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IL COMMISSARIO: MEGLIO IL DISSESTO FINANZIARIO DEL RICORSO AL “SALVA-COMUNI”

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Meglio il dissesto che il ricorso al “decreto salva-Comuni”. Questa, in sintesi, l’opinione del subcommissario del Comune di Pomezia, il viceprefetto Antonio Tedeschi – che abbiamo intervistato questa mattina – in merito allo stato delle finanze pubbliche. Il perché possa essere meglio un provvedimento estremo come quello del commissariamento lo spiega con molta logica. “Sono giorni che stiamo lavorando per trovare il modo migliore per poter ovviare alle gravi carenze finanziarie dell’Ente – ha dichiarato Tedeschi – e trovare il riequilibrio. Riequilibrio finanziario che si può raggiungere in diversi modi. Al momento stiamo valutando se procedere con la dichiarazione di pre-dissesto, che è la condizione necessaria per poter accedere al fondo salva-Comuni”. Il fondo consentirebbe all’Ente di ricevere un prestito di 300 euro per ogni abitante, quindi poco più di 18 milioni di euro, da restituire in 10 anni, con un controllo semestrale da parte della Corte dei Conti, che come primo atto alzerebbe tutte le aliquote delle tasse comunali. “Come previsto dalla legge, in caso di accesso al fondo salva-Comuni attraverso la dichiarazione di pre-dissesto, la Corte dei Conti esigerebbe per prima cosa la copertura massima delle tariffe comunali”. Quindi, chiedendo di accedere al fondo, in automatico i cittadini di Pomezia si sarebbero ritrovati con gli aumenti al massimo sull’acqua e sulla Tarsu, anche se non fossero arrivati i Commissari a prendere questo provvedimento ma fosse rimasto in carica il sindaco De Fusco con la sua Giunta? “Senz’altro. Questo è quello che prevede la normativa. E’ quindi sbagliato pensare che gli aumenti dipendano esclusivamente dai Commissari”. Ma se Pomezia non riuscisse ad accedere al fondo, cosa succederebbe? “Entro 20 giorni verrebbe dichiarato il dissesto finanziario. Se posso dare il mio parere, credo che questa sarebbe la soluzione migliore per i cittadini, per i quali è più favorevole il dissesto che il pre-dissesto”. Perché? “Partiamo dal dato di fatto che il pre-dissesto prevede 20 step, ognuno dei quali è controllato dalla Corte dei Conti: se lo step salta, la Corte dei Conti dichiara il dissesto, facendo così ripartire i termini. Con il dissesto si fa un piano di 5 anni, invece che di 10 come nel pre-dissesto. Anche in questo caso le tariffe sarebbero portate fino alla copertura integrale dei costi, cosa che forse si sarebbe dovuta fare già un anno fa. Ci sarebbe poi una Commissione di dissesto che dovrebbe provvedere alla liquidazione di tutti i debiti pregressi. La nuova Amministrazione, quindi, si troverebbe affiancata dalla Commissione per soli 5 anni e non per i 10 previsti nella condizione di pre-dissesto. Al termine di questi anni, la nuova Amministrazione potrebbe ripartire da zero”. Quindi meglio evitare il “salva-Comuni” e l’obbligatorio pre-dissesto? “Si tratta di una decisione così grave che, secondo me, la Commissione prefettizia non può prendere a cuor leggero. Io personalmente, da tecnico e non da politico, non me la sento di impegnare a tal punto la popolazione per 10 anni”. Ma siete pronti a dichiarare il dissesto finanziario per Pomezia? “No, infatti stiamo ancora discutendo cosa fare e se farlo: se non fare nulla, quindi “tappare i buchi” in attesa della prossima Amministrazione, o se ricorrere assolutamente ad uno degli strumenti giuridici che prevede la legge, dissesto o pre-dissesto”. C’è poi il fatto che i 18 milioni del prestito del “decreto salva-Comuni” non salverebbero le casse dell’Ente: il debito si aggira intorno agli 80 milioni di euro, con circa 140/150 milioni di euro di residui passivi. “Per questo stiamo seguendo la strada intrapresa dalla vecchia Amministrazione, ricorrendo alle transazioni per abbattere il debito ed arrivando ad accordi che vedono la rateizzazione dei costi, per non avere più azioni esecutive. Penso questo sia il nostro compito più importante: risolvere caso per caso i problemi di esecuzione, senza fare una valutazione politica di quello che potrà essere il bilancio nel futuro, ma cercando “tappare i buchi” e nel contempo assicurare l’ordinaria amministrazione”. Ma allora a chi spetta fare qualcosa di drastico in merito alla situazione finanziaria? “Alla Ragioneria dello Stato. Qualche tempo fa, quando era ancora in carica la vecchia Amministrazione, è iniziata un’ispezione da parte della Ragioneria provinciale dello Stato, che – a verifica conclusa – deve fare una relazione, attraverso la quale suggerirà quale strumento giuridico adottare”. Quali sono i tempi? “La relazione dovrebbe arrivare entro un mese”. Quindi verso la metà di marzo si saprà qual è il destino di Pomezia e dei suoi cittadini.

Parlando sempre di soldi, in questi giorni è emersa la questione dei premi di produzione ai dirigenti, che vedono l’impegno di importi non di certo irrisori, soprattutto se si parla di un Comune sull’orlo del dissesto finanziario: ha avuto modo di esaminare la vicenda? “Sicuramente verificheremo se negli anni passati ci sono state le valutazioni positive da parte della Giunta e se gli obiettivi prefissati sono stati raggiunti. La norma al riguardo è infatti molto rigida: senza valutazioni non è possibile erogare il premio. La valutazione è annuale e va approvata entro due mesi dall’anno solare”. Ma quali erano gli obiettivi da raggiungere per ottenere questi premi? “Sinceramente non lo so. Approfondiremo anche questo aspetto. Di certo non verrà firmato nulla che non sia dovuto e necessario. La valutazione dei dirigenti, poi, è sicuramente un argomento importante e delicato, perché questa Amministrazione si è basata sui dirigenti, che dovranno rendere conto del loro operato  e di riflesso dell’operato dell’Amministrazione, che se è in difficoltà lo è per mille motivi, tra cui anche per questo”.

L’intera intervista al sub Commissario, che affronta anche numerosi altri argomenti, è disponibile su City web Tv.

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