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Leggete Keith se volete capire i danni del veganesimo

Camillo Langone
“I giapponesi hanno aumentato il consumo di grassi di oltre il 250 per cento a partire dal 1961, e sono ora la popolazione più longeva del mondo. Anche i livelli di colesterolo sono aumentati, mentre la pressione arteriosa e gli ictus si sono ridotti” scrive Lierre Keith ne “Il mito vegetariano”
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Davvero la dieta carnea è insostenibile come afferma Daniela Martani, la dea discinta del veganesimo. Ma non perché fa male bensì perché fa bene, e l’Inps non potrebbe sostenere un ulteriore allungamento della vita: “I giapponesi hanno aumentato il consumo di grassi di oltre il 250 per cento a partire dal 1961, e sono ora la popolazione più longeva del mondo. Anche i livelli di colesterolo sono aumentati, mentre la pressione arteriosa e gli ictus si sono ridotti” scrive Lierre Keith ne “Il mito vegetariano” (Sonzogno), volumone informatissimo sui danni causati dai cereali, dalle patate e perfino dai legumi, in particolare dalla soia che è responsabile di danni alla tiroide, endometriosi, ipospadia e perfino cancro (secondo il ministero israeliano della Salute).

 

Il crescente favore popolare per tofu e miso ha pertanto almeno un risvolto positivo, quello previdenziale. Anche il fatto che pochissimi leggano Lierre Keith, mentre moltissimi guardano e perfino ascoltano Daniela Martani, giova alla tenuta dello stato sociale: i numerosi interessati all’anticipo pensionistico minacciano di pesare sul contribuente per troppi decenni, meglio non sappiano che “la vera vitamina A si trova solo in alimenti di origine animale, e richiede la presenza di grassi per poter essere assorbita. Non esistono fonti vegetali di vitamina A”.

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