Non è ancora V-day svolta in autunno

Tra le tante dichiarazioni sull’andamento della pandemia e affini, mi viene sempre voglia di dare voce ai numeri. Comincerei dai dati più eloquenti e che ci riguardano più di ogni altro: numero positivi, numero decessi e numero ricoverati in terapia intensiva. Come impone un metodo scientifico, prima di dedurre considerazioni, confrontiamo la situazione del 31 […]

oppure

Tra le tante dichiarazioni sull’andamento della pandemia e affini, mi viene sempre voglia di dare voce ai numeri. Comincerei dai dati più eloquenti e che ci riguardano più di ogni altro: numero positivi, numero decessi e numero ricoverati in terapia intensiva. Come impone un metodo scientifico, prima di dedurre considerazioni, confrontiamo la situazione del 31 maggio di quest’anno e quella dello stesso giorno del 2020. Positivi: 1,2% dei tamponi effettuati nel giorno indicato dello scorso anno, il 2,1% di quelli effettuati dodici mesi più tardi. Decessi: rispettivamente 75 e 85. Ricoverati in terapia intensiva: erano 435 il 31 maggio del 2020 e sono 1061 nel 2021. Per una corretta interpretazione, dovrebbero essere inseriti altri elementi, ma semplifico.

Altro dato importante, la vaccinazione. Nella classifica europea, da pochi giorni ci siamo piazzati al 2° posto come numero di vaccinati, dopo la Spagna, ma se si guarda agli individui che hanno ricevuto la prima dose, siamo preceduti da Germania, Belgio e Spagna.

Malgrado molti trionfalmente enuncino i successi nella sconfitta del virus, dobbiamo far notare che i dati numerici del 31 maggio di quest’anno, non solo non sono migliori, ma addirittura sono modestamente peggiori rispetto alla stessa data dello scorso anno. In entrambe le situazioni, si evidenzia un sensibile miglioramento rispetto ai mesi precedenti. Nel 2020, era stato attribuito alla bella stagione, nemica dei virus respiratori, quest’anno si fa riferimento alla vaccinazione, il cui andamento, a mio parere, merita particolare attenzione. C’è discrepanza tra l’incremento dei vaccinati (con le due dosi) e l’accesso alle prime dosi, come se si assistesse a un rallentamento dello slancio iniziale. Decisamente preoccupante la percentuale dei fragili ancora scoperti. Mancano all’appello tra i 2 e i 3 milioni di over 60. A oggi, pertanto, non ci sono ancora elementi sufficienti per valutare l’incidenza di questi fenomeni e l’andamento della pandemia. Credo che, pur rimanendo sempre ottimisti e “vaccinisti”, sia saggio attendere l’autunno.