Icardi al Psg. «Non è un divorzio. Mauro e l’Inter sono come fidanzati che si prendono una pausa di riflessione».
Wanda, sta dicendo che a fine anno Mauro tornerà?
«Al Psg non si poteva dire no: ha tutto per vincere, è un club pieno di stelle, Mauro è onorato di farne parte. A fine stagione sceglieremo ciò che sarà meglio: io lavoro per lui, ma poi le scelte sono sue».
Ha rifiutato tante proposte. Come l’ha convito alla fine ad accettare il Psg?
«Sono la moglie, non solo la procuratrice: lo conosco. Sapevo avrebbe detto sì. La scelta del Psg viene dopo un anno di polemiche e tensioni, l’ha fatta anche per dare un po’ di tranquillità ai figli e alla famiglia. Se fosse rimasto sarebbe stato sempre un caso».
Perché i rapporti con l’Inter si sono deteriorati?
«Per tanti malintesi, ma la voglia di giocare nell’Inter e l’amore dei tifosi resta. In una lunga relazione ci sono delle crisi. Alla fine ci lasciamo con un rapporto ricucito, senza nessun tradimento».
Che è successo davvero?
«L’Inter aveva la necessità di vendere Icardi. Da capitano Mauro non avrebbe mai lasciato il club. È stata una strategia per cederlo».
Con che motivazione gli è stata tolta la fascia?
«Per venderlo, così gli è stato detto. Lo scorso gennaio aveva rifiutato il trasferimento a un’altra squadra. E lui ha risposto: “Io sono il capitano e questa squadra non la lascio”. Lì i rapporti si sono incrinati, avevano un’altra idea».
L’altro club era la Juventus che a gennaio riproponeva lo scambio con Higuain e 50 milioni?
«Non dirò io il nome della squadra. L’altro giocatore però a Milano ci è venuto, ma non all’Inter… Se a Mauro lo avessero detto chiaramente sarebbe stato diverso. La fascia non potevano toglierla alla fine della stagione?».
Quando gli è stata tolta Icardi si è rifiutato di andare a Vienna: perché?
«Non è andata così. Stava già giocando con un dolore al ginocchio. Quando gli hanno tolto la fascia lui ha detto: “Per giocare non serve solo il corpo, ma soprattutto l’anima. E quella al momento mi si è rotta”. L’Inter sapeva che Mauro era già andato tre volte a Barcellona per curarsi».
Da quel giorno però sta fuori due mesi. Lei chiama Massimo Moratti per farsi aiutare?
«Tutti stavano bastonando Mauro, Moratti è uscito con una dichiarazione per difenderlo: un grande uomo. Le sue parole sono state ossigeno quando stavo soffocando».
Icardi è passato dai 29 gol del primo anno con Spalletti a essere sul mercato: perché?
«Questione di conti della società. Forse in quel mercato si poteva vendere solo Icardi».
Secondo molti le sue dichiarazioni a Tiki Taka hanno avuto un peso decisivo nella vicenda: ridirebbe tutto?
«L’Inter sapeva tutto. Non dovevano darmi il permesso, non ho un contratto con loro. Ridirei tutto sì, non ho mai parlato con cattiveria o per ferire. Dico sempre la verità, dice bugie chi è senza coraggio. Continuerò con Tiki Taka, Mediaset è una famiglia».
Perché i cattivi rapporti tra i croati (Perisic e Brozovic) e Mauro?
«È stato gonfiato tutto. I rapporti sono sempre stati cordiali, uno è il mio vicino».
Crede di essere discriminata perché è una donna?
«No, discriminata no. Però sono una figura che non esiste: moglie e agente. Sentire parlare di calcio una donna è strano. Ma le società mi hanno sempre trattato con rispetto e parità. A me non piace parlare di sessismo o razzismo: il problema ce l’ha chi fa certe accuse».
Conte ha dovuto accettare le scelte della società?
«Credo di sì. Ho parlato con lui, gli avevano garantito che avrebbero comunque rinforzato la squadra».
Come sono cambiati gli equilibri con l’arrivo di Marotta? Non vi siete trovati?
«Il calcio è business, Marotta fa le scelte e deve badare ai conti. Alla fine si vedrà chi ha fatto bene. Sul campione che è Icardi non ho mai avuto dubbi: avevo 15 offerte. Lo sapeva pure Marotta. Se siamo arrivati all’ultimo giorno non è perché siamo matti: conosciamo il valore di Icardi».
Era proprio indispensabile fare causa all’Inter?
«Non era una causa per soldi, solo gli ignoranti lo credono. Se fosse stato per soldi sarebbe andato via 3-4 anni fa, quando l’Inter non giocava la Champions, è rimasto per amore del club. Voleva tornare in gruppo e allenarsi con Conte: chissà con lui dove poteva arrivare».
Lei sostiene che Mauro ha detto no alla Juve.
«Era il capitano dell’Inter, non ci sarebbe mai andato».
Paratici e Wanda, si è favoleggiato tanto anche di uno scambio Icardi-Dybala.
«Con Fabio ho un rapporto cordiale. Si è interessato, il rapporto continuerà».
Pensa che in futuro Mauro possa andare alla Juve o in Italia non vuole più giocare?
«Giocare in italia gli piace, conosce bene il campionato, ha segnato 135 gol. Penso tornerà. Non so dove e come. La priorità sarà sempre l’Inter».
Chi l’ha delusa di più?
«Chi parlava a nome mio senza conoscermi, non mi deludono le scelte di un club, quelle sono fatte per i conti».
C’è stato un momento in cui le è venuto da piangere?
«No. Da quando gli hanno tolto la fascia, sapevo che non avrebbe avuto problemi a trovare una squadra».
Tutta questa situazione ha influito sul vostro rapporto?
«Mauro non è abituato alla sofferenza, ma sa convivere con la difficoltà. Non bada alle voci. Poteva sopportare di restare all’Inter anche in una condizione difficile, ha una corazza e per la mia famiglia sarebbe stato più facile averlo in Italia: ma no, tra noi le cose vanno benissimo».
Suo marito a Parigi, lei a Milano: le cambierà la vita?
«Siamo una famiglia all’antica con tanti bambini e ci piace essere presenti. Stavo firmando il contratto di Mauro a Parigi e intanto chiamavo casa per aiutare a fare gli zaini per la scuola il giorno dopo. Sarà difficile, Mauro fa tanto».
Wanda è la buona o la cattiva della storia?
«Sono quella che l’ha risolta. Era difficile uscire da questa situazione e farlo trovando una squadra di quel livello. La scelta di Parigi rende orgogliosa me, lui e la famiglia. Da procuratrice sono riuscita a fare il meglio,senza tradire né la maggioranza dei tifosi che lo amano né l’Inter».
Au revoir Madame Wanda
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