19 marzo 2021 - 16:29

Pietro Santapaola, il nipote del boss Nitto reintegrato dal Cosenza: «Ritiriamo la denuncia»

Pietro Santapaola, attaccante della Primavera, era stato escluso dalla squadra e dal convitto dove viveva perché figlio di un indagato per mafia: «Arrivata mail di ripresa allenamenti»

di Redazione Sport

Pietro Santapaola, il nipote del boss Nitto reintegrato dal Cosenza: «Ritiriamo la denuncia» Pietro Santapaola il giorno della firma del contratto (ilcosenza.it)
shadow

È stato reintegrato Pietro Junior Santapaola, il giovane attaccante della Primavera del Cosenza che era stato messo fuori squadra e costretto a lasciare il convitto dove risiedeva perché figlio di un indagato per fatti di mafia, imparentato con il boss Nitto Santapaola, uno dei boss più feroci di Cosa Nostra, oggi all’ergastolo per la morte del giornalista Pippo Fava.

Il 17enne, che era stato prelevato a gennaio dalla Under 19 del Messina, ha infatti ricevuto una mail con la quale viene invitato a riprendere gli allenamenti agli ordini di Emanuele Ferraro appena sarà possibile, perché al momento parte della squadra è in quarantena per un caso di positività al Covid-19. Con i giovani rossoblù finora ha raccolto una cinquantina di minuti in tre presenze. Il legale di Santapaola, Silvestro Salvatore, precisa che si tratta di una «comunicazione ufficiosa, perché in calce alla mail non vi è nessuna firma».

Il legale giovedì aveva presentato un esposto alla Procura della Repubblica per mobbing contro il Cosenza calcio. «Mi farebbe piacere — ha detto l’avvocato all’agenzia Ansa — che la vicenda si chiudesse senza strascichi giudiziari, ma riteniamo che il presidente Guarascio dovrebbe formalmente scusarsi per l’accaduto e ufficialmente richiamare il ragazzo in squadra. Inoltre, nella mail si parla di fatti travisati, ma noi sappiamo bene che non è così e abbiamo le prove di quanto sosteniamo, ci sono i file audio che testimoniano quanto accaduto. Ritireremo la denuncia quando il mio assistito riceverà una comunicazione ufficiale».

© RIPRODUZIONE RISERVATA
ALTRE NOTIZIE SU CORRIERE.IT