George Soros
(Wiktor Dabkowski/picture-alliance/dpa/AP Images)

Ma chi è George Soros?

È un miliardario e filantropo che per la sua attività politica è diventato lo spauracchio di tutti i complottisti di destra (e non solo)

George Soros è uno dei trenta uomini più ricchi del mondo, un filantropo che ha donato centinaia di milioni di dollari a ong che si occupano di diritti umani e che si è spesso impegnato in politica, finanziando il Partito Democratico statunitense e i suoi candidati alla presidenza, come fanno molti altri miliardari americani. La risposta alla domanda nel titolo potrebbe esaurirsi qui, se non fosse che  Soros è anche un’altra cosa: la “bestia nera” dei complottisti di tutto il mondo.

Uno sguardo rapido alla sezione “Conspiracy” del sito Reddit, dove solo negli ultimi sei mesi sono state aperte 800 discussioni su Soros, restituisce un’idea abbastanza chiara dell’opinione che molti hanno del miliardario americano: «È un burattino miliardario della famiglia Rothschild che destabilizza intere nazioni finanziando programmi destinati alla “giustizia sociale” e corrompendo politici»; «È un tizio che vuole distruggere tutto ciò che c’è di bello nel mondo e non credo di aver mai sentito una buona ragione sul perché voglia farlo. Vorrei che questa fosse un’iperbole»; «Se non vado errato è il cugino del diavolo. In sostanza, finanzia ogni causa spregevole a cui puoi pensare e lo fa in nome del denaro e dell’influenza globale».

Soros è particolarmente detestato dai conservatori statunitensi per via delle sue idee progressiste, ma negli ultimi anni la sua persona ha iniziato a diventare famigerata anche tra gli esponenti della destra radicale italiana. Soros – che è ebreo, particolare citato sgradevolmente spesso nelle varie teorie del complotto – di recente è accusato soprattutto di essere la mente di un bizzarro piano che sembra uscito da un romanzo di fantascienza distopica: sostituire la popolazione italiana con immigrati da utilizzare come operai a basso costo. Questa strampalata cospirazione è stata sdoganata anche dai politici e dai media mainstream. Matteo Salvini, segretario della Lega Nord, ha parlato di questo complotto più volte, l’ultima proprio questa settimana: «Sono sempre più convinto che sia in corso un chiaro tentativo di sostituzione etnica di popoli con altri popoli: è semplicemente un’operazione economica e commerciale finanziata da gente come Soros. Per quanto mi riguarda metterei fuorilegge tutte le istituzioni finanziate anche con un solo euro da gente come Soros».

Fulvio Scaglione, vicedirettore di Famiglia Cristiana noto per difendere spesso Vladimir Putin nei suoi articoli, accusa Soros di disegni occulti e recentemente ha scritto che vuole rovesciare la presidenza di Donald Trump. In televisione queste idee sono state rese popolari da personaggi come “Nessuno”, uno dei partecipanti fissi dello show “La Gabbia”, i cui testi sono scritti dal giornalista di Libero Francesco Borgonovo.

Quando il 3 maggio Soros ha incontrato il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri ha definito il miliardario americano un “cancro”.

La ragione per cui Soros è diventato il nemico di conservatori ed estremisti di destra di tutto il mondo ha probabilmente a che fare con le sue radici e la sua storia personale. Soros nacque nel 1930 da una famiglia di religione ebraica in Ungheria e sopravvisse – quasi per miracolo – alle feroci persecuzioni avvenute nel suo paese durante la Seconda guerra mondiale, tra le peggiori dopo quelle subite dalla Polonia. Nel 1947 si trasferì con la famiglia nel Regno Unito, dove si laureò alla London School of Economics, conseguendo anche un master in filosofia (Soros dice che le teorie di Karl Popper hanno molto influenzato il suo modo di investire). Dopo la laurea lavorò in numerose banche d’affari finché nel 1969 non decise di mettersi in proprio, creando un proprio fondo di investimento.

Soros iniziò a emergere tra le migliaia di gestori di fondi di tutto il mondo nel 1992, quando durante la crisi della sterlina, il “mercoledì nero”, scommise contro la moneta britannica e vendette allo scoperto dieci miliardi di dollari di sterline. L’operazione di Soros contribuì in qualche misura al crollo della sterlina di quei giorni e gli fruttò un miliardo di dollari. Nello stesso periodo, Soros partecipò alla speculazione contro un’altra moneta: la lira italiana. Nel giro di pochi giorni, lira e sterlina uscirono dal Sistema monetario europeo (SME), un sistema che serviva ad ancorare le valute europee a dei cambi fissi le une con le altre. Durante la crisi, la lira venne svalutata di circa il 30 per cento. Soros venne criticato per essersi approfittato della situazione di difficoltà di Italia e Regno Unito. Soros ha risposto alle critiche dicendo di aver agito in base a informazioni a disposizione di chiunque e di essere stato soltanto uno dei numerosi finanzieri che all’epoca scommisero contro le valute europee. Queste non sono le unica attività finanziaria controverse compiute da Soros. Nel 2006 fu condannato da un tribunale francese per un caso di insider trading (aveva utilizzato informazioni in suo possesso per trarne un indebito vantaggio). Parte delle critiche che riceve deriva dalla sua attività di investimento, ma in questo Soros non è diverso da altre migliaia di investitori: quello che probabilmente lo distingue dagli altri è il fatto che si è spesso impegnato in politica.

