(Teleborsa) - La settimana feriale volge al termine, ma il dibattito politico non va in ferie anche e soprattutto per ciò che riguarda il futuro di Alitalia. L'attendismo...
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Il mandato è in ogni caso quello di costruire un soggetto che contribuisca a realizzare utili, ma l'attenzione è tutta rivolta alle dichiarazioni sibilline che pongono interrogativi sugli sbocchi possibili all'impasse in cui è finita l'offerta vincolante affidata a FS. La posizione di Atlantia, espressa ieri dall'AD Giovanni Castellucci, guarda caso impegnato anche Lui a Fiumicino aeroporto nel celebrare Leonardo, non avrebbe potuto avere connotati diversi, in mancanza di una chiara definizione degli obiettivi, degli impegni e dei tempi necessari a realizzarli. Sedersi intorno a un tavolo con il Governo, per Atlantia significherebbe vedere ridiscusso il capitolo autostrade.
La successiva dichiarazione del Ministro Luigi Di Maio durante la trasmissione "Otto e mezzo" su "La 7", secondo il quale basterebbe poco, "anche solo il 15%", invece del 40% (che corrisponde ai semplici conti aritmetici degli impegni assunti da Fs, Delta e dal Mef), farebbe intendere che ci siano interlocutori pronti a subentrare nella partita. Ma in realtà ha contribuito a rendere ancora più opaco il quadro della situazione.
C'è chi vorrebbe fare sponda su Delta Air Lines, che come si sa detiene l'8,8% del gruppo Air France-Klm, per attrarre proprio la compagnia aerea transalpina presa dal timore di uno sbarco in Italia degli agguerriti concorrenti di Lufthansa soprattutto per contendere nell'appetitoso mercato del Nord Atlantico, senza trascurare l'eventuale coinvolgimento di China Eastern Airlines, anch'essa presente nel capitale Air France-Klm con una quota analoga e che esattamente un mese fa ha introdotto i nuovi A350-900 sulla tratta Roma-Shanghai servita dal 2011. E l'incontro Mattarella-Macron potrebbe appunto esser servito "a smuovere qualcosa". Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero