In queste ultime settimane abbiamo visto di tutto, dai bot per comprare e mettere nel carrello schede video e console a siti fasulli che hanno messo in vendita PlayStation 5 mai esistite. In una situazione ideale, quella con i prodotti disponibili sugli scaffali dei negozi, niente di tutto questo sarebbe successo. Inutile tornare sulle cause che hanno portato a questa situazione un po’ paradossale, quella dove la domanda eccede di almeno dieci volte l’offerta: TSMC e Samsung, le due aziende che producono il cuore di tutti i prodotti oggi introvabili, sono il vero collo di bottiglia.

Siamo voluti però entrare un po’ di più nel dettaglio, e capire come l’Italia si incastra in quella che è comunque una situazione critica a livello mondiale, e lo abbiamo fatto partendo proprio da quelli che sono stati i primi prodotti “introvabili” dell’anno, le schede video.

Le domande per le quali ci sarebbe piaciuto avere una risposta erano abbastanza semplici: quanto è grande il mercato delle schede video in Italia e soprattutto quante schede video di ultima generazione, quelle ambite, sono arrivate in Italia? Sono 1.000? 10.000? 100.000?

Abbiamo sentito diversi operatori del settore, e nessuno è stato in grado di delineare un perimetro di riferimento per un semplice motivo: il mercato dei componenti informatici oggi in Italia è una sorta di far west. “Potrebbero esserci circa 10.000 persone potenzialmente interessate ad acquistare schede video di fascia alta, quelle da 500 euro in su, ma è molto probabile che di queste 10.000 più della metà decida di rifornirsi da canali che non acquistano direttamente da un distributore italiano o da una filiale italiana” ci dice uno dei nostri interlocutori, aggiungendo che il numero di schede video ufficialmente disponibili in questi mesi sul mercato italiano non rispecchia affatto quella che è poi la situazione reale.

Gli italiani, soprattutto in questo segmento molto di nicchia fatto da persone che amano scegliersi i componenti migliori per costruire un computer, guardano soprattutto al prezzo senza guardare troppo al servizio, o al retailer: “Molti comprano all’esterno, altri comprano da piccoli negozi che in qualche modo riescono ad avere un prezzo più vantaggioso, ‘dimenticandosi’ di pagare l’iva” Cercare il miglior prezzo è sacrosanto, ma il caso delle schede video ci aiuta a far capire perché spesso la ricerca del prezzo basso ad ogni costo può diventare controproducente per l’intero mercato.

La lotta al basso prezzo sui componenti dei PC, in Italia, ha portato alla sparizione dei grossi rivenditori: il Francia, ad esempio, c’è LDLC che ha migliaia di componenti PC ad un prezzo medio più alto di quello italiano, il Inghilterra ci sono un paio di retailer enormi mentre in Italia esistono solo piccolo negozi e realtà locali, alcune eccellenti, che sopravvivono con un margine bassissimo, attorno al 7%. Senza un riferimento ben preciso l’acquirente compra ovunque, e questo acquisto un po’ casuale impedisce alle filiali italiane un tracciamento preciso su quanti sono e da dove arrivano i prodotti comprati in Italia. Potrebbero arrivare dalla filiale italiana, come potrebbero arrivare da quella francese, o tedesca. Oppure da un distributore.

Tutto questo si ripercuote inevitabilmente sulle quantità che vengono allocate dai produttori ai distributori locali: se NVIDIA o AMD destinano 100.000 schede video all’Europa, all’Italia andrà una quantità molto piccola. Nonostante la richiesta in Italia non sia così elevata come in alti paesi, le quantità destinate al nostro mercato sono davvero poche. Pochissime. La priorità va ad altri mercati, dove ci sono negozi più strutturati e meglio organizzato e dove lo storico dimostra che quel mercato è in grado di muovere un numero maggiore di pezzi. Pezzi che magari includono anche quelli acquistati dagli italiani, tramite un negozio che ha comprato all’estero o tramite acquisto diretto all’estero.

Oggi ci sono tantissime persone che si lamentano dell’impossibilità di trovare una scheda video adeguata per giocare a Cyberpunk, con una attesa che si protrarrà per qualche mese ancora. Le schede sono poche, è vero, ma l’impressione sentendo un po’ in giro è che l’Italia ne abbia avute comunque molte meno di quelle che ne hanno ricevute altri Paesi. Questo perché in un settore molto particolare come quello dei componenti per PC la ricerca del prezzo e dell’offerta a tutti i costi ha eroso completamente il margine e non ha favorito la creazione di un mercato più sano.

Lo stesso discorso si potrebbe estendere anche alle console e ad altri prodotti che negli ultimi mesi sono ricercatissimi: ci sono tante persone che hanno ordinato la console a inizio settembre e ancora oggi non hanno ricevuto la Playstation. Non sapremo mai quante PS5 sono state destinate all'Italia da Sony, ma più di un rivenditore ci ha detto che sono meno di quelle che si aspettavano. Un po' quello che è successo con le schede NVIDIA.