Verstappen: la guida ‘alla Vettel’ è costata la pole in Messico

L'olandese ha vinto con merito la gara, ma nelle 24 ore precedenti il suo stato d'animo era ben diverso e non solo per il record di precocità in qualifica sfuggito per un soffio

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Verstappen: la guida ‘alla Vettel’ è costata la pole in Messico

Un primato ancora detenuto da Sebastian Vettel, con il quale il pilota della Red Bull condivide anche un certo tipo di approccio alle curve in termini di stile di guida. Una caratteristica che potrebbe essergli costata quei 26 millesimi che l’hanno separato dal record di poleman più giovane della storia. Non è infatti un mistero che durante il Q2 Max lamentasse alcuni inconvenienti legati alla stabilità del retrotreno in curva e che ciò fosse dovuto alle impostazioni della power unit Renault. “Ho sofferto per tutte le qualifiche” – aveva spiegato l’olandese dopo aver ottenuto il secondo posto a fianco del compagno di colori Daniel Ricciardo – Il posteriore mi si bloccava in seguito ai cambi di marcia in scalata e quando toglievo il piede dall’acceleratore. Di conseguenza ho dovuto lavorare sulle impostazioni e cambiare il bilanciamento dei freni, spostandolo in avanti, per provare a stabilizzare l’intera vettura”.

Il team principal della Red Bull, Christian Horner, ha rivelato che entrambe le RB14 possiedono un comportamento simile in questo frangente e che la differenza lo fa lo stile di guida dei due piloti: Max avverte la cosa molto più di Daniel per via della velocità con cui si approccia alle curve ed è sempre stato così”. La maggiore velocità di ingresso impone a Max di avere un’auto più stabile al retrotreno e ovviamente ne risente se le ruote danno degli ‘scossoni’ che vengono innescati dalla trasmissione durante i cambi di marcia. È il controllo dell’acceleratore sulla scalata: quello che consente di ottenere il giusto regime di giri per innestare il rapporto inferiore. Si tratta di un problema di mappatura – ha suggerito ancora Horner, il quale ha indicato che tale caratteristica era emersa anche con la prima generazione della power unit Renault, quando in squadra c’era ancora Sebastian Vettel.

“Max arriva piuttosto veloce in curva, un po’ come Sebastian” – ha aggiunto il manager inglese  – “E anche Sebastian avvertiva molto più di Daniel questo comportamento. In particolare, quando Max entra in curva, portando tanta velocità all’ingresso, se la macchina non si comporta come vuole lui la stravolge. Cerca di trovare l’equilibrio ottimale per le sue caratteristiche e magari poi è costretto a guidare una vettura non sempre al meglio in determinate condizioni”.