la vigilia

La nuova Inghilterra, rosa da 1,3 miliardi e mix di culture: ecco le armi di Southgate

Domani la semifinale contro la Danimarca. Da Kane a Saka: valori schizzati alle stelle: il Paese punta al trionfo con una squadra multietnica

Dal nostro corrispondente  Stefano Boldrini

L’Inghilterra di Gareth Southgate è l’altra faccia di una nazione che, nel referendum del 23 giugno 2016, votò la Brexit: un mix di culture, di storie, di giocatori dal cartellino proibitivo che hanno riscattato, attraverso il calcio, un’infanzia in alcuni casi persino povera. È la New England, usando un’espressione dell’attuale commissario tecnico. Una squadra che domenica sera potrebbe regalare il paradosso dei paradossi: conquistare il titolo europeo - sempre se Italia, Spagna o Danimarca consentiranno - nell’anno dell’uscita dall’Unione.

Kane 150

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La quotazione dell’Inghilterra è di 1,3 miliardi abbondanti di euro. Dieci giocatori superano l’asticella dei 50 milioni: Kane, Sterling, Rashford, Sancho, Foden, Bellingham, Mount, Saka, Grealish, Rice. Il torneo ha persino rialzato alcune cifre. Dopo i 3 gol realizzati a Germania e Ucraina, il prezzo di Harry Kane, fino a dieci giorni fa fissato a 120 milioni, ha raggiunto il traguardo dei 150. Il Tottenham ha finora respinto i tentativi dei due club di Manchester. Fabio Paratici, nel suo discorso di insediamento nel Tottenham, ha ribadito che Kane non è in vendita, ma se davvero il City dovesse offrire 150 milioni contropartita tecnica compresa, il muro degli Spurs potrebbe vacillare. Kane si è messo sul mercato prima dell’Europeo: una sfida tutta da giocare.

In rialzo

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Il torneo ha aumentato il valore di Saka (Arsenal) e Rice (West Ham), ma anche di giocatori come Maguire (capitano del Manchester United), Phillips (Leeds), Shaw (Manchester United). Il primo, entrato in pista dopo aver saltato le prime due gare, ha dato ulteriore solidità alla difesa. Phillips è la sorpresona: il lavoro di Marcelo Bielsa ha consegnato all’Inghilterra un campione. Shaw, in testa nella classifica degli assist (3), sta vivendo il momento migliore della carriera, lontano anni luce dai problemi vissuti con José Mourinho. L’allenatore portoghese della Roma ha ammesso pubblicamente i meriti attuali di Shaw, mettendo la parola fine a una lunga polemica cavalcata come un’onda dai giornali inglesi. Sancho, grande colpo del Manchester United, è riuscito con una presenza, contro l’Ucraina, a confermare le sue qualità dopo un avvio di torneo vissuto in panchina.

Origini

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Quest’Inghilterra non è però solo calciomercato. È anche un formidabile contenitore di storie. Tanto per smentire la Brexit, c’è la questione delle origini. Grealish e Rice hanno radici irlandesi. Walker, Sterling e Phillips giamaicane. Saka nigeriane. Maguire spagnole. Mings barbadiane. I genitori di Sancho provengono da Trinidad&Tobago. Rashford ha sangue di Saint Kitts e Nevis. Il padre di Chilwell è della Nuova Zelanda. C’è un dottore in squadra: Trippier (Atletico Madrid) si è laureato in medicina nel 2015. Ci sono due “membri dell’ordine dell’impero britannico”: il capitano del Liverpool Henderson premiato per “meriti sportivi durante la pandemia” e Sterling “per il suo impegno contro le discriminazioni”. C’è chi ha storie di fame alle spalle: l’infanzia di Rashford e Phillips fu ai limiti della sussistenza. “Spesso dovevo accontentarmi del pasto scolastico”, le parole di Rashford, che ha condotto e vinto una battaglia proprio sulla questione delle mense per gli scolari. È un’Inghilterra dove una discreta percentuale di calciatori viene dal Nord del Paese, il più povero. Per questa ragione l’impegno sociale è diffuso. Un’Inghilterra lontana anni luce dall’attuale governo, già da tempo salito sul carro di questa nazionale.

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