Milano, affari e nostalgia: ecco il revival delle cassette

A Tribiano la fabbrica italiana che è tornata a incidere musica su nastro magnetico. Anche per i big

Una fase della produzione

Una fase della produzione

Milano, 4 novembre 2018 - Per chi è cresciuto negli anni Ottanta e Novanta sarà come salire sulla macchina del tempo. Un viaggio nella nostalgia dei giurassici walkman e dei Boombox, i vecchi stereo portatili con casse incorporate e il tasto Rec per “farsi la cassettina” con la classifica preferita passata in radio. Un tuffo nel passato dei mangianastri e delle musicassette. Che ora sta tornando di moda. Come riavvolgendo il nastro (della storia) con una Bic. «In Italia siamo ancora un passo indietro rispetto agli Stati Uniti dove in un solo anno le vendite sono cresciute del 35% ma se anche qui da noi si vendono ancora mangiadischi e mangianastri vuol dire che mercato ce n’è». E allora Fabio Lupica e il suo amico-socio Cristian Urzino hanno deciso di scommetterci su un po’ di risparmi. Settantamila euro e una grande passione per la musica.

QUuella stessa che li aveva fatti conoscere da ragazzi a un concerto punk nella loro Calabria. Poi la scommessa di salire a Milano e provare a lavorare nella musica: operai in una ditta di vinili, soci nella stessa azienda fino alla scommessa di mettersi in proprio fondando una loro impresa, la PPM a San Martino in Strada nel Lodigiano, specializzata sempre nella produzione di 45 e 33 giri. «Ormai la produzione dei dischi in vinile è avviata, ma circa tre anni fa ci siamo chiesti che cosa avremmo potuto inventarci e così abbiamo puntato sulle musicassette», racconta Lupica. A Tribiano, alle porte di Milano, è nata Tape It Easy, fabbrica di “cassettine” legata a stretto filo con Overdrive Rec, etichetta discografica con cui Fabio e Cristian producono musica soprattutto underground.

Ma serviva  l’attrezzatura giusta: «Abbiamo rilevato i vecchi macchinari di una fabbrica ormai chiusa di San Marino con cui è iniziata la produzione, circa 500 musicassette a settimana – continua –. Oggi siamo arrivati a circa 4mila al mese, con la metà dei clienti che arriva dall’estero». Levante, la ristampa di “Guerra” dei Litfiba, i Diaframma, i Negazione (la band di Neffa) e molti altri artisti non solo del mainstream si sono rivolti a loro. Anche la Universal si è affidata a Tape It Easy per produrre le 500 copie in musicassetta dell’ultimo album di Lorenzo Jovanotti “Oh vita!”. È tutta una questione di qualità . Perché «non è vero quello che si dice in giro che la qualità del suono in magnetico è più bassa – assicura Lupica –. Ovviamente è necessario avere i macchinari adeguati. Se dobbiamo fare cento musicassette, registriamo cento volte la quantità di nastro che ci serve. Gli altri, invece, acquistano cassette di un certo minutaggio e le duplicano con dei registratori: la qualità non è la stessa». Tecniche che Fabio e Cristian hanno imparato con l’esperienza e grazie ai consigli di un operaio ormai in pensione della Polygram. Tape It Easy sono loro: «È artigianato puro». Le commesse arrivano e subito entrano in produzione.

Rievocando il suono caldo e un po’ frusciante dell’analogico. «Siamo in un mercato molto di nicchia – riconosce Fabio – ma siamo convinti che esploderà come è successo qualche anno fa con i vinili. E noi vogliamo farci trovare pronti». Del resto, la cassetta magnetica comparsa per la prima volta nel 1963 dagli stabilimenti Philips non è più un oggetto vintage archiviato dal Cd prima e dalla musica liquida di oggi come aveva fatto il vinile con il 78 giri in gommalacca. «È un prodotto non soltanto da ascoltare ma anche di culto». E vorrà pur dire qualcosa se i colossi della musica mondiale hanno deciso di investire in riedizioni di alcuni dischi storici come “Purple Rain”, primo album da studio di Prince del 1984, e “Slim Shady” del rapper Eminem.

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