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Caso Proactiva, Bonino: “Battaglia vinta da ong, Libia non è un posto sicuro per i migranti”

Emma Bonino commenta la decisione del Gip di Ragusa di dissequestrare la nave di Proactiva Open Arms: “È un tassello molto importante nel percorso di assoluzione delle Ong, dopo quella che è stata una vera e propria campagna di attacchi forsennati”.
A cura di Annalisa Cangemi
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"Questa sentenza conferma quello che abbiamo sempre sostenuto, cioè che quando le leggi internazionali prescrivono che i migranti debbano essere sbarcati nel posto più sicuro, non si possono ignorare le norme". Emma Bonino, leader neo eletta di +Europa, contattata da Fanpage.it, commenta la decisione del gip di Ragusa di dissequestrare la nave della ong Proactiva Opena Arms, che era tenuta in stato di fermo a Pozzallo dallo scorso 18 marzo, dopo il salvataggio in mare di 218 persone. Nelle motivazioni del decreto del Gip Giovanni Giampiccolo si fa riferimento alle "gravi violazioni dei diritti umani" che in questo momento avvengono ancora in Libia, che rendono incompatibile il Paese africano con l'accoglimento dei migranti salvati, perché lì non sarebbero garantiti i loro bisogni fondamentali, come cibo, riparo e cure sanitarie, e la loro vita sarebbe in pericolo.

Scrive infatti il giudice: "Entrambe le condotte contestate tenute sia in zona Sar libica sia in zona Sar Malta, si risolvono in una disobbedienza alle direttive impartite dalle autorità preposte al coordinamento dei soccorsi", che "però non vale a impedire la configurabilità della causa di giustificazione dello stato di necessità".

"Il gip di Ragusa ha stabilito chiaramente che la Libia non è un posto sicuro – ha detto Emma Bonino – e quindi dopo tutta questa vicenda abbastanza grottesca, la sentenza ha sostanzialmente confermato lo stato di necessità in cui ha operato Open Arms, che non aveva certamente l'intenzione di favorire l'immigrazione clandestina. Ricordiamo che l'ong ha soccorso un barcone che trasportava 218 persone. Poi c'è stato il paradossale rimpallo durato più giorni. Finalmente questa decisione ha fatto chiarezza. Ma rimane un fatto sconfortante che in questo periodo a Proactiva Open Arms sia stato di fatto impedito di soccorrere vite umane, con il sequestro della loro nave. Per altro i migranti continuano ad arrivare, come lo scorso weekend, quando sono arrivati cinquecento profughi". 

Si è trattato però solo di un primo step, come ha chiarito sul Redattore sociale Riccardo Gatti, capomissione di Proactiva Open Arms: "Questo è un primo passo importante, per noi quasi scontato, ma per ora le accuse di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina restano". Secondo le organizzazioni umanitarie il dissequestro di Proactiva è comunque un traguardo importante, per smontare la campagna di criminalizzazione ai danni delle Ong: "Siamo più che felici che Open Arms sia rilasciata.  È bene riavere con noi i nostri amici di Proactiva in zona Sar, dove il loro aiuto è ancora tanto necessario. Ora deve seguire il dissequestro della nave Iuventa di Juggend Rettet. Il soccorso in mare non è reato". 

"È un tassello molto importante nel percorso di assoluzione delle Ong, dopo quella che è stata una vera e propria campagna di attacchi forsennati – ci dice Emma Bonino – Ma mi pare che la battaglia sarà ancora lunga. Ci saranno sicuramente altri casi e altre discussioni. Però è il segno che qualcosa si sta muovendo nella direzione di una difesa delle organizzazioni umanitarie".

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