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Alitalia e il caso della continuità territoriale con la Sardegna: la Regione non dà le carte all’imprenditore che vuol fare concorrenza

Il Tar sardo nel 2017 e il Consiglio di Stato nel 2018 hanno sancito l’obbligo per la Regione di consegnare i documenti sul sistema di concessione della continuità territoriale sarda all'operatore charter People fly. Che si è rivolto anche all'Antitrust e alla Commissione Ue, la quale "sta esaminando la questione anche nell’ambito di altre denunce"

Negli ultimi tre anni e mezzo Alitalia ha ricevuto 117 milioni di euro di fondi pubblici per gestire la continuità territoriale dei residenti e nativi sardi. Regione Sardegna però non rende accessibili gli atti amministrativi grazie ai quali ha potuto versare questi importi alla compagnia di bandiera commissariata dal 2 maggio 2017, nonostante due sentenze la obblighino a farlo a favore dell’azienda concorrente People Fly. Il Tar sardo nel 2017 e il Consiglio di Stato nel 2018 hanno sancito l’obbligo per la Regione di consegnare le carte su cui studiare il sistema di concessione della continuità territoriale sarda – dal 2019 affidato in esclusiva su tutte le tratte ad Alitalia – in quanto operatore di voli charter. Ma nonostante le due sentenze avverse, la regione oggi a guida Solinas (centrodestra) continua a negare i documenti. Andrea Caldart, numero uno di People Fly – che contesta l’attuale sistema di proroghe come contrario alla concorrenza – si è rivolto all’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato, che però ha apposto a sua volta la clausola di riservatezza sui 39 documenti amministrativi principali con cui Regione Sardegna regolava e regola gli affidamenti di continuità territoriale con Alitalia.

Ilfattoquotidiano.it ha contattato più volte l’assessorato ai trasporti della Regione Sardegna guidato da Giorgio Todde senza ottenere risposte. Mentre l’authority ha fatto sapere di non aver consentito la lettura di quegli atti poiché “le parti coinvolte nel procedimento” – quindi Regione Sardegna e Alitalia – hanno richiesto a diritto “la riservatezza in merito alla documentazione presentata” e “l’Autorità ha ritenuto di accordarla”. Nel merito, però, l’Antitrust dice di non avere “titolo per esprimersi” perché “è la Regione Sardegna che ha ritenuto si potesse negoziare con Alitalia” e quindi “è tenuta a rispondere della legittimità della sua scelta”. Anche se l’Agcm nonostante può vietare accordi e pratiche che restringono la concorrenza e multare le imprese che violano il diritto europeo.

Caldart ha inoltrato una denuncia anche alla Commissione europea, quale ente regolatore in materia di concessioni, per violazione della normativa sugli aiuti di Stato. E una prima risposta è arrivata il 29 marzo a firma della capo unità Aiuti di Stato della Commissaria ai Trasporti UE, Adina Vălean: “La Commissione è in contatto con le autorità italiane a riguardo, sta esaminando la questione anche nell’ambito di altre denunce – ha scritto la capounità Christina Siaterli – ed è pienamente consapevole dell’importanza di tutelare pari condizioni di concorrenza nel settore del trasporto aereo”. Qualora lo staff della commissaria riconoscesse efficacia alle denunce sugli aiuti di Stato ad Alitalia, lo Stato Italiano rischierebbe l’ennesima procedura di infrazione europea. Il contatore del governo, Dipartimento delle Politiche Europee, ne indica 86 in corso per il nostro paese. E per ciascuna, in assenza di adeguamento prima della sentenza finale della Corte Europea, l’Italia paga “multe” giornaliere di mancata soluzione da un minimo di 7mila ad un massimo di circa 60mila euro. Negli ultimi 8 anni, stando alla Corte dei Conti, il costo della nostra indisciplina è stato di 655 milioni di euro.

“Ho cercato di portare in Italia quanto negli Usa fanno da 10 anni: la società commerciale con certificato operativo aereo – dice Caldart a ilfattoquotidiano.it. Un modello di business con cui, già adesso, farei pagare ai sardi e non solo meno di Alitalia. Perché faccio lo stesso servizio con il 75% di dipendenti in meno. Ma la regione Sardegna da tre anni non ci consente di garantire tutto questo ai sardi e ci ho perso già 5 milioni di euro, 15 se includo il mancato guadagno. Dopo aver segnalato la cosa a tutte le istituzioni di controllo italiane – Ministero dei Trasporti, AGCM e ENAC, magistratura – e aver verificato come nessuno riconosca il problema, mi sono dovuto rivolgere alle istituzioni europee”.

Intanto Alitalia ha ricevuto dalla regione Sardegna un’ulteriore proroga per il regime di continuità territoriale: assicurerà la continuità territoriale aerea dei sardi fino al 28 ottobre 2021, incassando “con o senza passeggeri” 45,58 euro di oneri di servizio pubblico, a seggiolino, per ogni viaggio dei suoi aerei sulle tratte convenzionate. Una situazione esclusiva per l’ex compagnia di bandiera dal 18 gennaio 2019, come racconta la storia di tali affidamenti ricostruita da ilfattoquotidiano.it tramite i documenti amministrativi pubblicati da Regione Sardegna sul proprio sito istituzionale. Nel 2017, la regione sarda all’epoca a guida Pigliaru (centrosinistra) accordò ad una Alitalia già commissariata una proroga del servizio su tre tratte aeree, dopo l’annullamento delle gare di affidamento da cui l’ex compagnia di bandiera uscì sconfitta. Da lì in avanti Alitalia è divenuta “monopolista” della continuità territoriale sarda – gestendo quindi tutte e sette le tratte – tramite procedure d’emergenza o negoziate, per lei sempre positive, e proroghe successive. Tra queste, ad esempio, quella della gara per affidare il servizio da aprile a ottobre 2020 sulla Olbia – Roma Fiumicino, dove gli operatori – in larga parte internazionali concorrenti di Alitalia – avrebbero dovuto inviare le proprie offerte in sette giorni, di cui due festivi, e difatti solo Alitalia riuscì a partecipare, vincendo da sola, oppure l’affidamento della Cagliari-Milano Linate, prorogato all’ex compagnia di bandiera dal 27 ottobre 2017 nonostante tra i requisiti del bando originale fosse scritto esplicitamente che l’azienda affidataria non potesse essere in procedura fallimentare, quindi anche in amministrazione straordinaria. Condizione in cui Alitalia si trovava da cinque mesi.