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Elezioni politiche 2018

La storia della candidatura di Emma Bonino con la Lega Nord

Nelle ultime ore sui social molti stanno accusando Emma Bonino di essere stata una leghista. Ebbene sì, Emma Bonino venne eletta nel 1994 nelle file della Lega Nord, candidata nel collegio di Padova, per effetto di un espediente tecnico dovuto alla legge elettorale. Accusata di essere leghista anche all’epoca, Bonino spiegò prima delle elezioni di non sentirsi né leghista né berlusconiana, ma “alleata con chi le condivide, perchè noi non abbiamo mai chiesto a nessuno il certificato di appartenenza etnica alla sinistra, al centro o alla destra”. Subito dopo il voto, Bonino si iscrisse al gruppo parlamentare di Forza Italia, fino alle dimissioni intervenute nel 1995.
A cura di Charlotte Matteini
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In queste ore sui social network sta montando una polemica, questa volta riguardante la leader di +Europa Emma Bonino. Su Facebook sta infatti girando uno screenshot del sito della Camera dei Deputati nel quale viene reso evidente un particolare, ovvero che Emma Bonino nel 1994 venne eletta nelle liste della Lega Nord durante la XII legislatura, quella che prese il via nel 1994. In realtà, Emma Bonino nel 1994 venne eletta sì nel collegio di Padova- Selvazzano Dentro della regione Veneto nelle liste della Lega Nord a causa di un espediente tecnico, ma in parlamento si iscrisse subito al gruppo di Forza Italia, il neonato partito lanciato dall'allora imprenditore e outsider Silvio Berlusconi.

All'epoca si votava con il cosiddetto Mattarrellum, una legge elettorale che prevedeva, in breve, una parte basata sul sistema maggioritario a turno unico per la ripartizione del 75% dei seggi parlamentari, il recupero proporzionale al Senato e una parte proporzionale con liste bloccate per il rimanente 25% dei seggi assegnati alla Camera, nonché uno sbarramento del 4% alla Camera. I radicali nel 1994 raggiunsero un accordo elettorale con Silvio Berlusconi a sostegno del centrodestra, allora composto da Forza Italia, Lega Nord, Alleanza Nazionale e altri (Il polo delle Libertà a Nord con Fi e Lega e il Polo del Buon governo a Sud con Fi e AN) e ottennero una serie di candidature alcuni collegi cosiddetti "sicuri", tra cui quello di Padova affidato a Bonino. Alle elezioni del 1994 vennero eletti sei deputati radicali (Emma Bonino, Marco Taradash, Giuseppe Calderisi, Paolo Vigevano, Lorenzo Strik Lievers ed Elio Vito) e due senatori (Sergio Augusto Stanzani Ghedini e Francesca Scopelliti). La lista Movimento Club Pannella con cui i radicali si presentarono al proporzionale ottenne il 3,5% dei consensi, al di sotto della soglia di sbarramento.

Nel corso della XII legislatura, che durò dal 1994 al 1996, Emma Bonino rappresentò come deputata Forza Italia e ricoprì l'incarico di segretario dell'ufficio di presidenza di Montecitorio e fu membro della commissione Esteri. Bonino non terminò la legislatura e si dimise il 24 gennaio del 1995 per andare a ricoprire, su segnalazione dell'allora capo di governo Silvio Berlusconi, l'incarico di Commissario europeo per la politica dei consumatori, per la politica della pesca e per l'Ufficio Europeo per l'Aiuto Umanitario d'Urgenza (Echo). In relazione alla sua candidatura nel collegio veneto tra le fila di Fi e Lega Nord, in un'intervista rilasciata al Messaggero il 24 gennaio del 1994, spiegò: "

‘Cosa c'entra l'ideologia radicale con quella del celodurismo leghista?'

"Dalla Lega ci dividono molte cose, ma è anche vero che altre ci uniscono, a partire dalla scelta del sistema politico ed elettorale uninominale secco all'anglosassone. Non sarà un caso se insieme alla Lega il club Pannella ha promosso con successo la campagna per i tredici referendum antistatalisti e anticorporativi, che si svolgeranno nella prossima primavera. Sono referendum che tutti i partiti del cosiddetto cartello progressista, con l'eccezione di Alleanza democratica, hanno snobbato, confermando che la stragrande maggioranza di chi si autodefinisce progressista incarna in realtà la vera forza conservatrice del regime partitocratico".

‘C'è altro che vi unisce?'

" E' la comune battaglia contro il regime dei partiti e lo spreco del denaro pubblico. Posso invece chiedere che cosa ci sta a fare, che ne so, Alberto La Volpe, vale a dire TeleCraxi, con i cosiddetti progressisti?"

‘Essere trasversale è un conto, ma non le sembra di essere troppo trasformista?'

"Non sono leghista e berlusconiana. Resto quella di sempre, nè estremista, nè fascista, nè qualunquista, ma impegnata su battaglie civili e su obiettivi concreti di libertà e di giustizia, quelle che lei definisce trasversali. E alleata con chi le condivide, perchè noi non abbiamo mai chiesto a nessuno il certificato di appartenenza etnica alla sinistra, al centro o alla destra".

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