Alta tensione tra Alitalia e Ita, la nuova compagnia che dal 15 ottobre ne prenderà il posto ma nel segno di una totale discontinuità, come imposto dalla Commissione europea. La “vecchia” compagnia in amministrazione straordinaria, che ha appena chiesto una nuova tranche di cassa integrazione per oltre 7mila dipendenti causa ulteriore riduzione dei ricavi, sta continuando a vendere biglietti anche per periodi successivi alla metà di ottobre, quando cesserà l’operatività. Fonti di Ita, guidata dall’ad Fabio Lazzerini e dal presidente esecutivo Alfredo Altavilla, hanno fatto sapere che la cosa sta causando “irritazione“. E ribadito che chi acquisti un titolo di viaggio con Alitalia non avrà alcuna garanzia di avere un posto riservato su un volo Ita.

Fonti vicine ad Alitalia fanno sapere che la chiusura alle vendite è subordinata all’effettiva commercializzazione dei biglietti da parte di Italia Trasporto Aereo, che ne ha annunciato l’avvio a partire dal 15 agosto 2021. Del resto, la chiusura delle vendite da parte di Alitalia, quale atto di straordinaria amministrazione che insiste sulla continuità d’impresa, si spiega, non è rimesso alla libera determinazione dei Commissari straordinari, ma al rispetto di un regolato processo autorizzativo.

Smentita dunque l’agenzia secondo cui ci sarebbe stata la possibilità di riproteggere sui voli Ita una parte di biglietti venduti da Alitalia in amministrazione straordinaria: Ita “non avrà in dote alcuna “quota minoritaria” di biglietti venduti da Alitalia per voli successivi alla suddetta data, oltre a quelli che saranno messi in vendita dalla stessa Ita”. Alitalia deve chiudere le prenotazioni e le vendite dei biglietti dopo il 15 ottobre, fa sapere Ita.

Intanto dall’incontro tra Alitalia in amministrazione straordinaria e i sindacati sulla nuova cassa integrazione straordinaria per oltre 7mila lavoratori dal 22 settembre prossimo è emerso che i dati di traffico nel corso dell’estate 2021 “non hanno registrato una ripresa” del trasporto aereo “come auspicato” all’inizio del mese di maggio, soprattutto per i collegamenti internazionali ed intercontinentali. Pertanto, ad oggi “perdura lo stato di grave difficoltà economica” che ha comportato la riduzione dei ricavi di Alitalia di circa 2 miliardi di euro rispetto al 2019.

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