Turris, diffida a Guardascione: Colantonio fa mercato e punta alla salvezza

Fa sentire la sua voce l'ex vicepresidente e socio di minoranza Vincenzo D'Oriano: «Salvezza è la priorità, ma aspetto assemblea dei soci»

Il presidente della Turris Antonio Colantonio
Il presidente della Turris Antonio Colantonio
di Raffaella Ascione
Giovedì 1 Febbraio 2024, 20:11
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Pare ormai destinato a risolversi in un nulla di fatto il caso – esploso con violenza inaudita nella tarda serata di lunedì – della cessione delle quote societarie della Turris da Colantonio a Guardascione.

Anzitutto perché non di cessione vera e propria si parla, ma di contratto preliminare, che avrebbe potuto condurre ad un effettivo passaggio di consegne solo in caso di stipula del contratto definitivo (che le parti avrebbero dovuto sottoscrivere a fine marzo). E poi, questo il nodo cruciale della vicenda, perché il primo pagamento, essenziale ai fini della cessione ed espressamente richiamato nel preliminare, non è stato ad oggi onorato. Il bonifico in questione, di 350mila euro, emesso il 26 gennaio, recava data di valuta 30 gennaio: sul conto corrente del club, però, quei soldi non sono mai arrivati. Nel corso del rovente pomeriggio di martedì al Liguori, Colantonio ha apertamente ammesso «d’esser stato truffato»; Guardascione, dal canto suo, continua a sostenere energicamente una testi diametralmente opposta («La Turris è mia, l’ho pagata e me la prendo») a quella della proprietà corallina, che sulla carta e nei fatti - oggi tre importanti operazioni di mercato per puntare con tutte le forze alla salvezza - resta della famiglia Colantonio.

La vicenda sul piano legale – Sono due gli studi legali che adesso assistono Antonio e Giuseppe Colantonio nella vicenda – tanto amara quanto grottesca – della (fantomatica) cessione quote a Francesco Guardascione.

Da un lato l’avvocato esperto in diritto penale, che (nella giornata di ieri) ha formalmente richiesto all’istituto di credito di Guardascione riscontro formale circa l’autenticità dell’intera documentazione bancaria (lettere di tracciamento e bonifici) prodotta dalla parte acquirente (il riscontro è atteso nella giornata di domani, venerdì; poi, eventualmente, scatterà la querela); dall’altro l’avvocato civilista torrese Giacomo Grazioli, subentrato negli ultimissimi giorni nella gestione della vicenda, dunque solo dopo la firma del preliminare e l’esplosione del “caso”.

A dispetto dei non meglio precisati «ricorsi in Federazione e alla Covisoc» preannunciati da Daniel Guardascione (figlio di Francesco)  nel corso di una diretta social (infruttuoso, nel frattempo, il tentativo di ottenere i contatti dei legali che assistono la parte acquirente), la vicenda, quantomeno quella civilistica, pare destinata a risolversi in maniera decisamente lineare e “indolore”.

Nella giornata di ieri, infatti, la proprietà corallina ha inoltrato a Guardascione – a mezzo pec – una formale diffida ad adempiere in relazione al primo pagamento di 350mila euro: per Guardascione, adesso, sette giorni di tempo (a decorrere da ieri, mercoledì) per provvedere al pagamento in questione. In mancanza, senza passare per giudici e tribunali, il preliminare di cessione quote si risolverà di diritto (in caso di pagamento, invece, ci sarebbero comunque da onorare gli ulteriori bonifici con scadenza intermedia 5 febbraio). Come se non fosse mai esistito. A differenza della tensione, dell’amarezza e del fango che negli ultimi giorni hanno letteralmente sommerso la Torre del Greco sportiva.

La posizione del socio di minoranza Vincenzo D’Oriano – La famiglia Colantonio ha espressamente chiarito la propria posizione ed illustrato i passi che muoverà, in ogni sede; Guardascione ha annunciato azioni e ricorsi via social. Sullo sfondo un’altra posizione, quella dei soci di minoranza della Turris. Uno in particolare, Vincenzo D’Oriano, per anni al fianco di Colantonio nella gestione della Turris nel ruolo di vicepresidente del club. Interpellato sulla questione, ha così analizzato l’amara vicenda: «In tutta sincerità, ho appreso dai social dell’operazione, che poi si è purtroppo rivelata un boomerang da quanto leggo. In qualità di socio di minoranza che ha dato il proprio contributo nelle passate stagioni alla vita sociale e sportiva del club, ma ancor prima in veste di appassionato di calcio rimasto tifoso della Turris pur non avendo più modo di condividerne la gestione, mi sarei aspettato una telefonata del presidente Colantonio all'atto di impegnarsi nella cessione delle quote di maggioranza, se non altro per un possibile consiglio. Mi sono ritrovato invece citato solo come un numero nel famigerato atto preliminare sottoscritto nella serata di lunedì con il presunto acquirente, apprendendo successivamente, ascoltando una intervista rilasciata dal figlio del signor Guardascione, dell'impegno assunto dai soci presenti alla stipula di assicurare alla controparte la futura acquisizione anche della quota mia e di quella dell’altro socio di minoranza Di Franco. Ancora più male, però, mi ha fatto venire a conoscenza, nella stessa intervista, dell'esistenza di un condiviso disegno delle parti di lasciar decorrere i termini per l'esercizio del nostro diritto di prelazione sulle quote della società prima di formalizzare l’effettivo passaggio di mano».

Quindi il messaggio a Colantonio, ferma restando l’assoluta priorità della salvezza da conquistare sul campo: «Ad ogni modo, auspico che il presidente Colantonio, la cui gestione ha dato tanto alla rinascita del calcio a Torre del Greco, possa adesso ritrovare la giusta serenità per salvare la Turris ma che, al contempo, venga presto convocata una assemblea dei soci della Turris nel corso della quale essere notiziati di accaduti che comunque ledono l'immagine di tutti e nella quale l'amministratore unico rendiconti del proprio operato, illustrando i programmi di gestione per il prosieguo della stagione in corso. Con una premessa: dare tutti ora priorità, e senza alcuna remora di natura personale, al mantenimento della categoria professionistica conquistata con tanti sforzi e ad un dialogo costruttivo con la piazza, inevitabilmente disorientata, come del resto me, dalle vicende di questa settimana».

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