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Cyberpunk 2020

26 novembre 2020


Dopo una lunga attesa e rinvii continui, l’opera cyberpunk di CD Projekt Red è ormai alle porte. Fu annunciato nel maggio del lontano 2012 e un primo trailer fu presentato solamente nel 2013. Finalmente siamo vicini all’uscita: Cyberpunk 2077 infatti uscirà il prossimo 10 dicembre su tutte le piattaforme, ad esclusione di Nintendo Switch.

Ma cos’è effettivamente il cyberpunk? Com’è nato? In che modo l’opera degli sviluppatori polacchi rientra in tale genere?

Era il 1984 e sugli scaffali delle librerie usciva “Neuromancer” di William Gibson. Un’opera letteraria fantascientifica che divenne molto presto il manifesto del filone cyberpunk. 

Tuttavia il termine cyberpunk nacque un anno prima e fu coniato da Bruce Bethke nel suo libro omonimo. Da quel momento si cominciò ad osservare l’universo fantascientifico letterario del passato con occhi da ricercatori, andando a riscoprire quelle opere che, inconsapevolmente dai propri autori, possedevano peculiarità proprie di un futuro genere cyberpunk. 

Scavando anno dopo anno, e riscoprendo diverse opere catalogate come fantascientifiche, si arrivò al 1933 con il romanzo “Brave New World” di Aldous Huxley, ad oggi considerato il primo vero titolo letterario precursore del genere cyberpunk. Perle letterarie disperse nel passato e relegate a una nicchia di lettori finalmente trovavano spazio all’interno di un genere meglio definito, per l’appunto il cyberpunk.

 

Erano gli anni dei poster all’americana che rivestivano le camere dei teenager, i film del genere si riproducevano in loop sui televisori a tubo catodico, fumetti e libri disegnavano pile sulle scrivanie. La tecnologia cominciava ad irrompere con prepotenza nelle nostre case: musica, film e videogiochi entravano a far parte della vita dei più giovani, che abbracciavano e idealizzavano la tecnologia; spinti da un desiderio di scoperta immaginavano il futuro tecnologico lasciando libera la propria fantasia, e, in questo, il genere cyberpunk li aiutava, li stimolava e li ispirava.

Fu un genere che si sviluppò nel periodo più fecondo per lo stile, quando la conoscenza riguardante le nuove tecnologie era molto scarsa, e non era difficile osservare con credibilità un film il cui cattivo avrebbe distrutto l’intero pianeta semplicemente premendo il tasto di un computer. Per cui tutto ciò che riguardava la tecnologia del futuro, stupiva facilmente lettori e spettatori.

Nelle sale cinematografiche cominciavano a proiettare film divenuti iconici come: Robocop e Blade Runner negli anni ‘80, Strange Days e Matrix negli anni ‘90, solo per citarne alcuni che si caratterizzavano per trama, stile, ambientazione ed effetti speciali.

 

Nel genere cyberpunk troviamo un’esplosiva espressività della cultura pop: il pessimismo insito nell’animo umano disegna un futuro distopico, l’istinto ricercatore anela ad una tecnologia all’avanguardia, l’antropocentrismo spinge a perfezionare l’uomo innestando tecnologia nel corpo umano, il desiderio di libertà è padre di una ribellione socio-politica che respinge il controllo da parte delle grandi corporazioni sulla popolazione, il linguaggio raffinato si fonde a forme espressive gergali proprie dell’underground. Ingredienti questi di cui la società divenne fortemente golosa e il cyberpunk si diffuse a livello mondiale in pochissimo tempo.

Attenzione però, il genere cyberpunk non fu mai definito un vero e proprio movimento letterario, come fu per i romantici, gli scapigliati o i veristi, per citarne alcuni. Rimase invece una corrente artistico-letteraria insita nella cultura pop; high tech e pop underground si incontravano generando un mix di sensazioni uniche, iniettate nella cultura popolare attraverso le più sofisticate tecnologie del tempo.

Se il genere cyberpunk può essere considerato un sottogenere della fantascienza, a sua volta prevede sottogeneri che diversificano le varie opere, si passa così: dal nanopunk al biopunk, dallo swordpunk allo stonepunk, dal postcyberpunk al nanopunk. Sottogeneri poco conusciuti ma, oltre a questi, ce n’è uno parallelo che merita di esser particolarmente menzionato, lo steampunk. Questo, ha avuto parecchio spazio negli ultimi anni, regalandoci opere diffuse in tutto il mondo e apprezzate da molti. Ma cos’è effettivamente lo steampunk?

Immaginate di poter manipolare il passato, selezionando una porzione di futuro tecnologico e trascinandolo al suo interno. L’epoca vittoriana invasa da macchinari ultratecnologici alimentati a vapore, computer meccanici, macchine del tempo e robot meccanici. Insomma, l’anacronismo come cardine dell’opera.