A partire dalla fine degli anni Settanta, Soros ha speso centinaia di milioni di dollari per finanziare i movimenti democratici nei paesi del blocco comunista, come il sindacato polacco Solidarnosc. Nel 1984 fondò un’università in Ungheria che divenne uno dei centri di raccolta per l’opposizione democratica al regime comunista. Tra i giovani leader che furono aiutati da Soros c’era anche l’attuale primo ministro Victor Orban, che oggi è passato a posizioni di destra radicale e ha minacciato di chiudere l’università finanziata da Soros.

Tramite la sua Open Societies Foundation e il finanziamento di altre centinaia di organizzazioni, Soros ha esteso la sua attività filantropica e umanitaria in tutto il mondo. Molte delle ong che ricevono i suoi finanziamenti si battono per valori progressisti, come diritti delle minoranze, delle donne e degli omosessuali; oppure a favore di una stampa libera e contro regimi corrotti. In alcuni casi le organizzazioni finanziate da Soros sono riuscite ad avere un impatto importante sulla storia dei loro paesi. Il caso più eclatante è probabilmente quello della Georgia, dove le ong e le associazioni locali della società civile, alcune sostenute proprio da Soros, hanno guidato la rivoluzione pacifica che ha portato alla fine della presidenza del leader sovietico Eduard Shevardnadze, che era al potere dal 1972. Un’associazione fondata da Soros è presente anche in Ucraina e fu creata prima della caduta dell’Unione Sovietica. All’epoca della rivoluzione del 2014, Soros si schierò apertamente con i leader europei, a favore delle proteste popolari e contro l’allora presidente filo-russo. Oggi le associazioni fondate o finanziate da Soros sono proibite in diversi paesi con regimi più o meno autoritari: dalla Russia alla Bielorussia, passando per Turkmenistan e Kazakistan. Dal 1979 a oggi Soros ha speso circa otto miliardi di dollari nelle sue iniziative civiche e politiche.

Per i critici complottisti, il suo obiettivo non è filantropico. L’interesse di Soros non sarebbe creare società pluralistiche anche nei paesi dove vigono regimi o culture repressive. Il suo vero scopo sarebbe imporre una visione monolitica del mondo che loro vedono come dannosa, fatta di economie capitalistiche e liberi scambi commerciali, libertà di costume e orientamento sessuale. Soros sarebbe un agente della “tirannia del politicamente corretto” e i suoi tentativi di combattere discriminazioni e repressione sarebbero in realtà una scusa per limitare la libertà di cittadini a favore di un “nuovo ordine mondiale”.

Il sito Vocativ ha raccontato in un recente articolo come si è creata questa immagine di Soros. Il passo più importante fu probabilmente una puntata del talk show del presentatore conservatore americano Bill O’Reilly, nell’aprile del 2007. Nel corso della puntata O’Reilly descrisse Soros come un pericoloso estremista di sinistra radicale che aveva l’obiettivo «unificare le politiche estere di tutti i paesi, legalizzare le droghe e l’eutanasia». I mezzi con cui Soros mirava a raggiungere questi obiettivi, disse O’Reilly, erano una complicata rete di fondazioni e ong. Tre anni dopo un altro presentatore conservatore, Glenn Beck, dedicò due puntate del suo show a rivelare il “piano ombra” di Soros, con cui il miliardario puntava a creare un unico governo mondiale per poi mettersene a capo.

Oggi, con l’elezione di Donald Trump, le teorie del complotto nei confronti di Soros hanno raggiunto l’apice della loro popolarità. Secondo personaggi ultracomplottisti come Alex Jones, capo del sito InfoWars, al momento è in corso uno scontro tra l’americanità genuina rappresentata da Donald Trump e un’oscura cabala di miliardari internazionali capeggiati da Soros e intenzionati a prendere il potere negli Stati Uniti. Il Daily Beast ha calcolato che, secondo InfoWars, soltanto nel 2017 Soros è già riuscito a portare sotto il suo controllo 183 organizzazioni e 12 individui diversi. Soros è accusato di condurre la sua campagna con mezzi scorretti, per esempio pagando le migliaia di manifestanti che hanno protestato negli ultimi mesi contro Trump. Come quasi tutte le altre accuse strampalate ricevute da Soros, anche questa si è rivelata falsa.

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