Anche qui, la ricerca nel passato letterario e cinematografico ha riportato alla luce opere considerate, più generalmente, fantascientifiche. Fra queste ci terrei a ricordare il primo film fantascientifico della storia: Le Voyage dans la lune (Viaggio nella Luna) 1902, dell’immenso George Méliès. Vorrei sottolineare che è principalmente considerato il primo film di fantascienza della storia, ma che per ambientazione, trama e sceneggiatura rientra perfettamente nello stile steampunk, guadagnandosi un primato anche in questa categoria di film. 

Sono passati ben 118 anni da quel capolavoro e oggi, possiamo guardarlo grazie a YouTube, il film dura circa 14 minuti, anche se ne esistono diverse versioni. È ovviamente un film muto e in bianco e nero, ma era risaputo che ne esistesse una versione a colori (la pellicola venne colorata a mano). Di quest'ultima versione però ne vennero perse le tracce per molti decenni, fino a quando nel 1993 una persona rimasta anonima donò l’unica copia rimasta alla Filmoteca de Cataluña. Nel 1999 iniziò un'importante opera di restauro che durò ben 12 anni e costò oltre 400.000 €. Ad oggi anche la versione a colori è visibile su YouTube, a fine articolo troverete i link per poterle vedere.

 

Tornando al motivo di questo articolo, ovviamente è doveroso menzionare come il mondo dei videogiochi si sia cimentato nel genere cyberpunk per poi arrivare fino al prossimo Cyberpunk 2077.

Come molti ben sapranno, quella degli anni ‘80 fu una decade molto importante per il mondo dei videogiochi, si passò dalla possibile caduta, all’incredibile risalita del panorama videoludico. Fu sperimentato ogni genere di videogioco e, fra questi, troviamo opere cyberpunk che riprendevano le versioni letterarie o cinematografiche del genere. Primo in ordine d’importanza fu Neuromancer, pubblicato nel 1988 e ispirato all’opera letteraria di William Gibson. Seguirono poi titoli come: Syndicate, Shadowrun, System Shock, Robocop e Blade Runner; fino ad arrivare poi ai più vicini: Deus Ex, Enter the Matrix, Remember Me, >Observer (di cui trovate la nostra recensione a questo link >Observer) e Detroit Become Human, per poi finalmente, arrivare a Cyberpunk 2077.

Cd Projekt Red ci presenta il titolo dicendoci che: “Cyberpunk 2077 è un'avventura a mondo aperto ambientata a Night City, una megalopoli ossessionata dal potere, dalla moda e dalle modifiche cibernetiche. Vestirai i panni di V, un mercenario fuorilegge alla ricerca di un impianto unico in grado di conferire l'immortalità. Potrai personalizzare il cyberware, le abilità e lo stile di gioco del tuo personaggio ed esplorare un'immensa città dove ogni scelta che farai plasmerà la storia e il mondo intorno a te”, e ancora: “stringi accordi con loschi fixer, celebrità pronte a tutto e intelligenze artificiali ribelli... Ognuno a caccia di successo nella spietata Night City..”

Cyberpunk 2077, quindi, pare possedere tutti gli ingredienti, e non solo alcuni, necessari a rendere un’opera “cyberpunk”: distopia, ribellione, innesti fisici, hackeraggio, tecnologia avanzata, società ossessionata dalla tecnologia, cyborg e il potere oppressivo delle corporazioni. Tutti elementi che costituiscono l’intero ambiente di gioco e, ovviamente, il genere cyberpunk.

Impersoneremo un mercenario fuori legge, che potrà potenziare le proprie armi, aumentare le capacità di hackeraggio, migliorare le proprie abilità e acquistare armamento futuristico per ribellarsi alla soppressione che ha reso il mondo un luogo di sofferenza e succubanza. 

Il titolo riprende il gioco di ruolo Cyberpunk 2020 del 1990, che si rifà principalmente, e non a caso, alle opere di William Gibson e Bruce Sterling. Insomma, a riportare in vita il cyberpunk in modo così travolgente nel mondo dei videogiochi, e probabilmente nella cultura dei giovani, è un gioco da tavolo che nel 1990 fece timidamente il suo ingresso in questo nuovo mondo, ispirando oggi uno dei videogiochi più attesi di sempre.

Tutto ciò che il videogioco ci propone abbiamo imparato ad ammirarlo in opere letterarie e cinematografiche del passato, ma mai tutte insieme all’interno di un videogame, e, grazie alle tecnologie di oggi, finalmente anche nel mondo videoludico potremo avere un’opera cyberpunk completa.

Insomma, le possibilità che il titolo rappresenti l’espressione massima del cyberpunk nel mondo videoludico ci sono tutte. E dopo la maestosa opera: “The Witcher 3”, ci aspettiamo un ennesimo capolavoro da parte del team polacco.

CD Projekt Red, inoltre, ha annunciato la serie anime “Cyberpunk Edgerunners”, in uscita sulla piattaforma Netflix nel 2022: speriamo che gli sforzi del team polacco possano fare da monito a futuri e importanti progetti nell'affascinante mondo del cyberpunk.

Restate sintonizzati sulle nostre pagine, perché presto arriveranno molte novità riguardanti l’attesissimo Cyberpunk 2077.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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